Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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2319PRIMO. ridurre ſotto un termine commune; & queſta è la regola; ma piu chiaramente per l’eſſempio, & queſto quando io hauerò dichiarato l’or-
dine delle partì comparate al tutto, dice in quanto à questo ordine Vitr.
Et un riſpetto di tutta la Proportione al Compartimento delle miſure.
Proportione è comparatione di coſe l’una iſteſſa natura; queſta nell’Architettura ſi fa pigliando una certa, & determinata quantità, la quale
ſia regolatrice di tutte le grandezze, &
miſure delle parti, & membri dell’opere, l’eſſempio è queſto Vitr. nel terzo libro al ſecondo, uo-
lendo render ragione di quella bella maniera de i Tempij, nella quale é il luogo commodo, &
fermo ſpatio tra una colonna, & l’altra, dice
che egli biſogna, che lo ſpatio ſia della groſſezza, &
del quarto della colonna, & con questo dice, ſe la Fronte del luogo ſarà di quattro co-
lonne, biſogna compartirla in undici parti, &
mezza, laſciando le ſpire, & una delle undici deue eſſere ilmodulo, che coſi egli chiama quel
la miſura, che regola tutte le grandezze dell’opere, dà poſcia alle groſſezze delle colonne un modulo, à gli estremi ſpatij uoti due moduli,
&
la quarta parte, allo ſpatio uano di mezzo tre modali, & in questo modo ordina tutta la facciata, come chiaramente ſi uede, che quattro
1110 moduli ſi danno à quattro colonne, tre allo ſpatio di mezo, che ſono ſette, quattro, &
mezzo, à gli l’patij da i lati, che ſono undici &
mezzo, &
coſi riſeriſce al tutto quel modulo, che egli preſe per regola. Similmente uuole, che l’altezza delle colonne ſia d’otto moduli,
&
mezzo, & la ragione ſteſſa è lodata, ſe la Fronte ſarà di ſei colonne, perciò che quella è diuiſa in parti diciotto, & uuole, che una di
quelle ſi habbia per lo modulo, dicendo la groſſezza delle colonne douere eſſere d’un modulo;
eſſendo adunque ſei colonne, ſei moduli nelle
groſſezze loro ſi metteranno;
ſonui ancho cinque ſpatij, quello di mezzo occupatre moduli, iquali con i ſei fanno noue moduli. Ma ne i
quattro ſpatij dell’una, &
l’altra parte, eſſendo ciaſcuno di due moduli, & la quarta parte, terranno lo ſpatio di noue moduli; iquali con i
noue prdetti faranno la ſomma di diciotto parti.
Seguita poi, ſe la Fronte del luogo ſarà d’otto colonne, la diuiſione ſar ì in parte uentiquat-
tro, &
mezza unà delle quali ſar à il modulo, & regoletta di tutta l’opera. Otto colonne terranno in groſſezza otto moduli, lo ſpatio di
mezzotre, i ſei da i lati tredici, &
mezzo occupando per ogni ſpatio come s’è detto, due moduli, & la quarta parte, lequali parti ſono
alta ſomma di uentiquattro, &
mezzo. Ordine adunque è comparatione di diſaguaglianza, che comincia in una precedente quantità come
2220 regola di tutte le parti, traſe, &
al tutto riferita, facendo, & dimoſtrando una conuenienza di miſure nominata da Greci. Simmetria,
&
però dice Vitr. l’Ordine eſſer compoſto di quantità anzi pure la Simmetria, perciò che non puo eſſer Simmetria, cioè conuenienza di mi-
ſure ſenza molte quantità, &
miſure; dice adunque l’Autore.
Quefta ſi compone di quantità, cioè la Simmetria.
Et dichiara, che coſa è quantità dicendo.
Laquale è conueniente effetto de i moduli dalla preſa di eſſa opera, & da ciaſcuna parte de i membri di tutto
il lauoro.
Come s’è dichiarato per l’ l’eſſempio di Vitr. ilquale prima prende tutta l’opera nella Fronte, & quella in parti diuide, & di quelle parti ne fà la
regoletta, &
il modulo, ilquale tempera, & modera imembri, & le parti dell’opera facendo nel tutto un conueniente effetto.
La Diſpoſitione è atta collocatione delle coſe, & ſcelto effetto dell’opera nella compoſitione d’eſſa con qualità.
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La Diſpoſitione compare le parti dell’opere non come grandezze, macome parti da eſſer collocate nel propio luogo, perciò che non è aſſai tro-
uare una commune miſura, che ſia regola della grandezza di ciaſcuna parte, ma biſogna ancho trouare un’ ordine di quella coſa, che ha par
te, non comparando le parti come grandezze, &
quantità, ma comparandole come coſe da eſſer poſte al luogo ſuo. Due maniere ſono
di diſpoſitione, l’una dal caſo procede, ò dalla necesſità, &
l’ altra dall’artificio, ò dalſapere. Vitr. ragiona di queſta ultima nel pre-
ſente luogo, ma nel ſesto libro ragiona della prima, &
molto bene ſi laſcia intendere al ſecondo capitolo del detto libro, circa le predette ſei
coſe dicendo.
Niuna cura maggiore hauer deue l’Architetto, che far, che gli Edificij habbiano per le proportioni della rata parte i
componimenti delle loro ragioni.
Quando adunque farà fornita la ragione delle miſure, & con diſcorſo eſplicate le
proportioni.
