Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1che ſi come per auanti nelle opere Doriche è ſtata ritrouata, la ragione de gli Triglifi, &
de i modioni, coſi nelle Ioniche la ordinatione de i dentelli, nelle opere tiene la ſorza ſua.

Et ſi come i modioni rappreſentano la imagine de gli ſporti de i cantieri, coſi nelle Ioni­
che i dentelli da gli ſporti de gli aſſeri hanno preſa la imitatione.
Et però nelle opere de
Greci non è, chi ſotto il modione metta i dentelli, perche non poſſono ſtare gli aſſeri
ſotto i cantieri.
Quello adunque, che ſoprai cantieri, & i tempiali ueramente deue eſſer
collocato, ſe nella rappreſentatione ſarà poſto di ſotto, ci darà forme, & ragioni dell'ope
ra piene di menda.
Adunque nelle opere Ioniche i dentelli rendeno la ſimiglianza de gli ſporti de gli aſſeri: & per­
che gli aſſeri ſono ſopra i canterij: però i dentelli ſono ſoprai modioni.
queſto è ſtato oſſeruato da
Greci.
Similmente egli è un'altro auuertimento fondato ſopra la regola, che dalle uere uſanze
della natura delle coſe, egli ſi deue prendere gli adornamenti dell'arte.
Et queſto auuertimento è
poſto qui ſotto da Vitr. il qual dice.
Et anche gli antichi non laudarono mai, nè ordinarono, che ne gli Frontiſpicij ſi haueſ­
ſe a fare i modio ni, ouero i dentelli, ma ſolamente le cornici ſchiette.
perche nè i cante­
rij, nè gli aſſeri uanno diſtribuiti uerſo le fronti de gli Frontiſpicij, nè poſſono ſportare,
ma piegano uerſo i grondali.
Et però quello, che in uerità non ſi può fare, gli antichi
giudicarono non poter hauere determinata ragione, quando che egli fuſſe nelle imagini
rappreſentato.
percioche nelle perfettioni delle opere traportarono ogni coſa con certa
proprietà delle uere uſanze di natura, & non approuarono coſa, che la eſplicatione del
fatto nelle diſputationi non poteſſe hauere la ſua ragione tolta dal uero.
Et però ci laſcia
rono ordinate le conuenienze delle miſure da quelle origini, & le proportioni di tutte le
maniere, i principij delle quali hauendo io ſeguitato, io ho detto di ſopra delle ordinatio
ni Ioniche, & Corinthie.
Hora io eſponerò breuemente la ragion Dorica, & tutta la
forma ſua.
Ogni coſa detta di ſopra è facile, & iſpedita, ma poco da molti Architetti ſi è conſiderato
quello, che Vitr. dice; cioè, che noi non douemo far coſa, che non habbia del ueriſimile, ne rap
preſentare imagine alcuna, che non habbia principio dal uero, & che cadendo in diſputatione,
non ſi habbia a ricorrere in ſicuro luogo per ſoſtentarla.
Vitr. adunque biaſima per opinione de
gli antichi i dentelli, o modioni fatti per gli frontiſpicij: perche rappreſentando quelli i cantieri
o gli aſſeri, & non uenendo i cantieri uerſo le fronti, & non ſportando gli aſſeri, non è poſſibile
fare in que luoghi i dentelli, o i modioni, doue non ſi ha riſpondenza con alcuna coſa.
Ma la uſan
za ha uinto la ragione fin al tempo di Vitr. perche nelle opere antiche tutio'l giorno ſi uedeno, &
dentelli, & modioni nelle teſte de i Frontiſpicij, & pare, che tale ornamento ſtia bene, tutto che
non ci ſia ragione.
Della ragione Dorica. Cap. III.
ALCVNI de gli antichi Architetti hanno negato eſſer commoda, coſa fabrica­
re i Tempij alla Dorica; allegando che in quella maniera ſiano i comparti­
menti diſconueneuoli, & mendoſi.
Et però Tarteſio, Pitheo, & Hermoge
ne ſimilmente lo negarono.
perche hauendo Hermogene apparecchiata la
materia per fare l'opera di maniera Dorica mutò quella, & della iſteſſa fece un Tempio al
la Ionica al padre Bacco.
Et queſto fece non perche l'aſpetto Dorico mancaſſe di grat a,
nè perche la maniera, o la dignità della forma non ci fuſſe, ma perche il compartimento
è impedito, & incommodo nell'opera de gli Triglifi, & nella diſtributione delle trauatu
re: percioche egli è neceſſario porre gli Triglifi contra i tetranti delle colonne, & che le

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