Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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ALLO ILLVSTRISSIMO,ET REVERENDISSIMO
CARDINAL DI FERRARA
D. HIPPOLITO DA ESTE,<lb/>DANIEL BARBARO ELETTO
D'AQVILEGGIA S.
TVTTE le belle opere, Illustrißimo, & Re­
uerendißimo Signore, piu che ſono guarda­
te, et contemplate da gli huomini, piu ſcuo­
preno la bellezza loro, et l'artificio del mae­
stro; & bene ſpeſſo dal primo aſpetto non ſi
proua quel guſto di eſſe, che ben mirate, &
conſiderate ſi ſente dapoi: Ilche come ſiauero, non mi affatiche­
rò di prouare, perche, & le pitture, & le ſcolture, & le fabri­
che de i grand' huomini, & altre coſe che ſi uedeno ogni giorno,
chiar amente lo dimostrano, perche piu che ſi guardano, mag­
giormente di ſe inamorano i riguardanti.
ilche è ſegno manife­
ſto, che in quelle ſempre ſi ſcuopra maggior bellezza.
Queſto,
o ſimigliante effetto fanno le uere, & precioſe pietre di natura,
comparate alle falſe, et uili fatte da gli huomini.
imperoche le fal
ſe al primo guardo fanno diſe moſtra allegrißima, & ſplendidiſ­
ſima, et quaſi adulatrici allettano la uiſta con un falſo ſplendo­
re; et poi uanno mancando.
Male uere naturali, & fine, perche
ſono fatte dalla uerità della natura, non per ingannare alcuno,
ma per drizzare gli animi a piu alto uiaggio, piu preſtano di
quello, che prometteno.
la doue i poſſeditori di quelle, ſcoprendoci

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