Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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LIBRO QVARTO
DELLA ARCHITETTVRA
DI M. VITRVVIO.
55[Figure 55]
PROEMIO.
HAVENDO io ò Imperatore auuertito, che molti laſciato hanno precetti, & uolumi
di Commentari non ordinati, ma cominciati come particelle ſmembrate, degna, &
uti
lisſima coſa ho penſato prima il ridurre tutto il corpo di queſta diſciplina à perfetto
ordine, &
poieſplicare in ciaſcuno uolume le preſcritte, ecerte qualità delle maniere
partitamente.
Nel primo uolume adunque ò Ceſare io ti ho dichiarito l’ufficio dello Ar
chitetto, &
dimoſtrato di che arti biſogna, che egliperito ſia. Nel ſecondo io ho diſpu-
tato della copia della materia, che ſi adopera nelle fabriche.
Nel terzo delle diſpoſitioni
de i ſacri Tempi, &
della uarietà delle loro maniere, quali, & quante forme s’habbia-
no, &
delle diſtributioni, che ſono in ciaſcuna maniera, & de i tre generi, che erano di
ſottilisſime conditioni per le proportioni delle loro miſure, ho dimoſtrato l’uſanze Io-
1110 niche.
Hora in queſto uolume io tratterò de gli Inſtituti Dorici, & Corinthij, & di
tutti, &
le differenze, & le propietà farò manifeſte.
PERCHE Vitr. non ſaccia nel Proemio del quarto, come nei Proemi de gli altri libri, diſcorrendo ſopra alcuna
bella coſa, laragione (come io ſtimo) puo eſſer questa.
La materia di queſto libro è continuata con la materia del pre-
cedente, però non biſognaua far altro Proemio, con digresſione, &
hiſtoria come ha ſatto ne gli altri; ma per che ha
ſatto queſto poco?
Prima per diſtinguer un libro dall’altro, dapoi per continuar la materia dimoſtrando quello, che ſin
hora egli ci ha inſegnato, &
quello, che egli ciè per inſegnare, & ſe alcuno diceſſe non doueua egli ſotto un libro com-
prender tutta la materia delle ſabriche dedicate alla religione?
io direi che per ſuggir il tedio, che ci arreca la lunghez-
za delle coſe, egli ha uoluto dar modo al terzo libro, &
riſeruarſi nel quarto à dichiararci il restante, & per quella breuità, che egli
2220 lauda nel Proemio del ſeguente libro, che ci ſa piu pronti alle coſe, che preſto ſi ſiniſcono, ben dico io, che in ogni Proemio ci è che auuer-
tire, &
in queſto ſpecialmente la doue egli dice.
Nel terzo delle diſpoſitioni de i Sacri tempi. Quanto à gli aſpetti delle ſronti, & de i lati al primo capo.
Et della uarietà delle loro maniere. Quanto allo ſpatio delle colonne, del che ne ſono cinque ſpecie, come ſi uede al ſecondo capo, nel
qual è compreſo ancho quello che qui dice Vitr.
Quali, & quante forme s’habbiano, & delle diſtributioni, che ſono in cia-
ſcuna maniera.
Quanto alla applicatione delle cinque ſpecie, alle figure de gli aſpetti, & ancho doue egli dice.
Et dei tre generi, che erano di ſottilisſime qualità per le proportioni dei moduli, cioè Dorico, Ionico, & Corinthio.
Et in uero coſi ritrouo, & è neceſſario riuolgere nella mente le coſe dette ſopra le proportioni, & i componimenti di quelle, nel terzo libro,
&
eſſercitarſi nel ragionare ſopra di eſſe, ricordandoſi oltra di queſto della Eurithmia, che è il temperamento delle proportioni applicate al-
la materia, come la equità alle coſe di giustitia.
Tratta adunque in queſto libro della Origine, & inuentione delle colonne, de i loro ornamen
3330 ti della ragion Dorica, e Corinthia, del compartimento, &
diſtributione del di dentro, & del di ſuori, de i tempi, & ci da alcuni precetti di
porre i tempi ſecondo le regioni, e parti del Cielo:
parla delle porte, del ſabricar antico di Thoſcana, & delle ſorme ritonde de i Tempi, &
de gli Altari, &
con queſto termina la ragion della ſabrica alla religione conſecrata.
