Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

Table of figures

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1ria, & forma naturale. & uolle, che queſti fuſſero inſiniti, cioè di numero grandiſſimo, & di
figure
diuerſe.
& però altri ritondi, altri piani, altri dritti, altri adunchi, altri aeuti, altri rin
tuzzati
, altri di quadrata, altri d'altra forma facendo, & nel uacuo del mondo diſpergendogli,
uoleua
, che per la unione, & per la ſeparatione di quelli ſatta diuerſamente, ſi produceſſero le
coſe
, & mancaſſero, come ci appare.
Et queſta era l'opinione di Democrito, per la quale ſi com
prende
, ch egli uoluto habbia, & creduto, che la natural figura, & apparenza de i corpi ſia la
forma
loro ſoſtantiale, & uera; il che in uero non è, perche la figura è accidente, & non ſoſtan­
za
delle coſe.
Pare che Vitr. uoglia, che Democrito habbia hauuto la opinione de i Pithagoriciſe
bene
egli non ha nominato aere, acqua, terra, fuoco: & forſe per queſta cagione egli nell'otta
uo
libro non ha fatto mentione di queſto.
Ma dichiamo anchora noi alcuna coſa. Quattro ſono i
<18>rincipij materiali di tutte le coſe ( come uogliono gli antichi, che gli chiamorono primi corpi )
& queſti ſono terra, acqua, aete, & fuoco.
Et ſe piu oltra paſſare ſi uoleſſe, egli ſi potrcbbe
dire
anche queſti eſſer compoſti d'altri principij; ma non ſi conuiene piu adentro penetrare in que­
ſto
luogo.
perche hora ſi tratta di que principij, le qualità de i quali fanno tutte le mutationi, &
gli
effetti, che nelle coſe ſi trouano, & quelle qualità deono eſſer manifeſte come ne i ſeguenti uer­
ſi
tratti dalle noſtre Meteore ſi dimoſtra.
Dalla terra l'humor, l'aura gentile
Dal
foco ſcielſe, & a que corpi diede
Loco
ſublime, a queſti baſſo, e humile.
L'aer lubrico, & graue a piu chiarezza
Si
moue del liquor, che a maggior pondo,
Giugne
la ſiccitade, & la ſodezza.
Ch'indi lo eterno corſo lo mantiene,
Lo
tempra, & lo diſcerne, & uariande
In
pro di noi uiuenti lo ritiene.

Et
la miſura d'ogni coſa è'l quando.

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