Come ricerca l’Ordine, & la Simmetria.
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Allhora è propio anche dell’acutezza dello intelletto prouedere alla natura del luogo, all’uſo, alla bellezza, & ag-
giugnendo, ò ſcemando, far conueneuoli temperàmenti, acciò che quando ſarà tolto, ò uero accreſcruto alcuna
coſa alla miſura, ciò paia eſſere drittamente formato.
Come fa Vitr. nella Diſpoſitione delle Baſiliche nel quinto libro, doue egli uuole, che eſſendo il luogo piu lungo di quello, che ſi conuiene alla
miſura della Baſilica riſpetto alla larghezza, ſi facciano le Calcidiche daicapi.
Segue Vitr.
In modeo, che niente piu ſi deſideri nello aſpetto, (Ecco la Eurithmia.) Perche altra forma pare, che ſia da preſſo, & al
baſſo, altra da lunge, &
in altezza; ne quella ſteſſa pare in luogo rinchiuſo, che pare in luogo aperto; nelle quai
coſe è opera di grande ingegno ſaper prender partito.
Et in fine del detto cap. dice piu piu chiaramente, toccando la Diſpoſitione, che dal caſo, & dalla necesſità procede.
Io non penſo che biſogni dubitare, che alle nature, & necesſità de i luoghi non ſi debbino fare gli accreſcimenti, & le di
5550 minutioni, ma in modo, che in ſimile opera niente ſia diſiderato, &
queſto non ſolo per dottrina, ma per acutez
za d’ingegno ſi puo fare, &
però prima egli ſi deue ordinare la ragione delle miſure, dalla quale ſi poſſa ſenza dubi-
tatione pigliare il mutamento delle coſe, dipoi eſplicato ſia lo ſpatio dal baſſo dell’opera, cheue fare di larghez-
za, &
di lunghezza, della qualeopera, quando una fiata ſarà la grandezza conſtituta lo apparato della proportio-
ne alla bellezza ne ſegua, acciò che dubbio non ſia l’aſpetto della conſonanza, à chi ui uorrà ſopra conſiderare.
Dalle parole di Vitr. chiaramente ſi conoſce il numero l’ordine, & la natura delle ſei parti predette; io l’ho uolute allegare, per eſſer l’intento
mio d’eſporre Vitr.
con Vitr. ſteſſo, quanto mi ſarà posſibile. Diſpoſitione dunque è ordine, che dimoſtra che coſa in che luogo ponere ſi con-
uenga, &
però dice Vitr. quella eſſere.
Atta collocatione delle coſe.
Et per coſaintende le ſtanze, & le parti di eſſe, òuero le parti dell’opere fatte dallo Architetto ſiano quali ſi uoglia. Da questa collocatione uno
6660 effetto ne naſce, che è il uedere in tutta la compoſitione una bella qualità, che è conueniente ſito à ciaſcuna coſa, &
però dice.
Scelto effetto dell’opera nella compoſitione di eſſa con qualità.
Scelto, cioè sbrigato, netto, diſtinto. Alla Diſpoſitione s’oppone il ſuperfluo, come all’Ordine la confuſione, & ſi puo dire, che l’Ordine è Diſpo-
ſitione delle miſure alla Simmetria, la Diſpoſitione è Ordine delle parti al luogo come ſi uedr à nel libro primo al ſesto cap.
& in molti luoghi del
l’opera chiaramente.
Nel collocar le parti lo Architetto forma nel ſuo penſiero tre Idee, & figure dell’opere, l’una è della Pianta per dimostrar
la larghezza, &
la lunghezza delle parti, & del tutto, collocando ogni parte alſuo luogo, et questa é detta Icnographia, l’altra è la Eleuatione,
che all’altezza dell’opere ſi dona, detta Orthografia, detta lo in Piè, la quale deue eſſere alla Pianta cõſorme, altrimenti nõ ſarebbe una ſteſſa co
ſa quella che naſce, &
quella che creſce, il che è grande errore, & contra la natura delle coſe, perciò che nelle piante, & ne gli animali ſi
uede quello che naſce, &
quel che creſce eſſer lo steſſo, & niuna parte aggiugnerſi da poi. Laterza Idea é il Profilo detto Schiographia dal
quale infinita utilià ne prende l’Architetto, perciò che dalle deſcrittione del Profilo ben fatta rende conto delle groſſezze de i muri, de gli
7770 ſporti, delle ritrattioni d’ogni membro, &
quaſi Medico dimoſtra tutte le parti interiori, & esteriori dell’opere, & però in queſto ufficio ha
biſogno di grandisſimo penſamento, &
giuditio, & pratica, come à chigli effctti del Profilo conſidera, è manifeſto; perche in uero l’eleuatio-
ne della fronte, &
la maeſtà della coſa, eſſendo fatta nella ſuperficie non dimostra gli ſporti, le ritrattioni, le groſſezze delle Cornici de i Ca-
pitelli, de i Baſamenti, de i Fronteſpitij, delle ſcale, de i Piediſtalli, et d’altre coſe, &
però è neceſſario il Profilo, & con queſte tre Idee eſpreſ
ſe in diſſegno l’Architetto s’asſicura come l’opera deue riuſcire, &
fa piu certa la ſua intentione, & l’altrui deſiderio di far opra lodata, &
degna, &
appreſſo s’asſicura della ſpeſa, & di molte coſe all’opera pertinenti, dalle dette Idee che ſon forme dell’opere concette nella mente, &

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