Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1peſo per le dette ragioni; di qui naſce, che apunt ando un legno a mezo nelle ginocchia, & tenen­
doſi i capi di quello con le mani, quanto piu lontane ſi teniranno le mani dal ginocchio, che è co­
me centro, tanto piu facilmente ſi romperà il legno.
ſimil effetto ne naſcerebbe, ſe egli ſi calcaſſe
un capo del legno col piede, & diſtante da quello ſi teneſſero le mani.
Et ancho entrando un po­
co di cugno in un groſſo, & duro zocco, & percotendoſi con un maglio quel cugno, facilmente
ſi ſpczzail legno, perche il cugno è come la leua, anzi come due, una di ſotto l'altra di ſopra,
& quelle parti del zocco, che ſono tocche da quelle ſono come centri, & ſottoleue: & la forza di
chi percote è il mouente, & quella parte del legno, che tocca dalla punta del cugno, riſponde al pe
ſo da eſſer leuato.
Similmente quelle forbici, che hanno imanichi maggiori tagliano, o rompe­
no piu presto le coſe dure, che le minori, & finalmente tutte le queſtioni mecaniche d'intorno a
peſi ſi riduceno a queſte ragioni, come a chi conſidera puo eſſer manifeſto: però hauendo noia ba­
stanza diſcorſo ſopra il preſente capo, ſeguiteremo Vitruuio, il quale hauendo prouato nella leua
il mouimento dritto, & detto l'effetto di eſſa, ſeguita a dirne la ragione.
Et queſto naſce perche la parte dinanzi piu corta della leua entra ſotto il peſo da quella
parte della ſottoleua, che è come centro, & il capo della leua, che è piu lontano dal centro
mentre che è calcato facendo il mouimento circolare coſtrigne col calcare con poca for­
za porre in bilico un grandiſsimo peſo.
Il mouimento dritto prouato di ſopra ha biſogno del mouimento circolare. questo proua Vi­
tru. nella leua, ilche ſi uede chiaro, percioche tanto il capo del raggio minore, quanto del mag­
giore diſegna i circoli, come nella bilancia s' è dimostrato.
Simigliantemente ſe la lenguella della leua di ferro ſarà poſta ſotto il peſo, & che il ca­
po col calcare non a baſſo, ma per lo contrario in alto ſarà leuato, la lenguella apuntan­
doſi nel piano della terra hauerà quello in luogo di peſo, & l'angulo del peſo in luogo di
ſottoleua, & coſi non tanto facilmente, quanto per la ſottoleua alzerà, nientedimeno all'op
poſto del peſo nel carico ſarà commoſſo.
Quello, che dice Vitr. benche con modo difficile detto ſia, però ſi puo intendere a queſto modo,
che non ſolamente la leua ſi adopera calcando uno de capi ſtandoui ſotto eſſa leua, & alzando il
peſo, come egli ha detto di ſopra: ma alcuna fiata per ſpigner un peſo, ſi punta la lenguella del­
la leua ſotto eſſo nella terra, laqual lenguella è ferrata, & propiamente è la leua della ſtanga, &
l'altro capo ſi alza con le mani, di modo che quel punto del peſo, che ha da eſſer ſpìnto, è come
centro, & ſottoleua, & la terra è come il peſo, & il carico, & ſe bene a queſto modo ſi ſpigne
un peſo, non però coſi facilmente è moſſo, come quando l'uno de capi s'inalza: & la figura di
quanto s' è detto è al fine del preſente capo.
Dalle ſopradette coſe Vitr. conclude.
Adunque ſe la lenguella della leua è poſta ſopra la ſottoleua, ſottentrerà al peſo con la
parte maggiore della ſtanga, & il capo di quella ſarà calcato piu uicino al centro non
potrà alzar'il peſo, ſe non (ſi come è ſtato ſopraſcritto) il bilico, & l'eſſame della leua ſarà
piu lungo dalla parte della teſta, & non ſarà fatto appreſſo il peſo.
Nella leua, come ho detto è il capo, & è quella parte che ſi calca con le mani, & la leng uella,
che è quella parte, che ſott' entra al peſo ferrata da capo, tutta la leua è in due raggi partita, da
quel punto, che tocca la ſottoleua.
ſe adunque da quel punto alla lenguella ſarà il raggio piu lun­
go, che dallo iſteſſo punto al capo, non ſi potrà leuar il peſo, & la ragione è in pronto, perche il
raggio maggiore rappreſenta la linea maggiore, che ſi parte dal centro, & però fa piu mouimen­
io: & queſto ſi proua da Vitr. in questo modo, quando egli dice.
Et queſto ſi puo conſiderare dalle ſtadere, perche quando la orecchia è uicinal al capo,
doue pende la lance, nelqual luogo ella è come centro, & che il marco, o romano, detto
equipondio, nell'altra parte del fuſto uagando per li ſegni, quanto è piu lontano con­
dotto, ſe ben fuſſe preſſo all'eſtremo del fufto, ancho con men pari peſo agguaglia il pe­
ſo, che è dall'altra parte, ſe bene è grandiſsimo, & queſto adiuiene per lo bilanciar del fu-

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