Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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                  <s id="s.001593">Oltra di queſto ſi fanno mezi mattoni, i quali quando ſi metteno in opera, ne i corſi di
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                  una parte ſi inetteno gli intieri, dall'altra i mezi: & però quando dall'una, & l'altra parte
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                  ſono poſti à drittura i pareti cambieuolmente con gli ordini, & corſi ſono legati,
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                  & i mezi mattoni ſopra quelle commiſſure collocati, & fermezza, & aſpetto non ingrato
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                  fanno da l'una, & l'altra parte. </s>
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                  Vitruuio dimoſtra una bella maniera di mettere i mattoni uno ſopra l'altro, & perche la uarie
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                  tà porge diletto in qualunque opera, però trouando egli una forma di quadrelli differente in gran­
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                  dezza, c'mſegna di accompagnarli in modo, che habbiano del buono. </s>
                  <s id="s.001595">perche queſti mezi mat­
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                  toni accompagnati con quelli intieri, ne i corſi, & ne gli ordini, che egli dice, Coria, fanno un
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                  bel uedere, quando dalle commiſſure di due quadrelli maggiori, ſopra quelle uengono ad incon­
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                  trare il mezo de i quadrelli minori, come ſi uede nella figura ſegnata, aniſodomon. </s>
                  <s id="s.001596">& l'eſſempio
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                  de i mattoni triangulari nelle figure ſegnate. </s>
                  <s id="s.001597">I. & II. </s>
                  <s id="s.001598">Similmente ci ſono le figure de i mattoni
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                  detti didoron, tetradoron, & pentadoron, con le maniere di murare, delle quali parla Vitru.
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                  nell' ottauo capo del preſente libro. </s>
                  <s id="s.001599">ſeguita poi Vitr. di filoſofare cerca la ragione, che in alcuni
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                  luoghi imattoni ſecchi ſopra nuotano all'acqua, & dice.
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                  <s id="s.001600">Sono nella Spagna di là Calento, & Malsia, & nell'Aſia Pitane, doue i mattoni, quan
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                  do ſono ſpianati, & ſecchi, poſti poi nell'acqua ſopranuotano. </s>
                  <s id="s.001601">Ma perche poſsino coſi
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                  nuotare, queſta mi pare, che ſia la ragione: perche la terra di che ſi fanno, è come po=
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                  mice, & però eſſendo liggiera, & raſſodata dallo aere non riceue, nè aſſorbe il liquo
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                  re, & però eſſendo di lieue, & di rara proprietà, nè laſciando, che entri l'humor nella
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                  ſua corporatura, ſia di che peſo eſſer ſi uoglia, è forzata, come la pomice, da eſſa natu
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                  ra di eſſer dall'acqua ſoſtenuta, & di qucſto modo ne hanno grande utilità, perche nè
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                  troppo peſo hanno nelle opere, nè quando ſi formano ſono disfatti dalle pioggie. </s>
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                  Strabone nel terzo decimo libro della ſua Coſmografia coſi dice. </s>
                  <s id="s.001603">Dicono che appreſſo Pita­
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                  ne i quadrelli nell'acqua ſopranuotano, il che adiuiene ſimilmente in Etruria in una certa Iſola:
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                  imperoche eſſendo quella terra piu lieue che l'acqua, accade che eſſa è portata. </s>
                  <s id="s.001604">Poſſidonio rife­
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                  riſce hauer ueduto, che i quadrelli fatti d'una certa creta, che netta le coſe inargentate, ſta di
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                  opra l'acqua. </s>
                  <s id="s.001605">puo eſſer anche la regione del ſopranuotare, la ontuoſità della pietrà, & le
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                  ſcauernoſità con la ecceſsiua ſiccità, che non admmetta l'huinore.
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