Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
,
1567
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nella tutela de i quali ſpecialmente è poſta la terra, & a Gioue, & a Giunone, &
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a Minerua ſi danno i piani in luoghi altiſsimi, di doue ſi poſſa unitamente uedere gran
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diſsima parte della città. </
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s.001358
">Ma a Mercurio nel Foro, ouero, come anche ad Iſide, & a
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/>
Serapi, nel ſondaco, o mercato. </
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s.001359
">Ad Apolline & al padre Bacco, preſſo al Theatro. </
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s.001360
">
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/>
Ad Hercole uicino al Circo. </
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s.001361
">in que luoghi doue non ſaranno Gimnaſi, o Anfitheatri. A
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Marte fuori della Cíttà, & al campo. </
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s.001362
">& a Venere al porto. </
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s.001363
">& queſto è ſtato ordinato da
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gli auriſpici Etruſchi, cioè, che a Venere, a Vulcano, & a Marte ſiano fatti i tempij
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fuori delle mura: accioche i piaceri di Venere non prendino piede nella città appreſſo la
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/>
giouentù, & le madri di famiglia, & che dalla forza di Vulcano tratta fuori della città
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/>
con religione, & ſacriſicij, gli ediſici parino eſſer dal timore de gli incendij liberati. </
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s.001364
">Ma
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/>
la'diuinità di Marte eſſendo fuori della terra conſecrata, non ſarà la diſſenſione, che
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uiene all'arme tra li cittadini, ma con quella difeſa da i nimici conſeruerà quella da i
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pericoli delle battaglie. </
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s.001365
">Similmente a Cerere ſi faranno i tempij fuori della città, in
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luoghi, doue non ſi uada, ſe non per neceſsità, douendoſi con religione, & con ſanti
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/>
coſtumi queſto luogo conſtantemente guardare. </
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s.001366
">Al reſtante de gli altri dei, biſogna
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ritrouar i luoghi da fabricare, che ſiano conuenienti guardando ſempre alle maniere
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de i ſacrificij. </
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Tratta Vitruuio in queſto capo, quanto appartiene alla uniuerſal diſpoſitione, diſtributione,
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/>
& decoro de i luoghi, conſiderando il compartimento de i piani all'uſo commune. </
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s.001368
">Compar
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/>
timento in queſto luogo io chiamo una ragioneuole diuiſione del piano accompagnata dal deco
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ro, dalla ſufficienza delle parti, & dalla riſpondenza delle coſe: ſi che a grandi ſoggetti,
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/>
grandi edificij ſi facciano, & de i grandi edificij grandi ſiano i membri; perche la Citta è
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come una grandiſſima caſa, come ſi puo dire, che la caſa ſia una picciola città. </
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s.001369
">Il ſauio Ar
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chitetto deue donare alcuna coſa alla uſanza de i paeſi, non però deue egli errare, nè ab
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/>
bandonare la ragione: ma non laſciare la uſanza, & tenerſi alla ſcienza; altrimem i la cat
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/>
tiua uſanza non è altro, che la uecchiezza del uitio: dal quale animoſamente l'huomo ſi
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/>
deue diſcoſtare, & dar buono eſempio a i ſucceſſori. </
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s.001370
">La ragione adunque del Foro è che ſia
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/>
poſto preſſo al porto, ſe la città è uicina al mare: ouero nel mezo della città, ſe ella è fra
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/>
terra: il Foro è luogo, doue ſi uendeno le coſe, & doue ſi tiene ragione, è commodo a foreſtie
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/>
ri, & mercanti, che uengono di parti lontane eſſendo uicino al porto, quando la città è proſ
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/>
ſima al mare: ma nel mezo della città è commodo, perche il mezo è propinquo a tutte le par
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/>
ti, & preſto prouede a i biſogni, & però Vitruuio ha detto. </
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s.001371
">In medio oppido. </
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s.001372
">perche oppi
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/>
dum è detto dal dare aiuto, che in latino ſi dice dare opem; ouero perche iui ſi portano le
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/>
ricchezze, che, opes, ſi chiamano. </
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s.001373
">Il reſto è facile.
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s.001374
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/>
zo, & nel quarto libro ne renderò le ragioni: percioche mi è piacciuto determinare
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/>
prima della copia della materia, che ſi deue nelle fabriche preparare: & eſponere la
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/>
forza & uſo di quella, & poi trattare delle miſure de gli ediſicij, & gli ordini, & le manie
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/>
re partitamente di tutte le ſimmetrie, & in ciaſcuno de i ſeguenti libri eſplicare. </
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Et ragioneuolmente prima tratta della materia, & poi della forma: perche prima poco è
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da dire della materia, come coſa che la natura ci porta, & molto della forma: & è giuſto
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sbrigarſene preſto. </
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s.001376
">Dapoi perche un'iſteſſa materia ſerue a diueſe forme, & maniere. </
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s.001377
">& ſi
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/>
mile uſanza tiene Ariſtotile, per commodità della dotrina, ne i libri de i principij naturali.
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Fine del Primo Libro.
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