Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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                  laqualc aiuta il giumento piu debile: coſi nelle ſtanghe, come ne i gioghi, quando le cigne
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                  non ſono nel mezo, ma fanno quella parte, dallaquale paſſa la cigna piu corta, & l'altra
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                  piu lunga: Con la iſteſſa ragione, ſe per quel centro doue è la cigna trappaſſata, l'uno &
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                  l'altro capo del giogo ſarà uoltato a torno, la parte piu luuga ſarà maggiore, & la piu cor­
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                  ta minore il ſuo giro. </s>
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                  Queſto è facile per le coſe dette di ſopra, però uolendo Vitru. dare una uniuerſale concluſione
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                  prouata da i primi principij, dice ſeguitando la ſua indottione.
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                  <s id="s.008289">Et ſi come le ruote minori hanno i mouimenti loro piu duri, & piu difficili, coſi le ſtan
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                  ghe, & i gioghi in quelle parti doue hanno minor diſtanza dal centro alle teſte loro pre­
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                  meno con difficultà i colli, & quelle, che hanno dallo iſteſſo centro ſpatij piu lontani, al­
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                  legeriſceno di peſo i portatori, & in ſomma & queſte coſe gia dette al predetto modo ri­
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                  ceueno i loro mouimenti col dritto, & col circolare, & ancho i carri, le carrette, i timpa­
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                  ni, le ruote, le uide, gli ſcorpioni, le baliſte, i calcatoi de i torchi & le altre machine con
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                  le iſteſſe ragioni per lo dritto centro, & per lo circolare riuoltate fanno gli effetti ſecon­
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                  do la noſtra intentione. </s>
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                  A me pare che Vitru. de i principij posti da lui, 'egli habbia proposto la ragione di tutte le ma­
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                  chine trouate, & che ſi poſſono trouare cerca l'alzare, il tirare, & lo ſpignere de i peſi, che
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                  ſotto un'iſteſſo nome di machina trattoria è contenuto: Laſcia questa bella conſideratione a gli
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                  ingenioſi, che il dritto, & il circolare mouimento, è principio di tutte le coſe dette, & che chi
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                  ſaperà in eſſe conoſcere il peſo, la leua, la ſottoleua, & la uirtù mouente, comparando queſte co­
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                  ſe inſieme, potrà render conto, & ſatisfare a tutte le dimande fatte nella preſente materia. </s>
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                  noi reſta dire alcuna coſa d'intorno le ruote de carri, & cerca le uide, che hanno grandiſsime for­
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                  ze, & quaſi incredibili, & dirò quello che dice il Cardano nel libro decimo ſettimo della ſottili­
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                  tà delle coſe. </s>
                  <s id="s.008292">Dice egli adunque con ſimiglianti ragioni ſi fanno le uide. </s>
                  <s id="s.008293">Sia la uida a b.
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                  cioè quella che egli Coclea dimanda, & il maſchio cioè la uida c d, laquale ſi gira a'torno co­
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                  me ſi ſuole: ſia il manico giunto al maſchio e f. ilqual ſi uolge col perno g h. facilmente
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                  per la detta ragione delle ſtanghe, giunto ſia dal baſſo del maſchio a piombo un peſo di cento li­
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                  bre, & ſia m. uoltando ſi adunque il perno g h. egli ſi tirerà
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                  k
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                  l in ſu, & il peſo m. ande­
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                  rà all'inſu, & per lo contrario uoltato il perno. </s>
                  <s id="s.008294">g h. & con la ragione iſteſſa ſi ſpignerà K l.
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                  <s id="s.008295">& piegherà il ferro opposto di una groſſezza incredibile, Ci reſta a dimostrare, che il peſo. </s>
                  <s id="s.008296">m.
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                  ſi poſſa muouere, & con che ragione, perche eßendo centomila libre di peſo, & ſoſtenendo cia­
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                  ſcuna ſpira, o anello della uida il ſuo peſo, ſe ſaranno dieci uolte, o ſpire in ciaſcuna ſaranno dieci­
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                  mila libre, tanto rittengono di peſo in ciaſcuna ſpira, quanta è la proportione della ritondità alla
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                  fune, a cui è ſoſpeſo m. quanto adunque piu ſpire ſaranno, & piu ſtrette, & maggiori, tanto piu
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                  lieue ſi farà il peſo m. & il mouimento piu facile, benche piu tardo. </s>
                  <s id="s.008297">Adunque nello ſpacio di
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                  due braccia ſi puo fare una uida, con le ſpire tanto larghe, & coſi baſſe, che il peſo. </s>
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                  un fanciullo di dieci anni eſſer alzato, ma come ho detto, quanto piu facilmete tanto piu lentamen
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                  te ſi mouerà. </s>
                  <s id="s.008299">Quando adunque ſarà tirato appreſſo la lunghezza l k. biſognerà ſoſpender il
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                  peſo a quelle coſe, che ſoſtentano la machina a i punti. </s>
                  <s id="s.008300">n. & o. & coſi cauata con il contra­
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                  rio mouimento.
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                  l. appenderemo il peſo, & di nuouo tiraremo, & l'alzaremo tanto quanto è
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                  lo ſpacio
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                  k
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                  l. finche ſpeſſo legando il peſo, o ſia naue la trarremo del mare, o del fiume: & ſi­
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                  mile, o tale penſar douemo, che fuſſe lo strumento, con che Archimede tirò in merauiglia di ſe
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                  la leggierezza de Greci, perche a queſto modo un fanciullo potrà tirare una naue carica, che
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                  uinti gioghi di buoi non la potrian muouere. </s>
                  <s id="s.008301">ella è di acciaio duriſſimo, perche non ſi torca, leg­
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                  geriſſimo accio non ſia impedita, ſoda, & unta di oglio, perche l'oglio fa ſcorrere, & non laſcia
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                  irruginire: & quanto lo ſtrumento è minore, tanto piu ci dà da merauigliare. </s>
                  <s id="s.008302">Ma paßiamo a i
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                  carri. </s>
                  <s id="s.008303">quelli, che hanno ruote maggiori in terra molle con facilità, & preſto ſi muoueno, perche
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                  il fango, che s'accoſta, tocca minima parte delle ruote, & meno impediſce, & ſempre la ruota
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