Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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136121QVARTO.
CAP. VII. DELLE RAGION THOSCANE DE SACRI TEMPI.
L luogo nelquale ſi deue ſabricare il tempio quando hauerà ſei parti di longhegza leuandone una,
ſi dia il reſtante alla larghezza.
Ma la lunghezza in due parti ſi diuida, & quella parte, che ſerà di
dentro ſia diſſegnata per gli ſpacij delle celle, ma la uicina alla fronte ſia lafciata per porui ordinata
mente le colonne, ſimilmente diuiderai la larghezza in parti dieci, di queſte tre ne darai allo ſpacio
delle celle minori, che ſono dalla deſtra, &
dalla ſiniſtra, ouero le laſcierai doue eſſer deono le ali, ma
le altre quattro ſi diano al mezzo del tempio.
Lo ſpacio dinanzi le celle nello antitempio coſi diſle-
gnato ſia per le colonne, che quelle de gli anguli ſiano dirimpetto à i pilaſtri nelle ultime parti de i pareti, ma le due
di mezzo, che ſono dirimpetto à i pareti, che ſono tra i pilaſtri, &
il mezzo del tempio ſiano coſi diſtribuite, che tra i
1110 pilaſtri, &
le prime colonne per mezzo all’iſteſſa fila ne ſian diſpoſte delle altre, & ſiano dal baſſo per la ſettima par
te della lor altezza, ma l’altezza per la terza parte della larghezza del tempio, &
la colonna ſia dal diſopra raſtrema-
ta per un quarto della groſſezza da baſſo;
le ſpire ſiano alte per la meta della groſſezza, & habbian l’orlo ſatto à ſeſta
alto per la metà della ſua groſezza, il baſtone con l’apophige groſſo quanto è l’orlo.
L’altezza del capitello per la
meta della groſſezza, la larghezza dello Abaco quanto è la groſſezza dal baſſo della colonna, partiſcaſi poi la groſſez
za del capitello in tre parti una ſi da all’orlo, che è in luogo dell’ A baco, l’altra all’ Echino ò Vuouolo che ſi dica, l’altra
all’ Hipotrachelio ò collarino con il tondino, &
l’apophige. Sopra le colonne imponer ſi deono le traui congiunte, &
concatenate al pari, che riſſeruiuo que modu li nelle altezze loro, che ſerà richieſto dalla grandezza dell’ opera.
Et
queſte traui, che ſi hanno à legar in ſieme, ſian di tanta groſſezza, quanto è l’hipotrachelio della colonna di ſopra, &

ſiano collegate in modo con chiaui, &
trauerſi incaſtrati, che quella incaſtratura tegni di ſpacio di due dita larga le
2220 traui, imperoche toccandoſi, &
non riceuendo ſpiraculo di uento, ſi riſcaldano inſieme, & preſto ſi guaſtano Ma ſo-
pra le traui, &
i pareti ſia il trappaſſo de i mutuli ſporti in ſuori per un quarto della groſſezza della colonna, & nelle
frõti loro dinãzi ſiano aſſitti gli ornamẽti, che antepagmẽti ſi dicono, et ſopra quelli il timpano, che habia i ſuoi ſaſti
gi di muro, ò di legno, ma ſopra quel ſaſtigio, ò cima ſi ha à porre il colmello, i canthieri, ò coſtali, &
i tempiali in mo
do che’l grondale nel ſuo ſine alla tcrzera riſponda.
Qui Vitr. tratta delle ragioni delle opere Thoſcane, hauendoſi ſpedito delle opere de Greci, prima, che io eſpona quanto apartiene alla intelligen-
za del preſente luogo, dirò alcune coſe conuenienti à tutte le ragioni deli’opere ſopradette, benche altr oue ne habbiamo detto.
Prima io dico
che l’opera Dorica, è piu atta à ſoſtentar i peſi, appreſſo è la T boſcana, ſopra la Dorica nel jecondo ordine ſta la Ionica, &
nel terzo la Co-
rinthia come piu ornata, &
dilicata ad imitatione de gli alberi ſatti dalla natura nel piede rozzi, n@ll’aſcend@r piu ſottili, nella ſommit à piu
adorni;
però ſi uede in molti ediſicij l’ordine baſſo eſſer il Dorico, il di mezzo lonico, & il di ſopra Corntbio. Oltra di que ſto non ſi douemo
3303 merauigliare ſe Vitr.
trattando di tutte le ragioni delle maniere del ſabricare, ba trattato delle Thoſcane, percioche l’ Architettura come ho-
ſpitc hebbe per li ſuoi primi alberghi l’Etruria, cioè la T oſcana, come ancho ſi legge de gli antichi R e di quella eſſere ſtati molti monumenti, &