CAP. I. DI TRE MANIERE DI COLONNE, ET DELLE
ORIGINI ET INVENTION LORO.
Le colonne Corinthie hanno tutte le miſure come le Ioniche, eccetto i capitelli, ma le altezze dei ca
pitelli fanno quelle per la rata parte piu alte, &
ſottili, perche l’altezza del Capitello Ionico e la
terza parte della groſſezza della colonna, ma del Corinthio è tutta la groſſezza.
Adunque perche
4440 due parti della groſſezza della colonna ſono aggiunte à i capitelli Corinthij, però fanno l’altezza
di quelle con la forma piu ſottile, tutti gli altri membri, che ſopra le colonne ſi poſano, ò dalle mi-
ſure Doriche, ò dalle uſanze Ioniche ſono trasferite nelle colonne dei Corinthij, perche la manie-
ra Corinthia non ha propia inſtitutione de gocciolatoi, &
di altri ornamenti, ma ouero dalle ragioni de Triglifi ne
igocciolatoi i mutoli, &
ne gli epiſtili le goccie all’uſanza Dorica diſpoſte ſono, ò uero ſecondo le leggi Ionichei fre
gi ornati di ſcolture coni dentelli, &
con le corone ſi compartiſcono, & coſi di due maniere trappoſtoui il capitel-
lo è ſtata nelle opere la terza maniera prodotta, perche le nominanze de i tre generi, cioè Dorica, Ionica, &
Co-
rinthia fatte ſono dalle formationi delle colonne, dellequali la prima, &
antica nata è la Dorica.
Nel preſente capo tratta Vitr. delle origini, & inuentioni delle maniere delle colonne, della colonna Corinthia, & del capitello. Le regole delle
Corinthie ſono breuemente raccolte, la prima è che le colonne Corinthie no ſono dalle Ioniche diſſerenti di miſure, ſaluo che nel capitello, im-
5550 peroche (come ueduto hauemo nel precedente libro,) il capitello Ionico è alto per un terzo della groſſezza della colonna, &
(come qui dicè
Vitr.
il capitello Corinthio è alto tanto, quanto tutta la groſſezza della colonna, dalche naſce, che la colonna Corinthia per l’aggiunta di due
parti è piu ſuelta, &
pare piu ſottile, la ſeconda è che gli altri membri, che uanno ſopra le colonne, ò ſi pigliano dalle Simmetrie Doriche, ò dal
le uſanze Ioniche perche il genere Corinthio non ha que membri proprij, &
ſeparati) come ha ciaſcuno de gli altri generi, ma ſi piglia da i
Triglifi, cioè dalla ragion Dorica, non che ſiano Triglifi nel Corinthio, perche questo nõ è ſtato mai ueduto nell’ antico, ma perche il compar
timento Dorico, eregolato ſecondo i Trigliſi.
Similmente per goccie intende non quelle, che ſono ſotto i Trigliſi, ma quelle che ſotto la cor-
nice à guiſa di goccie ſi metteno, che moderni ſuſaiuoli, ò pater nostri chiamano non ſapendo l’Origine di quelli adornamenti.
Nella maniera
Corinthia adunque l’Architraue, il ſregio, la Cornice ſi può pigliare dalla miſura, e compartimento Dorico.
Egli ſi può anche dallè uſanze
loniche prender tutto quello, che ſi mette ſoprai capitelli delle colonne, et in questo caſo non ci è differenza tra’l Ionico, &
il Corinthio, & ſi
puo dire, che il genere Corinthio non habbia altro del ſuo, che’l Capitello, &
queſto ſi deue auuertire, & noi diſopra ne hauemo ſatto, e di-
6660 ſegnato la ſigura.
Perche in tutta l’Achaica, & il Peloponeſſo Doro ſigliuolo di Helleno, & della Ninfa Optice hebbeil principato, &

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