Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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                  ne della ſquadra ella riſponda in modo, che la lunghezza della uida ſia partita in cinque
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                  parti, & per tre di quelle s'inalzi il capo della uida, & coſi ne ſeguirà, che dal punto a piom
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                  bo di quel capo alle nari da baſſo della uida lo ſpacio ſarà di quattro parti. </s>
                  <s id="s.008369">Ma con che ra­
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                  gione cio eſſer fatto biſogni nel fine del libro ci ſarà con la ſua figura dimoſtrato. </s>
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                  Io ho ueduto queſto ſtrumento fare una mirabilißima proua nelle noſtre paludi per ſeccar l'ac
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                  que, che in eſſe colano, & di piu io ho ueduto, che eſſendo le paludi preſſo il ſiume di Erenta la
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                  ruota, che uolgeua la uida era posta ſopra il fiume di modo, che l'acqua uolgendo la ruota, faceua,
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                  che altre ruote, & rocchelli, che dal perno di quella alquanto diſcosti erano, ſi moueſſero, & deſ­
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                  ſero uolta alla uida, che dalla palude cauando l'acqua la faceua cader in un uaſo ſottoposto da
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                  cui n'uſciua un canale di legno, per loquale l'acqua cauata, ſe ne andaua nel fiume. </s>
                  <s id="s.008371">Altri uoglio­
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                  no, che ſi poſſa con la isteſſa acqua dar mouimento ad una ruota, che uolga la uida continuamen­
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                  te dopo il primo mouimento, coſi ſarebbe un moto quaſi perpetuo. </s>
                  <s id="s.008372">Ma io ſtimo che ci uogliano
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                  altre conſiderationi, però ſeruiamoci per adacquare i campi come faceuano gli Egittij, ſecondo
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                  che riferiſce Diodoro nel primo libro. </s>
                  <s id="s.008373">& dice, che fu inuentione di Archimede. </s>
                  <s id="s.008374">La fabrica di
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                  queſta machina posta da Vitr. è non men bella, che facile, non men facile, che utile, & s'intende
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                  per la nostra interpretatione, & per la figura deſcritta da noi.
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                  <s id="s.008375">Io ho ſcritto quanto piu chiaramente ho potuto, accioche tai coſe manifeſte ſiano di
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                  che materia ſi facciano gli ſtrumenti da cauar l'acqua, & con che ragioni ſi facciano, &
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                  con quai coſe riceuendo il mouimento con i lor giri preſtino infiniti commodi. </s>
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                  Della machina fatta da Cteſibio, che alza l'acqua
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                  molto in alto. </s>
                  <s id="s.008377">Cap. XII.
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                  <s id="s.008378">Seguita, che faccia la dimoſtratione della machina di Cteſibio, laquale alza
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                  molto l'acqua. </s>
                  <s id="s.008379">Quella ſi fa di rame, a piè dellaquale ſono due moggetti al­
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                  quanto diſtanti, liquali hanno le lor canne, o trombe (& ſono in modo di
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                  forchelle) ad uno iſteſſo modo attaccate, & concorrenti amendue in un ca­
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                  tino tra quelle poſto nel mezo. </s>
                  <s id="s.008380">in queſto catino por ſi deono le animelle di legno, o di
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                  quoio poſte alle bocche di ſopra delle canne ſottilmente congiunte, accioche turando i
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                  fori delle dette bocche, non laſcino uſcire quello, che con il ſoffiare ſarà nel catino man
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                  dato. </s>
                  <s id="s.008381">ſopra'l catino c'è una penola come un tramoggio riuerſo, che con una fibbia col
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                  catino trapaſſatoui un cugno, è ſaldata, accioche la forza del gonfiamento dell'acqua, non
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                  la coſtringa alzarſi: di ſopra c'è una fiſtola (che tromba ſi chiama) ſaldata, & dritta. </s>
                  <s id="s.008382">i mog­
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                  getti ueramente da baſſo tra le narici trapoſti hanno i perni, o animelle ſopra i buchi di
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                  quelle, che ſono ne i fondi loro, & coſi dal diſopra ne i moggetti entrando i maſchi fatti
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                  al torno, & unti d'oglio, rinchiuſi & bene aſſaggiati con ſtanghe ſi uolgeno: queſti di quà,
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                  & di là con frequenti mouimenti premendo, mentre che i perni otturano l'aere, & l'acqua,
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                  che iui ſi troua fanno forza a i buchi, & ſcacciano l'acqua per le narici delle canne nel ca­
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                  tino ſoffiando per le preſsioni, che ſi fanno, dal catino la penola riceuendo l'acqua lo ſpi­
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                  rito, manda fuori per la tromba ſoperiore l'acqua, & coſi da baſſo poſta la conſerua, & il
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                  luogo capace per riceuer l'acqua, ella ſi ſumminiſtra alle ſaline. </s>
                  <s id="s.008383">Nè queſta ſola ragione
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                  di Creſibio ſi dice eſſer ſtata prontamente ritrouata, & fabricata, ma ancho di piu, & al­
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                  tre di uarie maniere, che ſi moſtrano forzate dall'humore con le preſsioni dallo ſpirito
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                  mandar in luce gli effetti preſtati dalla natura, come ſono delle merle, che col mouimen­
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                  to mandano fuori i ſuoni, & le coſe che ſi auicinano, che finalmente muoueno le figurine
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                  che beueno, & altre coſe, che con diletto luſingano gli occhi, & le orecchie: dellequali io
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                  ho ſcelto quelle, che io ho giudicato grandemente utili, & neceſſarie, & quelle, che non </s>
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