Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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                  tro piedi, & due dita, di dodeci che uanno a far un piede, però ſono la ſeſta d'un piede, accioche
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                  la circonferenza della ruota ſia manifeſta, & intende per queſto, che la circonferenza uolga do­
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                  dici piedi & mezo, entrando il diametro tre fiate nella circonferenza del circolo. </s>
                  <s id="s.008452">eſſendo adun­
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                  que la ruota di dodici piedi & mezo di circonferenza, & poſto un ſegno in eſſa doue ella tocca la
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                  terra, & facendola girare ſopra la terra, fin che il medeſimo ſegno ritornial luogo di prima, ha­
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                  uerà ſcorſo lo ſpatio di dodici piedi & mezo. </s>
                  <s id="s.008453">Se adunque ogni compito giro di ruota, mi da dodi­
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                  ci piedi, & mezo di terreno, uolgendoſi la ruota quattrocento fiate, mi darà cinque mila piedi;
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                  &se uanno viuticinque piedi per paſſo, mi darà mille paſſi, & mille paſſi mi danno un miglio. </s>
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                  Ma accioche ſi conoſca quante fiate la ruota ſi uolga, non ſolamente con gli occhi, ma con l'orec
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                  chie, Vitruuio ce lo inſegna facilmente, come ſi uede nel teſto, & la figura piu chiaramente
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                  lo dimoſtra.
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                  <s id="s.008455">Similmente nel nauigare mutando alcune coſe ſi fanno queſti artificij, perche ſi fa paſ­
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                  ſare per li lati delle bande della naue un perno, il qual con le ſue teſte eſce per le parti eſte­
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                  riori della naue, nelle quali s'impongono le ruote di quattro piedi, & un ſeſto di diametro. </s>
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                  queſte ruote nelle fronti loro hanno le lor pinne, che toccano l'acqua, nella metà del per
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                  no: Dentro della naue al mezo c'è un Timpano, con undentello, che eſce dalla ſua cir­
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                  conferenza, iui appreſſo euui una caſſa col ſuo Timpano dentato di quattrocento dentelli
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                  egualmente diſtanti, & conuenienti al dentello di quel Timpano, che è poſto nel perno;
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                  ha di piu un dentello nel ſuo lato, che ſporta in fuori oltra la ritondità ſua, & c'è un'altro
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                  Timpano piano, confitto in un'altra caſſa dentato allo iſteſſo modo: coſi il dentello con­
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                  fitto al lato di quel Timpano, che ſta in coltello urtando in que dentelli di quel timpano,
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                  che ſta in piano, per ogni uolta che egli da a torno, facendo andar uno di que dentelli uol
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                  ge il Timpano, che è poſto in piano, nel quale ſono i fori, doue ſi ripongono i ſaſſolin
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                  ritondi: & nella caſſa del detto Timpano ſi caua un foro, che ha un canale, per lo quale il
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                  ſaſſolino liberato dall'oſtaculo, cadendo in un uaſo di rame, ne farà ſegno col ſuono, &
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                  coſi la naue ſpinta, o da remi, o da uento toccando le pinne delle ruote l'acqua contraria
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                  forzate da grandi ſpinte a drieto uolteranno le ruote, le quali uolgendoſi danno di uolta
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                  al perno, il perno uolgerà il Timpano, del quale eſſendo il dentello raggirato, per ogni
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                  giro, che egli dia a torno urtando in un dentello del Timpano ſecondo lo farà fare mode
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                  rati giri, & coſi poi che le ruote uoltate ſaranno dalle pinne quattrocento fiate, faranno
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                  dar'una uolta ſola al Timpano poſto in plano per lo incontro del dentello poſto nel lato
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                  di quel Timpano, che è in coltello. </s>
                  <s id="s.008457">Il giro adunque del Timpano piano quante fiate ue
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                  nirà per mezo il foro manderà fuori i ſaſſo lini per lo canale, & coſi & col ſuono, & col nu
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                  mero dimoſtrerà gli ſpatij delle miglia della nauigatione. </s>
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                  Queſto artificio è ſimile a quello della carretta, ma io uedo, che puo eſſer impedito il gir ar del­
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                  le ruote, o per l'acqua, o per altri accidenti, però io laſcio che la pruoua ſia quella, che lo con­
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                  fermi. </s>
                  <s id="s.008459">La figura ci dimoſtrerà quanto è ſcritto, & dell'organo, & della miſura del uiaggio, per
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                  che queſte ſono coſe, che la ſcrittura non puo a pieno dimoſtrare, però biſogna che la pittura le
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                  ponga dinanzi a gli occhi, & molto piu puo un buon ingegno capire di quello, che dimoſtra la pit
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                  tura, & ſe al buon ingegno fuſſe aggiunta la pratica di fare altre ſimili machinationi, non ha dub
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                  bio, che la ſcrittura ſola gli baſterebbe, ma inuero biſogna naſcerci, & hauere inclinatione na­
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                  turale, & diletto di operare. </s>
                  <s id="s.008460">Et qui fa fine Vitr. di trattare di quelle coſe, che appartengono
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                  all'utile, & al diletto de gli huomini al tempo, che ſono ſenza ſoſpetto, & in pace. </s>
                  <s id="s.008461">alle quali co
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                  ſe io potrei a pompa molte coſe aggiugnere di quelle, che mette Herone, ma egli mi pare, che ſi­
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                  mili artificij deono eſſer tenuti in reputatione, perche da molti, che non intendeno ſono tenuti ui­
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                  li, & hauuti in poco pregio. </s>
                  <s id="s.008462">Ma non ſanno di quanto grande utilità puo eſſer il ſaperne render
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                  conto, & quante coſe, che non ſono poſte da gli autori, ſi poſſono ritrouare a beneficio del mor­
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                  do per gli ſcritti di quelli, eſſendo (come io ho detto nel primo libro) gran uirtù, & gran forza
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