Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

Table of contents

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[Item 1.]
[2.] ALLO ILLVSTRISSIMOET REVERENDISSIMO CARDINAL DI FERRARA D. HIPPOLITO DA ESTE DANIEL BARBARO ELETTO D’AQVILEGGIA. S.
[3.] IL PRIMO LIBRO DI DIECI DELLAR CHITETTVRA DIM. VITRVVIO TRADVTTI ET COMMENTATI DA MONSIGNOR BARBARO ELETTO DACQVILEGGIA.
[4.] VITA DI VITRVVIO.
[5.] DI QVAI COSE E COMPOSTA L’ARCHI TETTVR A. CAP. II.
[6.] CAPITOLO III. DELLE PARTI DELL’ARCHITETTVRA.
[7.] DELLA ELETTIONE DE I LVOGHI. sANI. ET DE I CONTRARII ALLA SANITA CAP. IIII.
[8.] DELLE FONDAMENTA DELLE MVRAGLIE, ET DELLE TORRI. CAP. V.
[9.] CAP. VI. DELLA DIVISIONE DELL’OPERE, CHE SONO DENTRO LE MVRA, ET DELLA DISPOSITIONE DI ESSE PER SCHIVARE I FIATI NOCIVI DE I VENTI.
[10.] DELLA ELETTIONE DE I LVOGHI ALLVSO COMMVNE DELLA CITTA. CAP. VII.
[11.] L’INDICE DEL PRIMO LIBR O DELLE FORTIFICATIONI DEL SIGNOR GIANIACOPO LEONARDI CONTE DE MONTELABATE.
[12.] IL FINE DEL PRIMO LIBRO.
[13.] DELLA ARCHITETTVRA DI M, VITRVVIO.
[14.] PROEMIO.
[15.] CAP. I. DELLA VITA DE GLI HVOMINI ANTICHI, ET DE I PRINCIPII DEL VIVER HVMANO, ET DELLE CASE ET ACCRESCIMENTO DI QVELLE.
[16.] CAP. II. DE I PRINCIPII DELLE COSE SECONDO I FILOSOFI.
[17.] CAP. III. DE I MATTONI.
[18.] CAP. IIII. DELLA ARENA.
[19.] CAP. V. DELLA CALCE, ET DEL MODO D’IMPASTARLA.
[20.] CAP. VI. DELLA POLVE POZZOLANA.
[21.] CAP. VII. DEI LVOGHI DOVE SI TAGLIANO LE PIETRE.
[22.] CAP. VIII. DELLE MANIERE DEL MVRARE, E QVALITA SVE. Le parti di poner inſieme le Pietre ſon queſte.
[23.] CAP. IX. DEL TAGLIARE I LEGNAMI.
[24.] CAP. X. DELLO ABETE DETTO SOPERNATE, ET INFERNATE, CON LA DESCRITTIONE DELL’APENNINO.
[25.] IL FINE DEL SECONDO LIBRO.
[26.] LIBRO TERZO DELLA ARCHITETTVRA DI M. VITRVVIO.
[27.] PROEMIO.
[28.] CAP. I. CHE LA RAGIONE DELLE MISVRE E STATA DA GLI ANTICHI PIGLIATA DALLE MISV-RE DEL CORPO HVMANO.
[29.] QVESTA E LA PIANTA DEL TEMPIO DETTO FACCIA IN PILASTRI DETTA IN ANTIS.
[30.] QVESTA E L A META’ DELLA’ PIANTA DELLO ALLATO DOPPIO, DETTO DIPTEROS, LAQVAL E’ NEL PRIMO LIBRO, ET LEV ANDOGLI L’ORDINE DI DENTRO DELLE COLONNE SERVIRA’ IN QVESTO LVOGO PER IL FALSOALLATO DETTO PSEVDODIPTEROS.
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ALLO ILLVSTRISSIMOET
REVERENDISSIMO CARDINAL
DI FERRARA D. HIPPOLITO DA ESTE
DANIEL BARBARO ELETTO
D’AQVILEGGIA. S.
2[Figure 2]
Le belle inuentioni de gli buomini Illuftrisſtrisſimo, & Reuerens
disſimo Signor mio fatte a commune utiliti portano a chi non le intende
merauiglia, &
a chi le intende diletto grandisſimo, perche a quelli pa,
re, che la natura ſiauinta, e ſuperata dall’ arte, a queſti fatta migliore,
&
perfetta. Et benche le cagioni delle coſebelle allamaggior parte naſco-
ſe ſiano, niente di meno il commodo, &
il piacere è uniuerſalmente datutti
prouato, èſentito.
Per questaragione eſſendo io ſicuro ditali due coſe mi
ſon poſto congran fatica allo studio della Architettura, come dicoſa, che abbraccia tutto il bello
delle inuentioni, che ſipoſſatrouare a commodita, e diletto di chiciuiue.
