Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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archimedes
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chap
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subchap1
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subchap2
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455
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ſto, & perche la leua è lontana dal centro. </
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s.008262
">Et con la picciolezza del marco piu debile
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leuando in un momento maggior forza di peſo ſenza uehemenza dolcemente conſtrigne
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/>
dal baſſo al diſopra leuarſi. </
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s.008263
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Queſto ancho s'intende, per le coſe dette diſopra da nol, quando dimostrato hauemo, che co
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ſa è stadera, che parti habbia, & che effetti faccia. </
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="
s.008264
">Ariſt. nella uigeſima quinta questione diman
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/>
da. </
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="
s.008265
">Perche cagione la ſtadera con un picciol marco peſa grandißimi peſi, concioſia che tutta la
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/>
ſtadera altro non ſia, che meza bilancia, perche da una parte ſola pende la lance, allaquale ſi
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appende il peſo, dall' altra ſenza lance, è la ſtadera. </
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id
="
s.008266
">Scioglieſi la dimanda, che la stadera ci rap
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preſent a & la bilancia, & la leua, imperoche è ſimile alla bilancia, quando ciaſcuna orecchia,
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& lenguella puo mutar luogo ſecondo la quantità de i peſi, che uolemo leuare, & mutando il
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luogo, & facendo dinerſi centri, da una parte è la lance, ouer uncino doue s'appende il peſo, dal
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l'altra è il marco, in luogo dell'altra lance, ilquale tira il peſo, che è nella lance, & a queſto mo
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do la ſtadera è come la bilancia, & però fa gli effetti iſteßi per leisteſſe ragioni, & accioche una
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stadera eſſer poſſa diuerſe bilancie, ſe le pone diuerſe orecchie, & lenguelle, cioè ſi mutano i
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centri, doue la ſi tiene: uero è che quando peſamo una coſa, ella è come una ſola bilancia, per
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che ha un centro ſolo, & due raggi, ma noi mutando il peſo mutiamo il centro, perche il marco
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non calca egualmente eſſendo piu uicino, o piu lontano al centro, imperoche quando peſamo al
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cuna coſa, quanto piu il centro, doue è l'orecchia, è uicino al peſo, tanto piu ſi leua, perche la li
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nea, cioè il fusto, che è dal centro al marco ſi fa maggiore. </
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="
s.008267
">Ecco adunque le ragioni della bilan
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cia ritrouate nella stadera, che da Arist. è Phalange nominata. </
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="
s.008268
">S'aßimiglia anche alla leua, &
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è come una leua riuerſcia, perche ha dal di ſopra la ſottoleua, o preßione che ſi dica, che è la do
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ue è il centro, ha la forza, che muoue, che è il marco, che calca il fusto, & calcando è neceſſa
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rio, che il peſo, che è dall'altra parte faccia mutatione, & puo eſſer, che mutandoſi i centri ſi fac
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ciano piu leue, come ſi faceuano piu bilancie. </
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s.008269
">Vero è che per l'ordinario alle stadere non ſi fan
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no piu, che due trutine, cioè non ſi muta il centro ſe non in due luoghi, & quando ſi u a quella
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trutina, o quelle orecchie, che ſono uicine alla lance dicemo peſar alla groſſa, perche i ſegni, & le
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croci nel fusto ſegnati ſono piu larghi, ma quando uſamo il centro piu rimoto dicemo peſare alla
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ſottile, & i ſegni ſono piu uicini. </
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="
s.008270
">chiamaſi stadera, perche in luogo dell'altra lance sta il marco. </
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s.008271
">
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Et tanto detto ſia della stadera.
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main
">
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s.008272
">Ancho ſi come il nocchiero d'una gran naue da carico tenendo l'anſa del temone, oiax
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/>
detta da greci, in un momento con una mano per la ragione del centro calcando artificio
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ſamente uolge la naue carica di peſi grandiſsimi, di merci, & d'altre coſe neceſſarie. </
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s.008273
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Ariſtotile nella quinta queſtione dimanda, perche cagione eſſendo il gouerno picciolo & poſto
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/>
nella eſtremità della naue, ha però tanta forza, che tenendo un'huomo l'anſa di quello nelle mani,
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/>
& uolgendola deſtramente, faccia tanto mouimento nelle naui di grandißimo carico. </
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="
s.008274
">Riſponde
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/>
dicendo, che cio aduiene, perche il timone, & gouerno è come la leua, il mare come il peſo, il Noc
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/>
chiero come la forza mouente, la ſottoleua ſono que cardini ne i quali è posto il temone, & il car
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/>
dine è come centro di quel giro, che dall'eſtremità del temone dall'una, & l'altra parte è diſegna
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to. </
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="
s.008275
">il temone adunque taglia il mare per dritto, & ſcacciandolo da un lato muoue la naue per tor
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/>
to, & per questo eſſendo l'acqua come il peſo, il temone che per lo contrario ſi punta piega la
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/>
naue, perche il centro, & l'appoggio era riuolto al contrario, alquale eſſendo la naue congiun
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/>
ta, di neceßità la naue lo ſeguita, di modo che ſe'l mare è ſcacciato dalla deſtra, il cardine ua alla
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/>
ſiniſtra, & la naue ſeguita il cardine. </
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="
s.008276
">Mail temone ſi pone da poppa nella eſtremità della naue,
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/>
& non altroue, percioche ogni picciolo mouimento, che ſi fa da un'eſtremo, quanto maggior è
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/>
lo ſpacio all'altro eſtremo, fa tanto maggior mouimento in quello, percioche le baſe, che rinchiu
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/>
dono quelle linee, che da uno angulo uengono, quanto piu lunghe ſono le linee tanto ſono maggio
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lb
/>
ri. </
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="
s.008277
">Sia lo angulo A. le linee, che uengono da quell'angulo ſiano A C. & A D. la baſa. </
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="
s.008278
">
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/>
C D. non ha dubbio, che ſe le linee ſaranno allungate come dallo A. all' F. & dallo A.
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emph.end
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archimedes
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