Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1ſto, & perche la leua è lontana dal centro. Et con la picciolezza del marco piu debile
leuando in un momento maggior forza di peſo ſenza uehemenza dolcemente conſtrigne
dal baſſo al diſopra leuarſi.
Queſto ancho s'intende, per le coſe dette diſopra da nol, quando dimostrato hauemo, che co­
ſa è stadera, che parti habbia, & che effetti faccia.
Ariſt. nella uigeſima quinta questione diman
da.
Perche cagione la ſtadera con un picciol marco peſa grandißimi peſi, concioſia che tutta la
ſtadera altro non ſia, che meza bilancia, perche da una parte ſola pende la lance, allaquale ſi
appende il peſo, dall' altra ſenza lance, è la ſtadera.
Scioglieſi la dimanda, che la stadera ci rap­
preſent a & la bilancia, & la leua, imperoche è ſimile alla bilancia, quando ciaſcuna orecchia,
& lenguella puo mutar luogo ſecondo la quantità de i peſi, che uolemo leuare, & mutando il
luogo, & facendo dinerſi centri, da una parte è la lance, ouer uncino doue s'appende il peſo, dal­
l'altra è il marco, in luogo dell'altra lance, ilquale tira il peſo, che è nella lance, & a queſto mo­
do la ſtadera è come la bilancia, & però fa gli effetti iſteßi per leisteſſe ragioni, & accioche una
stadera eſſer poſſa diuerſe bilancie, ſe le pone diuerſe orecchie, & lenguelle, cioè ſi mutano i
centri, doue la ſi tiene: uero è che quando peſamo una coſa, ella è come una ſola bilancia, per­
che ha un centro ſolo, & due raggi, ma noi mutando il peſo mutiamo il centro, perche il marco
non calca egualmente eſſendo piu uicino, o piu lontano al centro, imperoche quando peſamo al­
cuna coſa, quanto piu il centro, doue è l'orecchia, è uicino al peſo, tanto piu ſi leua, perche la li­
nea, cioè il fusto, che è dal centro al marco ſi fa maggiore.
Ecco adunque le ragioni della bilan­
cia ritrouate nella stadera, che da Arist. è Phalange nominata.
S'aßimiglia anche alla leua, &
è come una leua riuerſcia, perche ha dal di ſopra la ſottoleua, o preßione che ſi dica, che è la do­
ue è il centro, ha la forza, che muoue, che è il marco, che calca il fusto, & calcando è neceſſa­
rio, che il peſo, che è dall'altra parte faccia mutatione, & puo eſſer, che mutandoſi i centri ſi fac­
ciano piu leue, come ſi faceuano piu bilancie.
Vero è che per l'ordinario alle stadere non ſi fan­
no piu, che due trutine, cioè non ſi muta il centro ſe non in due luoghi, & quando ſi u a quella
trutina, o quelle orecchie, che ſono uicine alla lance dicemo peſar alla groſſa, perche i ſegni, & le
croci nel fusto ſegnati ſono piu larghi, ma quando uſamo il centro piu rimoto dicemo peſare alla
ſottile, & i ſegni ſono piu uicini.
chiamaſi stadera, perche in luogo dell'altra lance sta il marco.
Et tanto detto ſia della stadera.
Ancho ſi come il nocchiero d'una gran naue da carico tenendo l'anſa del temone, oiax
detta da greci, in un momento con una mano per la ragione del centro calcando artificio
ſamente uolge la naue carica di peſi grandiſsimi, di merci, & d'altre coſe neceſſarie.
Ariſtotile nella quinta queſtione dimanda, perche cagione eſſendo il gouerno picciolo & poſto
nella eſtremità della naue, ha però tanta forza, che tenendo un'huomo l'anſa di quello nelle mani,
& uolgendola deſtramente, faccia tanto mouimento nelle naui di grandißimo carico.
Riſponde
dicendo, che cio aduiene, perche il timone, & gouerno è come la leua, il mare come il peſo, il Noc
chiero come la forza mouente, la ſottoleua ſono que cardini ne i quali è posto il temone, & il car
dine è come centro di quel giro, che dall'eſtremità del temone dall'una, & l'altra parte è diſegna­
to.
il temone adunque taglia il mare per dritto, & ſcacciandolo da un lato muoue la naue per tor
to, & per questo eſſendo l'acqua come il peſo, il temone che per lo contrario ſi punta piega la
naue, perche il centro, & l'appoggio era riuolto al contrario, alquale eſſendo la naue congiun­
ta, di neceßità la naue lo ſeguita, di modo che ſe'l mare è ſcacciato dalla deſtra, il cardine ua alla
ſiniſtra, & la naue ſeguita il cardine.
Mail temone ſi pone da poppa nella eſtremità della naue,
& non altroue, percioche ogni picciolo mouimento, che ſi fa da un'eſtremo, quanto maggior è
lo ſpacio all'altro eſtremo, fa tanto maggior mouimento in quello, percioche le baſe, che rinchiu­
dono quelle linee, che da uno angulo uengono, quanto piu lunghe ſono le linee tanto ſono maggio­
ri.
Sia lo angulo A. le linee, che uengono da quell'angulo ſiano A C. & A D. la baſa.
C D. non ha dubbio, che ſe le linee ſaranno allungate come dallo A. all' F. & dallo A.

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