Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
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1567
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qua, & la fa ſalire per la ſua canna nel catino, & iui trouando l'altr' acqua, & non potendo quel
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la tornar a baſſo, eſſendo le bocche dal quoio otturate, ſale, & boglie mirabilmente, & eſce per
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la tromba di ſopra, & ſi fa andare doue l'h uom uuole: & questa è la fabrica della machina ri
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trouata da Cteſibio, alla cui ſimiglianza fatte ſono le trombe, che ſeccano, & uotano le naui,
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quando fanno acqua: bella, & utile inuentione, ſi come diletteuoli ſon quelle, che dice Vitru. eſ
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ſer state per diletto da Cteſibio ritrouate, doue ſi fanno ſaltare, & cantar gli uccelletti, & con
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l'approßimarſi d'alcune coſe, ſi fanno, che gli animali beuino, & le figure ſi muouino come ne di
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moſtra Herone. </
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s.008395
">Eenche quella parola Engibbata, ouero è ſcorretta, o uuole dir altro.
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Delle machine Hidraulice con le quali ſi fanno gli
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Organi. </
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">Cap. XIII.
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s.008398
">IO non laſcierò a dietro di toccare quanto piu breuemente potrò, & con ſcrit
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tura conſeguire a punto, cio che aſpetta alla ragione delle machine Hidrauli
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ce. </
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s.008399
">Egli ſi fa una baſa di legno ben collegata, & congiunta inſieme, in quel
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la ſi pone un'arca di rame, ſopra la baſa dalla deſtra, & dalla finiſtra ſi drizza
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no alcune regole poſte inſieme a modo di ſcala, in queſte ſi includeno alcuni moggetti di
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rame con i loro cerchielli mobili fatti ſottilmente al torno, queſti nel mezo hanno le lor
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braccia di ferro conficcate, & lor fuſaioli con i manichi, congiunte & riuolte in pelli di la
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na. </
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s.008400
">Dipoi nel piano di ſopra ci ſono i fori circa tre dita grandi uicino a quali, ne i lor fu
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ſaioli poſti ſono i Delfini di rame, che dalla bocca loro pendenti hanno dalle catene i cem
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bali, che calano di ſotto i fori de i moggetti nell'arca doue è ripoſta l'acqua, iui è come
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un tramoggio riuerſo, ſotto il quale ſono certi taſſelli alti cerca tre dita, i quali liuellano
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lo ſpatio da baſſo poſto, tra i labri inferiori del forno, & il fondo dell'arca. </
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Queſta fabrica di machina è difficile, & oſcura, il che Vitr. afferma nel fine del preſente Ca
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po, benche egli dica hauerla chiaramente eſpoſta, & nel principio del medeſimo capo ci promet
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ta di uoler ciò fare, & toccar la coſa, quanto piu uicino ſi puo: ma con ſomma breuità, & io ſtimo
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che egli cio fatto habbia, & eſſeguito, auenga che altri dica, che queſta forma di Vitr. ſia piu
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presto per un modello, che per una eſquiſita dimoſtratione, affermando che Nerone tanto ſi di
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lettaua di queſte machine Hidraulice, che conteneuano l'acqua, & per piu canne mandando
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fuori l'aere con l'acqua inſieme faccuano un tremante ſuono, che tra i pericoli della uita, & del
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lo imperio, tra gli abbuttinamenti de i ſoldati, & de i capitani, nel ſopraſtante, & manifeſto
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pericolo, non laſciaua il penſiero, & la cura di quelle: & che poi eſſendo diuulgati i libri di Vi
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truuio, Nerone non l'haueſſe coſi care, poi che con uulgata ragione fuſſero fabricate. </
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s.008402
">Et a
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me pare, che ſe bene minutamente Vitr. non ci eſpone tutte le coſe, che entrano nella detta ma
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china, come egli ancho non ha fatto nelle altre, preſupponendole aſſai manifeſte, pure ci dia tan
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to lume, che con la induſtria, & con la diligenza ſi puo fare quello, che egli c'inſegna: perche
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ancho ſe uogliamo deſcriuere la fattura de gli Organi noſtri, che uſiamo, conoſceremo chiaramen
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te, che non potremo coſi minutamente dimoſtrare l'artificio loro, che non ci reſti difficultà ap
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preſſo quelli, che di queſti ſimili ſtrumenti non fanno profeſſione, & non ne hanno pratica: tan
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to piu ci deue parere ſtrano l'antichità, sì per la proprietà de uocaboli, sì per la nouità delle coſe,
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che ſono diſuſate; benche l'organo di Vitr. conuegna in molte coſe con l'organo, che uſiamo, per
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che nell'uno, & nell'altro, è una iſteſſa intentione di ſonare mediante l'aere, di dar le uie allo ſpi
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rito per certi canali, che entri nelle canne, che quelle ſi otturino, & aprino al piacer noſtro, che
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s'accordino in proportione di muſica, che ſiano diuerſe, & facciano diuerſi ſuoni, & ſimili coſe,
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che di neceſſità ſono in queſti organi, & in quelli, benche altrimenti ſi facciano. </
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s.008403
">Percioche io
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non trouo, che gli antichi uſaſſero i mantici, benche ſi ſeruiſſero di coſe, che faceuano lo iſteſſo
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