Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1te, & queſto non ſi puo ſare ſe la ordinanza della ſcala non tiene quindici gradi di uoce, & quat­
tordici ſpacij.
Grado io intendo il luogo della uoce o alta, o baſſa, che ſia: ma perche da prima
l'huomo nel mondo non ha fatto perfette le coſe delle arti, ma le ſcienze, & le dottrine a poco a
poco con l'aggiunta de i ſucceſſori ſono creſciute; però non fu ritrouato da principio tutta la
ſcala, & ordinanza delle uoci, ma bene dapoi ſi ſono formati tutti i gradi.
la onde nel formare
gli instrumenti muſicali ſi uſauano le corde & i nerui de gli animali, i quali rendeuano i ſuoni pro
portionati, & anche ſi eſſercitaua ſenza alcuna Muſica la ragione ſopra una ſola corda, parten
dola numeroſamente in modo, che toccando quella uota, & poi ſopra uno ſpacio determinato, ren­
deua quella conſonanza, che ſi cercaua.
Questa forma ſi chiamaua monocordo, di modo, che
u'era una corda ſola.
Ma gli antichi uolendo eſſercitare la Muſica, faceuano gli inſtrumenti di
piu corde, dal numero delle quali dauano il nome a gli inſtrumenti.
Però chiamauano tetracor­
do lo instrumento di quattro corde, pentacordo quello di cinque, & coſi nel resto fino allo instru
mento pentecacordo, cioè di quindici corde corriſpondenti a quindici gradi della uoce, che faceua
no quattordici ſpacij, & interualli.
ſpacio, & interuallo non è altro (come ho detto) che quan
tità della uoce tra due ſuoni.
& qui è ripreſo Ariſtoxeno, che pone la grauità, & l'acutezza del
la uoce in qualità, & non in quantità.
Dalle dette coſe ſi ha che alcune ordinanze ſaranno mag­
giori, alcune minori.
Maggiori ſono quelle, che hanno piu gradi, & minori quelle, che ne hanno
meno.
La doue grandiſſima ſarà quella appreſſo gli antichi, che hauerà quindici gradi. Dico
appreſſo gli antichi, perche dapoi ne ſono stati aggiunti de gli altri, perche niente ci uieta, che con
ragione non andiamo piu oltre, & ſpecialmente nel fare gli instrumenti muſicali, che poſſono ſa­
lire piu alto della uoce humana, laquale temperatamente tra quelli quindici ſi contiene.
& ſe piu
oltra paſſaſſe potrebbe eſſere strepitoſa, & inetta all'ordinanza: ilche non adiuiene in molti ſtru­
menti.
Noi hauemo dichiarito, che coſa è ſpacio, & che coſa è Tetracordo. ci reſtano alcuni al
tri nomi, per fare la intelligenza di Vitr. piu piana, & ſono queſti.
Dieſi, Tuono, ſemituono, tri­
hemituono, Ditono. che ſono i nomi de gli interualli.
Il tuono adunque è il principio della conſo­
nanza, cioè il primo termine, & fondamento della conſonanza, nato da proportione ſeſquiotta­
ua.
Conſonanza è uno meſcolamento di ſuoni graui, & acuti proportionati, che con diletto per­
uiene alle orecchie.
io ho detto nel terzo libro, che coſa è proportione ſeſquiottaua cioè quando il
piu contiene il meno una fiata, & la ſua ottaua parte; come noue contiene otto.
chi uuole adun­
que proportionare i ſuoni, è neceſſario proportionare gli ſpacij, & chi uuole proportionare gli ſpa­
cij, biſogna che uſi i numeri, & le loro ragioni, & quella proportione, che è tra ſpacio è ſpacio,
ſarà anche da ſuono a ſuono: però doue lo ſpacio ſarà compartito in ſeſquiottaua, ouero in altra
proportione di numeri, iui il ſuono hauerà la iſteſſa comparatione.
Volendo adunque fare che una
corda riſponda un tuono, partirai la ſua lunghezza in noue parti, & ponerai lo ſcabello ſotto le
otto laſciandoue una fuori, & coſi hauendo toccato prima la corda uota, intiera, & ſenza ſca
bello, poi toccando quello ſpacio dallo ſcabello in poi, che è lungo otto parti, trouerai che ella
ti renderà un tuono.
ſia la corda tirata ſopra un piano, a b, & ſia diuiſo ſotto di quella il pia­
no ſecondo la lunghezza della corda in noue parti, dico che la parte.
c. b. che laſcia fuori una
delle noue parti, & ne abbraccia otto, ſonerà un tuono, con tutta la corda.
Ma prima del tuo­
no ponemo l'uniſono, che è lo iſteſſo, & perpetuo tenore della uoce ſenza aſceſa, & diſceſa, come
hanno tutte le note, che ſono ſopra la iſteſſa riga, o tra lo iſteſſo ſpacio.
la doue l'uniſono non è
ſpacio, ma fondamento de gli ſpacij: come ut ut.
re re. ſopra una iſteſſa riga, ouero tra uno iſteſſo
ſpacio.
Ma il tuono è notato con la diſtanza, che è da una riga al ſeguente ſpacio, o per lo con­
trario, come dall'ut, al re, aſcendendo, ouero dal re, all'ut, deſcendendo: & qui anche è ripreſo
Ariſtoxeno, ilquale non uſa numeri nel notare le uoci per raccorre le proportioni, ma piglia la
loro differenza nel mezo, di modo, che egli pone la ſpeculatione non nelle uoci, ma in quello, in
che elle ſono differenti, coſa non bene conſiderata, credendoſi egli ſapere la differenza di quelle
uoci, dellequali egli nè miſura, nè grandezza ritruoua, dando il tutto al giudicio delle orecchie.

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