Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1a i pazzi. L'altra era de'debitori, & queſta anche ſi uſa fra noi. La terza è doue ſtanno i per­
fidi, & rei huomini, o gia condennati, o per eſſere condennati.
Queſte ſorti ſono ſofficienti, per­
che i delit ti, & falli de gli huomini, naſceno ouero da immodeſtia, ouero da contumacia, ouero
da peruerſità.
alla immodeſtia ſi dà la prima. alla contumacia la ſeconda. alla peruerſità la ter­
za.
Non uoglio qui addurre le prigioni doue erano poſti i martiri, o quelle, che ordinarono i
crudelißimi Tiranni, come Ezzellino da Romano, & altri, che uoleuano tormentare i miſeri cit­
tadini, ma ſolo dirò che le altezze, le groſſezze delle mura, le fortezze, & baſſezze delle perte
ſi richiedeno alle prigioni, accioche per niuna uia ſi poſſa fuggire.
Altri adunque fanno le per­
te doppie, & di ferro, le uolte altißime, le mura di dure, & groſſe pietre.
& quello, che piu im­
porta le danno uigilantißimi, & fidelißimi cuſtodi, oltra che tenghino le prigioni, (dirò coſi)
nel core della città.
Vuole Alberto, che le prime prigioni ſiano piu ſpacioſe, le ſeconde piu riſtret
te, & le ultime de malfattori riſtrettiſſime, ſecondo i gradi de i delitti.
Hauemo noi nella città
noſtra, in molti lnoghi le prigioni, che ſi chiamano caſſoni, doue ſi pongono quelli, che ſono preſi
la notte per armi, o per qualche occaſione meno honeſta.
Hanno anche diuerſi magiſtrati le loro
prigioni.
Anco Martio edificò nel mezo del foro il carcere, alquale Tullio aggiunſe una caua
profonda detta poi Tulliana, che era come le Latomie di Siracuſa, & ſi ſcendeua da mano manca
per lo ſpacio di uenti piedi.
era cinta da ogni lato di altiſsime, & forti mura, oſcura, horribile,
& puzzolente.
Era anche in Roma doue è il Theatro di Marcello, il carcere della plebe fatto da
App. Claud. X. Vir. nel quale ſtando egli per la uita ucciſe ſe ſteſſo.
Sono i Veſtigij di quello
carcere appreſſo la chieſa di S. Nicolao in carcere.
il Foro era de' litiganti, la Curia de Senato­
ri, il Comitio doue ſi creauano i magiſtrati, onde i giorni a queſto deputati ſi chiamauano i giorni
Comitiali.
Era prima ſcoperto il Comitio, fu poi coperto l'anno che Annibale paßò in Italia. &
poi rifatto da C. Ceſare.
Era iui il fico ruminale appreſſo le radici del Palatino. & il Comitio era
una gran parte del Foro.
Noi nella città noſtra chiamamo il gran conſiglio, quel luogo doue la
numeroſa nobiltà ſi rauna per creare i magiſtrati.
Ma uegnamo alla Curia, che noi chiamamo
il Senato, ouero il Pregadi, perche anticamente ſi mandauano a pregare a caſa i nobili, che ue­
niſſero a conſultare delle coſe dello ſtato.
Soleuano gli antichi raunarſi per deliberare ne i Tem­
pij, & però il Tempio di Giunone Moneta, & Senatulo, & Curia fu detto.
Chiamauano anche
Curia doue i ſacerdoti trattauano, & procurauano le coſe della religione, come fu la Curia uec­
chia; ma altro era la Curia doue ſi raunaua il Senato, come era la Hoſtilia edificata da Tullo
Hoſtilio ſopra la Curia uecchia fatta da Romulo.
Et la curia di Pomp. era dinanzi al ſuo Theatro
doue C.
Ceſare fu ucciſo da i congiurati. Ma uegnamo a Vitru. ilquale ha piu cuore alla ſimme­
tria della curia che del reſto.
Vuole, che ſe la Curia ſarà riquadrata, che l'altezza ſia uno qua­
dro & mezo alla larghezza.
queſta proportione ſeſquialtera è molto commendata da Vitr. Ma
piu comparando la larghezza alla lunghezza, che comparando l'altezza alla lunghezza.
& ſe
la forma ſarà piu lunga, che larga uuole, che raccogliamo la ſomma della larghezza, & della
lunghezza inſieme, & della metà facciamo l'altezza.
Ma non dice quanto eſſer debbia la lar­
ghezza, & la lunghezza, perche ha detto, che ſi habbia riguardo alla dignità della città, &
de gli habitanti; che per hora coſi uoglio interpretare quella parola, Municipij; della quale io
ho parlato nel primo libro a baſtanza.
però ſe molti doueranno entrare nella Curia per eſſere la
cittàgrande, et populoſa, ſi farà la curia grande, & capace.
& perche nel conſultare naſceno
delle controuerſie, & è neceſſario che gli huomini ſi leuino a dire le loro oppinioni, & a diſputare
le materie, però Vitr. ci dà un bello auuertimento, accioche la uoce ſia udita.
& uuole che al
mezo dell'altezza ſiano fatti d'intorno i Cornicioni che ſportino in fuori, accioche la uoce non
ſi perda nell'altezza della curia.
Ma quello, che ſia opera inteſtina, ouero albaria, diremo nel
ſettimo.
& qui ſia fine al Foro con tutti que corpi di fabriche, che gli ſono proßimi, & congiunti.
leggi l'Alberto nell'ottauo libro al nono capo, che trouerai queſta materia piu diſteſa.

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