Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1za K. la cui larghezza, & groſſezza è d'un foro, & mezo, ma l'altezza non ha proportio­
ne di foro, ma ſarà baſtante quello, che ſarà neceſſario all'uſo <15> <14> d'un braccio, la lun­
ghezza di fori VI <15> <14> la groſſezza nella radice ne gli eſtremi F.
Io ho eſpoſto quelle ſim­
metrie trattando delle Baliſte, & delle Catapulte, che io ho giudicato ſommamente cſpe
dite, ma come ſi carchino, & tirino con funi torte di neruo, & di capelli, quanto potrò
con i ſcritti abbracciare non laſcierò.
Et qui che potemo noi dire in tanta ſcorrettione di teſto? in tanta confuſione di miſure, & in
tanta oſcurità di uocaboli?
Mirabile era certo queſta machina tirando fin ducento è cinquanta li
bre di peſo, & ci uoleua una grandiſſima manifattura, di parti & membri di eſſa.
Delle tempre, et carcature delle Baliste, et delle Ca­
tapulte.
Cap. VXIII.
Piglianſi traui lunghiſsimi ſopra i quali ſi conficcano i gattelli, dentro de quali
uanno i naſpi, ma per mezo gli ſpatij di quelle traui ſi ta gliano dentro le for­
me, nelle quali s'inueſtono i capitelli delle Catapulte, & con cugni ſono fer
mati, & tenuti accioche nel caricarle, & tirarle non ſi muouino.
Piglianſi
poi i moggetti di rame, & quelli ſi metteno dentro ne i capitelli, dentro i quali uanno i
cugnetti di ferro detti da Greci Epiſchidi: oltra di queſto ui ſi pongono le anſe delle cor­
de, & ſi fanno paſſare dall'altra parte, & d'indi ſi riportano a i naſpi, inuolgendoſi nelle
ſtanghe, accioche per quelle ſteſe, & tirate le corde quando con le mani ſaranno toc­
che, habbian eguale riſpondenza di ſuono nell'una, & l'altra parte, & quando hauere­
mo fatto queſto, allhora con cugni a i fori, ſi ſerrano di modo, che non poſſono piu am­
mollarſi, & coſi fatti paſſare dall'altra parte con la iſteſſa ragione con le ſtanghe ſi ſtende­
no per li naſpi, fin che ſuonino egualmente, & coſi con i ferramenti de i cugni ſi tempra­
no le Catapulte al ſuono con udito, & orecchia muſicale.
Queſto accennò Vitr. nel primo libro uolendo, che lo Architetto haueſſe qualche ragione di
Muſica: perche ſe è quella proportione da ſuono, a ſuono, che è da ſpatio a ſpatio, non prima
ſerrar ſi deono i fori poſti ne i capi, per li quali ſi tirano le funi torte, che rendino ſuoni eguali,
& allhora renderanno ſuoni eguali, che ci ſarà parità di ſpatij, & eguale tiramento dalla de­
ſtra, & dalla ſinistra delle funi: & quando queſto dall'orecchia ſarà udito, allhora ſarà molto
bene temperata la carcatura, & il colpo ſarà dritto & giuſto, come la ragione ci dimoſtra.
Delle coſe da oppugnare, et da difendere, et pri­
ma della inuentione dello Ariete et della
ſua machina.
Cap. XIX.
IO ho detto quello, che io ho potuto di queſte coſe. Reſtami dire delle ma­
chine da battere, & da oppugnare in che modo con machinationi i uittorioſi
capitani, & le città eſſer poſsino difeſe.
Prima quanto appartiene alla oppu­
gnatione, coſi ſi dice eſſer'ſtato ritrouato l'Ariete.
I Carthagineſi per oppu­
gnar Gade s'accamparono, & hauendo prima preſo il caſtello ſi sforzarono di gettarlo a
terra, ma poi che non haueuano ferramenti per roinarlo preſero una traue, & queſta con

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