Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1ſideratione. Et quando al conto fatto per l'aggionta d'un'altro aſſe, ſi creſca al ſei, chia­
mano Ephecton: & quando ſono fatti otto, perches'è aggiunta la terza parte; ſi dice Epi
triton.
& aggiuntaui la metà, poi che s'è peruenuto al noue, chiamaſi ſeſquialterum, che
da Greci è detto, hemiolios.
aggiunteui poi due parti, & fatto lo incrocciamento, ſi dice
beſalterum, il quale chiamano Epidimiron.
& nel numero di undici, perche ſe gli è ag­
giunto cinque, che ſi chiama quintario, Epipentamiron ſi dice.
Ma dodici, perche è fat
to di due ſimplici numeri diplaſiona è nominato.
Et queſto è ſtato aſſai dichiarito. Vuole poi Vitruuio, che dal numero ſenario ſia ſtata piglia
ta la ragione della miſura del corpo humano, in quanto all'altezza ſua.
Similmente perche il piede è la ſeſta parte dell'altezza dell'huomo, però coſi da quel nu
mero di piedi, dal quale è miſurato, & perfetto il corpo terminandolo in altezza con que
ſti ſei lo fecero perfetto.
& auuertirono, che il cubito era di ſei palmi, & di uentiquat­
tro dita.
Si come dalle dita è uenuta la ragione del numerare, coſi anche è uenuta la ragione del miſura
re, & coſi la ragione del numero ſenario entra nelle miſure.
Et qui Vitr. ragiona ſecondo la opi­
nione de Greci, i quali uoleuano, che ſei fuſſe numero perfetto.
La onde anche alle monete traſ­
ferirono il numero predetto.
Et però dice Vitr.
Et da quello pare, che le città de Greci habbiano fatto, che ſi come il cubito è di ſei pal
mi, coſi ſi uſaſſe lo iſteſſo numero nella dramma.
perche quelle città fecero, che nella dram
ma fuſſe la ualuta di ſei ramini ſegnati (come aſſe) che quelli chiamano Oboli, & con­
ſtituirono in uece di uentiquattro dita nella dramma i quadranti de gli oboli, detti da alcu
ni dichalchi, & da alcuni trichalchi.
Voleuano i Greci che la loro dramma ualeſſe ſei oboli, & queſto riſpondeua al cubito, che
contiene ſei palmi; uoleuano, che ciaſcun' obolo haueſſe a ŭalere quattro monete, che ſi chia­
mauano dichalchi, la doue uentiquattro dichalchi faceuano una dramma, come uentiquattro
dita fanno un cubito.
obolo era una moneta di rame di poca ualuta, ſegnata però, & coniata,
& era come un tutto, che aſſe ſi chiama, & la quarta parte detta quadrante ſi nominaua di­
chalco, ouerotrichalco ſecondo diuerſi riſpetti.
Come adunque il numero de gli oboli nella dram
ma riſpondeua al numero de i palmi, che uanno a fare il cubito, che ſono ſei, coſi il numero de i
dichalchi, o trichalchi nell'obolo riſpondeuano al numero delle dita, che erano nel cubito uenti­
quattro.
la onde appare, che anche nelle monete i Greci habbiano pigliato la ragione de i nume­
ri: & in questo caſo crediamo a Vitr.
Ma i noſtri prima fecero l'antico numero eſſer il dieci, & poſero nel denario dieci aſsi
di rame, & però fin al dì d'hoggi la compoſitione della moneta ritiene il nome del dena­
rio, & la quarta parte di eſſo perche ualeua due aſsi, & mezo, la chiamarono ſeſtertio, ma
poi hauendo auuertito, che l'uno, & l'altro numero era perfetto, cioe il ſei, & il dieci,
raccolſero inſieme amendue que numeri, & fecero il ſedici perfetto.
& di queſto tro­
uarono il piede autore.
perche leuando dal cubito palmi due, reſta il piede di quattro
palmi, ma il palmo ha quattro dita, & coſi il piede uiene hauere ſedici dita', & tanti aſsi
il denario di rame.
I palmi ſono due, maggiore, & minore, il minore è di quattro dita: il maggiore di dodici,
quello ſi chiama palæſte, queſto ſpithame: dito, o digito è lo ſpacio di quattro grani d'orzo poſti
in ordine ſecondo la larghezza.
Dice adunque Vitr. che Romani pigliarono da prima il dieci co­
me numero perfetto, & però chiamarono la moneta dinario, (& queſto pare ragioneuole) co­
me fin hora ſi uſa.
& nel denario poſero dieci aſſi di rame. & ſe bene dapoi congiunſero il dieci, et
il ſei, uedendo, che anche il ſei era perfetto, ritennero però il nome del denaio mettendo in un de­
naio ſedici aſſi, che riſpondino, a ſedici dita, che uanno nel piede.
ſtando adunque le predette co­
ſe Vitru. conchiude, & dice.

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