Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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Vitruuio tratta in queſto luogo delle pietre fatte dalla natura, & ne dimoſtra la diuerſità, l'
ſo
, & il commodo di eſſe molto facilmente.
& tutta queſta materia ſimilmente è stata pigliata,
& leuata di peſo dirò coſi, da Plinio nel trenteſimo quinto libro al uigeſimo ſecondo Capo.

Hora
anche noi in ſomma diremo.
Cinque generi di pietre naturali ſi trouano, la Gemma, il
marmo
, la cote, il ſelice, il ſaſſo.
Le Gemme ſi conoſceno dalla ſoſtanza, dal uedere, dal toc­
care
, & dalla lima.
ſono piu graui, & piu fredde del uetro, non patiſceno la lima, hanno lo
ſplendore
piu ſaldo, piu chiaro, & empieno, & dilettano la uista piu che ſi mirano, ſi ſmar­
riſcono
al lume della lucerna, & ſono di ſoſtanza uiuace, & piena.
Di queſte non ragiona l'Ar­
chitetto
, perche non uanno nelle ſabriche.
I marmi prouano la lima, ſono grandi, & riſplen­
deno
: le ſelici hanno come ſquame; le coti come grani; i ſaſſi non hanno ſplendore.
Ragionan­
do
delle pietre, conſideramo il tempo di cauarle, la quantità, la qualità, la comparatione, l'uſo.
& da gli edificij fatti ſi pigliano le lor qualità. però ſi ha, che la pietra bianca ubidiſce piu, che
la
foſca.
La trapparente meglio, che l'opaca. piu intrattabile quella, che piu s'aſſomiglia al ſa­
le
.
il ſaſſo aſperſo come di arena, è aſpro, ſe gli uſciranno come punte nere è indomabile. l'aſper­
ſo
di goccie cantonate, è piu ſodo, che lo aſperſo di ritonde.
Quanto meno è uenato, tanto piu
è
intiero.
piu dura quello, che è di colore purgato & limpido. migliore è quello, la cui uena è
ſimile
alla pietra.
La uena ſottile moſtra la pietra ſpiaceuole. la piu torta, & che piu gira, è
piu
auſtera.
La nodoſa è piu acerba. quella pietra piu ageuolmente ſi fende, che nel mezo ha
una
linea roſſa come putrida.
proſſima a quella è la bianchegna, quella, che pare un giaccio uer­
de
è piu difficile.
Il numero delle uene dimoſtra la pietra inconſtante, & che crepa. Le uene
dritte
ſono giudicate piggiori.
Quella pietra è piu ſoda, le cui ſcheggie ſono piu acute, & terſe.
La
pietra, che ſpezzata rimane piu liſcia di ſuperficie, è piu atta allo ſcalpello.
l'aſpra quanto
piu
biancheggia, tanto meno ubidiſce al ferro.
La foſca quanto piu la Luna ſcema, tanto meno
conſente
al ferro.
ogni pietra ignobile, tanto è piu dura, quanto è piu cauernoſa. Quella, che
non
aſciuga l'acqua, che ſe le ſpruzza ſopra, è piu cruda.
ogni pietra graue è piu ſoda, & piu ſi
liſcia
, che la leggiera.
& la piu leggiera della piu graue è piu fragile. Quella che percoſſa riſuo­
na
, è piu denſa della ſorda.
La ſtropicciata, che ſa di ſolfo, è piu dura che la ſenza odore. Quel
la
, che piu reſiſte allo ſcalpello, piu dura alle acque, & mali tempi.
Ogni pietra di nuouo ca­
uat
a, è piu tenera.
& io ne ho uedute in Inghilterra che biſogna lauorarle alle caue, perche ſe
ſtanno
troppo cauate s'indurano di modo, che non ſi poſſono lauorare, ſe non ſtanno nell'acqua
un
'inuernata.
ſoffiando l'Oſtro piu facilmente ſi lauorano le pietre, che ſoffiando Borea. quella pie­
tra
, che nell'acqua ſi fa piu graue, ſi disfa per l'humore.
quella, che per lo fuoco ſi ſgretola, non

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