Loappoggio di queſta alta
efaticoſa impreſa è ſtato Marco Vitruuio, antico, buono, eſolo Authore, ilquale come ammaeſtra
to nella Dottrina de Greci, ſuegliato dalla grandezza de Latini, aiutato dalla propria inclinatione,
eportato dal piacere naturale di ſapere, ſi diede allo ſtudio, &
all’ opera di ſi glorioſa Arte, anzi
Capomaeſtra (come il nome ſuona) dituttele.
Arti, etriduſſe in uno tuttiipiu ſcielti precetti dieſſa,
&
facendone come un corpo le diede membra, & parti conuenientisſime, dimodo, che ſi può uedere
come intiera, &
compita la forma ſua. Vero è che come una ſtatua nuouamente di ſotterra ritroua-
ta ba biſogno di molti acconciamenti, &
abbellimenti, perche poſſa eſſer ueduta netta, & polita da
quelle macchie, che’ltempo, e lo bumore le bauera fatte, coſiqueſto Authore ha contratto in ſe, per
molte cagioni molti diffetti, &
molte oſcurità, doue era neceſſario racconciarlo, & fare, che le ſue
bellezze ſi ſcopriſſero, accioche poſto in alto luogo come un merauiglioſo lauoro fuſſe da tutti riguar-
dato:
al che eſſendomi io poſto gia molti anni con amore, ſtudio, e fatica nonpicciola, cercando da ogni
parte aiuto, e conſiglio, mi ſon forzato di andar deſtramente nel polire di coſi eccellente fattura, nel-
la quale io bo trouatoil tempo bauer fatto danni grandisſimi, e gli Eſpoſitoriingiurie moltonotabili,
però anch’ io bene ſpeſſo ho temuto di non eſſer troppo peſante di mano, &
chela mia pomice non ſia ſta-
ta troppo aſpra, &
lo ſtuccare doue era corroſo troppo differente dal uero, & il luſtro poco dolce, &
artificioſo.
La doue penſando di far bene, & di fare che gli errori mei, che poſſono eſſer molti, ó
ſiano deltutto leuati, ò in parte coperti, riccorro a uoi Illuſtrißimo, &
Reuerendißmo Signor mio,
&
con quella ſicurtâ che piglia ogni ſtudioſo ditutta la Europa, conoſcendo già molto tempo l’ buma-
nità, bontá, &
giudicio ſuo, chiamo, erichiamo la ſua protettione, & le dedico tanta mia fatica
laquale prima, che V.
S. Illuſtrißima ſapeſſe douerle eſſer conſecrata, s’baueua pigliato a difen-
dere, &
a ſicurare. Hora maggiormente di honeſto obbligo ella ſera tenuta fauorirla, & come
quella, che ba tutte le conditioni di eccellente Architetto, tra le quali é l’humanità, &
piaceuolez-
za, congiunta con ſomma dignitá, e grandezza, ſopporterà i miei difetti, coprira glierrori, &

fara riſplendere, quelpoco, che ſerà mediocremente buono.
A me ſerà aſſai, che allegando a fauor
mio, le Fabriche Regali, cheella ha fatte in Italia, in Franza, &
doue è ſtata, con l’ eſſempio di
quelle io lalui le regole, &
iprecetti contenuti nell’ opera mia. Perche hauendo uoi gettati i fonda-
menti ſodi, &
durabilinella eternità della uirtù, lo ſplendor del ſangue, la copia de i beni, e delle ric-
chezze, la grandezza della dignità, ui fanno riguardeuole, come un’ ornato, e celebre Edificio, alla
cui ſimiglianza, chinon cerca di formare la uita ſua, è in tutto fuoridella ſtrada, e del uero camino.

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