Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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7163TERZO.
O@tima coſaénellαmente dellhucmo la ragione, & queſta cccellentemente ſi dimosεtra nelle proportioni, & però ſ@Vitr. ha detto che la ragicre
della corriſpondenza delle miſure con grandisſima diligenza eſſer deue da gli Architetti appreſa, egli ha detto coſa ragioneuole,honeſta, &
de
bita alla diuinità &
ſe coſa mortale puo à baſtanza honorare la immortalità, direi anchcra io che le piu pretioſe, & care coſe eſſer douriano
ſoggetto alle proportionate fabriche de i ſacri luoghi, accioche, &
con la forma, & con la materia ſi honoraſse quanto piu ſi poteβe ogni
coſa del cielo.
Neceſſaria è adunque la cognitione della Simmetria, & accioche egli ſi ſappia doue ella naſce , inſegnacelo Vitr. dicendo.
Queſta ſi piglia dalla proportione, (& dice,) che coſa è proportione, in quefto modo.
Proportione è conuenienza di moduli, & di miſura in ogni opera, ſi della rata parte de i membri, come del tutto, dalla-
qual procede la ragione delle Simmetrie.
Hauemo noi di ſopra diffinita la proportione ſecondo la communanza, & uniuerſalità di quel nome, hora Vitr. applica lo iſteſſo uocabulo al-
la pratica della Architettura, dicendo, che la Proportione è una conſonanza,e rifpondenza delle miſure delle parti tra ſe ſteſſe, &
col tutto
1110 in ogni opera che ſi ſa, &
queſta conſonanza egli chiama commodulatione, percioche modulo è detta quella miſura,che ſi prcnde da prima
con laquale, &
le parti, & il tutto ſi miſura, & però proportione nelle fabriche altro non è che comparatione de moduli, & di muſure in
quello, in che conuengono, ò le parti inſieme delle fabriche, ò il tutto unitamente con le parti.
Queſto penſo io, che di già ſia manifeſto, però dice Vitr. ſeguendo ci dimoſtra da quale eβempio di natura, e ſtata pigliata la ragione delle
miſure, &
dice.
Perche non puo fabrica alcuna ſenza miſura, & proportione hauer ragione di componimento, ſe prima non hauerà
riſpetto, &
conſideratione ſopra la uera, & certa ragione de i membri dell’huomo ben figurato.
La natura maeεtra ce inſegna, come hauemo à reggerſi nelle miſure, & nelle proportioni delle fabriche à i Dei conſecrate, imperoche non da
altro ella uuole che impariamo le ragioni delle Simmetrie, che ne i Tempi uſar douemo, che dal Sacro Tempio fatto ad imagine, &
ſimiglian
za di Dio, che è l’huomo, nella cui compoſitione tutte le altre merauiglie di natura contenute ſono, &
però con bello auuedmento tolſero gli
2220 antichi ogni ragione del miſurare dalle parti del corpo humano, doue con Ragione Vit.
ha detto niuna opera poter hauer di compunento
ragione, ſe prima non hauerà riguardo alla S immetria delle membra humane, &
accioche ſi conoſca in che modo ſiano εtate pighate le miſu-
re del corpo humano, egli ci dimoεtra partitamente, ogni ragione di eβo &
dice.
Perche la natura in tal modo ha compoſto il corpo dell’huomo, che la faccia dal capo dal mento alla ſommità della
fronte, &
alle baſſe radici de i capelli fuſſe la decima parte, & tanto ancho fuſſe la palma della mano dalla giuntura
del nodo alla cima del dito di mezzo, il capo dal mento alla ſommità della teſta l’ottaua parte, &
tanto ancho dal-
le baſſe ceruici.
Prima, che io eſpona la intentione di Vitr. parmi neceſſario dicbiarire breuemente alcune coſe pertinenti alla preſente conſideratione. Ditre ma-
niere ſi dice eßer la miſura.
Primier amente quando una coſa è piu perfetta che le altre ſotto un’iεteſſo genere, quella ſi dice miſura di perfet-
tione, in queſto modo l’huomo fra tutti gli animali eſſendo il piu perfetto ſi puo dir, cβer la miſura di tutti gli animali.
Chiamaſi poi miſura
3330 d’agguaglianza, quando la miſura contiene la coſa miſurata, &
niente piu, & niente meno, come un concio di uino, ſi chiama miſura di
uino, in fine miſura:
quella quantità nominiamo, che preſa piu fiate mifura il tutto, coſi dicesno la canna miſurar’ il panno: di queſta noi par-
lamo, queεta è quella, che dalla miſura della perfettione, che è l’huomo tra gli animali è ſtata preſa da gli antichi, onde miſurare altro non è
che far manifeεta una quantit à prima non conoſciuta con una quantità, che è piu certa à noi, &
pero con ragione dalle parti dell’huomo εta
te ſono pigliate le miſure delle coſe, &
è ragioneuole, che dalla teſta ſi prenda la miſura del tutto, eſſendo in quella poεto il ualore di tutti i
ſentimenti humani, come coſa piu nobile, e principale, &
piu manifeſta. Vitr. uuole che l’huomo ſia di dieci teſte, ſe per teſta egli s’intende
dal mento al naſcimento de i capelli, &
uuole ancho che ſia di otto teſte, ſe per teſta egli s’intende lo ſpacio che è dal mento alla ſommit à del
capo.
Io efponerò la ſua intentione laſciando il diffinine le controuerſie delle miſure del corpo humano à Pittori, e Scultori.