molte ſabriche generoſe.
Hora Vitr. dice che la lunghezza del tempio eſſer deue in ſei parti diuiſa, & cinque di eſſe ſi deono dare alla larghez-
za, in modo, che la detta proportione della larghezza alla lunghezza del tempio ſerà ſeſquiquinta.
Oltra di queſto uuole, che tutta la lunghez-
za ſia partita per metà, &
una ſi debbia dare per rinchiudere le celle, & l’altra laſciar al portico, ouer antitempio. Fatto queſto uuole, che ſi
partiſca la larghezza del tempio in dieci parti, dellequali ne laſcia tre dalla deſtra, &
tre dalla ſinistra, per compartimento delle picciole celle,
lequali ò ſi ſaranno nella teſta, ò da i lati, come accenna Vitr.
quando dice.
Ouero le laſcierai doue deono eſler le ale.
Hauendo poi coſi partito ne ſegue, che le altre parti, che ſono quattro, resteranno al mezzo del tempio la onde tale proportione dal mezzo à
ciaſcuna delle bande ſer à proportione ſeſquiterza, et in queſto modo ſi ha la diſtributione della parte di dentro.
Hora quanto apartiene al colõ
4440 nato dinanzi, ſaperai che per mezzo gli anguli de i pareti del tempio, ſopra iquali anguli stanno le ante, ò pilaſtri, à dirimpetto ſi deono por-
re le colonne, lequali ſono termini della lunghezza del tempio, &
perche da uno angulo all’ altro è molta diſtanza, per eſſer l’aſpetto areſtilo
cioè de liberi intercolumi, però uuole Vitr.
che tra le colonne angulari, ne ſiano altre due in modo, che la ſronte ſerà di quattro colonne, & di
tre ſpatij, &
perche tra il pilaſtro & la colonna angulare ui è molto ſpatio, & coſi tra il parete, & le colonne di mezzo, però uuole Vitr.
che ſacciamo un’altro ordine di colonne, nel mezzo, & quelle diſpoſte ſiano all’ incontro delle prime ſotto il portico dell’ antitempio, la lunghez
za di queſte colonne interiori ſerà maggiore della lunghezza di quelle della ſronte, quanto può ricercar l’ altezza dello Architraue dauanti, &

pare, che per questo Vit.
uoglia, che queſte colonne ſiano alte la ſettima parte dellà loro groſſezza, & l’altezza ſi prender à prima dalla lar-
ghezza del tempio, però ſi diuider à la larghezza del tempio in tre parti, l’una delle quali ſerà l’altezza delle colonne, et queſta altezza par
tita in ſette parti, ne darà una alla groſſezza dal piede della colonna, &
questa groſſezza poi diuiſa in quattro parti dimoſtrer à quanto eſſer
debbia raſtremata la colonna.
A me pare che manchi alcuna coſa nel testo di Vitr. anzi io direi, che non ſi deſidera piu, ch’una lettera, in mo-
5550 do che la, doue dice qui inter antas, &
mediam ædem fuerint diceſſe quae inter antas & coſi ſi appunterebbe la lettione ſpa
tium, quod erit ante cellas in pronao, ita columnis deſignetur, ut angulares contra antas parietum extremorun è
regione collocentur.
& qui un punto, & poi leggaſi. Quae inter antas, & mediam aedem fuerint, ita diſttibuantur.
Vitr. dimostra come ſi hanno à diſponere le colonne angulari, & le di mezzo nella ſronte, & le di dentro del pronao, ilche stando coſi, ci lie
ua il dubbio del Serlio, &
del Filandro cerca l’altezza delle colonne, ſimile intendimento, ancho di ſopra s’è ueduto, Ma le miſure delle ſpire,
&
de i capitelli, & del reſto ſono ſtate dichiarite di ſopra nel terzo libro. Reſtaci à dichiarire quello, che uuol dire Vitr. quando egli dice.
Ma ſopra le traui, & ſopra i pareti ſia il trappaſſo de i mutuli ſporto in ſuori per la quarta parte dell’altezza della co-
lonna.
Cioe biſogna che le teſte delle traui trappaßino oltra il parete per un quarto dell’ altezza delle colonne, come dimoſtra la ſigura, ilche ſa un largo
piouere, le teſte di queſti trauicelli deono eſſer coperte, con i ſuoi adornamenti aſſitti, che Vitr.
chiama antepagmenti, ò pure egli intende gli
6660 adornamenti de i ſronteſpicij de i tempi, &
questo è migliore intendimento, & però dice.
67[Figure 67]2
Et nelle fronti di que tempi dinanzi ſiano ſitti gli antepagmẽti,
&
ſopra quelli il timpano, che habbia i ſuoi ſaſtigi di muro, ò
di legno, &
ſopra quel faſtigio il colmo, ò colmello, & i can-
thieri, &
i tempiali in modo chel grondale riſponda alla ter-
zera del coperto compito.
Per terzera, che tertiarium è detta intende Vitr. tutta qualla legatura che dal
colmo partendoſi ſi allargha in ſorma triangolare, &
è dalle chiaui è trauer
ſi contenuta, &
rende la ſorma compita del tetto, come appare per la ſigu-
ra.
a. & qui è la pianta della maniera Thoſcana, il cui alzato, è à faccie
128 ſegnate di numero imperiale.

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