Dalla ſommità del petto alle radici de i capilli la ſeſta parte,alla ſommità della teſta la quarta, dal fine del mento al fine
delle narjci e la terza parte dell’altezza di tutta la faccia, &
tanto è lungo il naſo tutto inſino al mezzo del ſopra-
4440 ciglio, &
tanto ancho da quello fino alle radici de i capelli, doue ſi fa la fronte, ma il piede e la ſeſta parte dell’altez-
za del corpo, il cubito la quarta, il petto ancho la quarta, &
in queſto modo ancho gli altri membri hanno le loro
conuenienti, &
proportionate miſure lequali ancho da gli antichi Pittori, & Statuari ſono ſtate uſate, & però gran-
de, &
infinite lode riportato hanno.
Seguita Vitr. à darci le miſure del corpo humano dellequali copioſamente ne ha parlato il buon Alberto Durero nel ſuo libro della Simmetria
dell’huomo.
Gli antichi faceuano i corpigrandi, le teſte alquanto picciole, & la ſueltezza era poſta nella lunghezza della coſcia, parlo hora
de i corpi perfetti, imperoche altra miſura conuiene à putti altra à corpi grasſi, altra ad alcuni aſciutti, ſimilmente gli antichi εtando nelle
miſure conuenienti amauano la lunghezza, &
la ſottigliezza d’alcune parti parendo loro di dar non ſo che piu di leggiadro all’opere; & pe-
rò ſe bene dalla raſſetta, che è la piegatura della mano, inſino alla ſommità del dito di mezo uoleuano che tanto fuſſe dal mento alla ſommit à del
la fronte;
niente dimeno per la detta cagione faceuano la mano, & le dita alquanto piu lunghe, il Filandro auueriiſce, & bene; che non puo
5550 ſtar quello, che dice Vitr.
che il petto ſia la quarta parte, & uuole, che quando Vitr. dice, che’l cubito ſia la quarta parte, egh’intenda non
dalla giuntur a del braccio alla raſſetta, ma dalla giuntura del braccio alla ſommità del dito mezzano.
Vuole Pomponio Gaurico che la giuſta altezza ſia di noue teεte, altri alquanto piu, ma noi altroue ci riſſeruamo non eſſendo queεto il propio luo
go, non però uolemo reſtar di pouer per ſatisfattione d’alcuni, quello, che à queεto propoſito ſi legge nel libro della ſottilità, doue ſono
queſte parole.
Queεta è la ſorma del corpo humano perſetto. La faccia è la decima di tutta la longhezza del naſcimento de i capelli all eſtremo del pollice del
piede.
La faccia ſi diuide in tre partieguali,l’una ſi da dalla radice de i capelli alla ſommità del naſo, l’altra è la lungbezza del naſo, che è la tri
geſima parte di tutto il corpo.
La terza è dal fine del naſo al mento. La lunghezza della bocca è eguale alla lunghezza dell’occhio, & la lun-
ghezza dell’occhio, e quanto lo ſpacio da un’occhio all’altro, di modo che in tre parti ſi diuida lo ſpacio, che è da un’angulo dell’occhio allo an
gulo dell’altro, cioè due occhi, &
lo ſpacio che è tra quelli, & tutto queſto, e doppio alla lunghezza del naſo, di maniera che la lunghezza
6660 dell’occhio, &
l’apritura della bocca ſia doppia alla nona parte della lunghezza della faccia, & per queſto ancho adiuiene, che la lunghezza
del naſo ſia ſeſquialter a all’apritura della bocca, &
alla lunghezza dell’occhio, laqual lunghezza del naſo eſſendo tripla allo ſpacio che è
dal naſo alla bocca, ne ſegue, ehe queſto ſpacio ſer à la materia dell’apritura della bocca, &
della lunghezza dell’occhio, il circuito della bocca
e doppio alla lunghezza del naſo e triplo all’apritura, A dunque tutta la lunghezza della faccia, èſeſquialtera al circuito della bocca, &
allo
ſpacio, che è dallo angulo eſteriore d’un occhio all’angulo eſteriore dell’altro, percioche queſto ſpacio, ètanto quanto èil circuito della boc-
ca, il circuito del naſo da baſſo è pare alla ſua lunghezza, il circuito dell’orecchia è eguale al circuito della bocca, il foro della narice e la quar
ta parte della lunghezza dell’occhio, &
in tal guiſa è diſpoſta la miſura del corpo humano, come qui ſotto ſi uede.
La faccia parte dieciotto, tra due anguli eεteriori de gliocchi parti dodici. La lunghezza del naſo parti ſei, il circuito da baβo del naſo parti
ſei, la lunghezza dell’orecchia parte ſei, dalle radici de capelli al naſo parte ſei, dal men o al ſotto naſo parti ſei, la lunghezza della bocca par
ti quattro, la rotondità della bocca parti dodici.
Dalla cima della teſta al fine di dietro parte uenti quattro, dalla ſommit à del petto alle ſom-
7770 me radici de i capilli partitrenta, dalla forcella ſopra il petto alla cima della teεta parti trenta ſei, il circuito dell’orecchia parti dodeci, la lun-
ghezza dell’occhio parti quattro, la diſtanza tra un’occhio, &
l’altro parti quattro, dal ſotto naſo alla bocca parti duo, dalla bocca al men-
to parti quattro, il ſoro del naſo parte una, l’ambito della ſronte di ſopra parti diciotto, dalla giuntuta della mano alla ſomnità del dito di mez
zo la palma parti diciotto, dal mento alla ſommità della teſta parti uentiquattro, il piede parti uenti, il cubito parti trenta, il petto parti
trenta.
Tutto il corpo parti cento e ottanta. Sono ancho i maſchi delle tempie proportionali alla lunghezza della faccia, & le orecchie al
naſo, come oſſeruato hauemo.
Similmente dal nodo della mano alla ſommit à del dito mezzano, e la decima di tutto il corpo, dal mento

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