Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1che è da un centro all'altro. ſi chiamano lunghezze medie riſpetto, che quel punto, che è rimo­
tißimo
dal centro del mondo, che ſi chiama giogo, è detto anche lunghezza piu lontana, & quel
lo
, che è uicinißimo al detto centro, che chiamano opposto al giogo, è detto lunghezza piu ui­
cina
dello Eccentrico, ouero dello Epiciclo.
Queſti due punti ſono termini d'una linea dritta,
che
paſſa per amendue i centri, laquale ſi chiama linea del giogo: percioche è dimostratrice del
giogo
.
la onde ſi come nello Eccentrico la maggior lontananza è tanto piu del ſemidiametro del
lo
Eccentrico, quanto è lo ſpacio, che è tra uno centro & l'altro: coſi la minore è tanto meno del
ſemidiametro
, quanto quella è di piu: & il ſemidiametro è la lunghezza media.
Similmente nello
Epiciclo
la lunghezza maggiore ſarà tanto piu d'uno ſpacio, che è tra uno centro, & l'altro, quan
to
è il ſemidiametro dello Epiciclo: & tanto dallo iſteſſo ſpacio ſarà ſuperata la minore.
la onde
lo
ſpacio che ſarà tra l'uno centro, & l'altro ſarà la diſtanza di mezo, che media lunghezza ſi
chiama
.
percioche è molto ragioneuole, che la lunghezza media ſia tanto meno della maggiore,
quanto
eſſa è di piu della minore.
Chi bene conſidera quello, che fin hora s'è detto, comprenderà,
che
tanto nello Eccentrico, quanto nello Epiciclo qualunque punto, quanto ſi trouerà nella cir­
conferenza
piu rimoto & diſcosto dalla lunghezza maggiore, tanto ſarà piu uicino al centro del
mondo
: & quelli punti, che ſaranno egualmente diſtanti dal punto del giogo, ſaranno anche egual
mente
diſtanti dal centro del mondo.
Da queste coſe ſi ha tutta la diuerſità del mouimento, che
ci
appare, cioè con queſte deſcrittioni ſi ſalua la diuerſità di tutte le apparenze, & però molto
cautamente
ſi deono intendere questi uocaboli, perche ſono ſtati ritrouati per dare ad intendere
le
coſe del cielo a quel modo, che ſi puo: perche non ſi troua, Epiciclo, ne Giogo, Deferen­
te
, altra coſa ſimigliante nel mondo.
Vediamo adunque come ſi troua la diuerſità de i mo­
uimenti
.
Ma prima poniamo la figura delle coſe dette.
a b. è il deferente.
113[Figure 113]
Poniamo caſo, che'l pianeta ſi moua portato immediate dal
ſuo
Epiciclo, benche egli ſi moua egualmente ſopra il ſuo cen­
tro
, non dimeno pare, che egli muti il ſuo tenore ſopra qualun­
que
altro punto, che ſia nel cerchio, & ſimilmente ſopra il cen
tro
del mondo.
Queſta mutatione ſi ſalua per ragione di proſpettiua, imperoche posto, che mol­
te
coſe ſi mouino con eguale uelocità, pure quelle che ſono piu lontane da noi pareno men ueloci,
che
le piu uiciue.
Et però hauendo compreſo gli Aſtronomi, che il Sole in diuerſi luoghi del Zo­
diaco
, diuerſamente ſi muoue, & uolendo ſaluare tanta diuerſità, & non uolendo attribuire ad
un
corpo ſi nobile tanta diſagguaglianza, ſi hanno imaginato diuerſi cerchi, i centri de i quali
non
fuſſero gli iſteſſi, col centro del Mondo.
Egli adunque adiuiene, che piu lenta ci appare una
ſtella
, eſſendo nel giogo, che lontana dal giogo, perche nel giogo è piu rimota.
Ecci un'altro
modo
di diuerſità nel mouimento, perche ſe il pianeta dallo epiciclo, & lo epiciclo dal concentri
co
portato fuſſe, non però ſarebbe meno la diuerſità, imperoche il pianeta portato dall'uno, &
l
' altro uerſo leuante, ſenza dubbio andrebbe piu ueloce, che ſe fuſſe portato dal concentrico ſo­
lo
, & per lo epiciclo ſe ne steſſe, o ſe ne tornaſſe a dietro, percioche nel toccamento di quelle li­
nee
, che ſi parteno dal centro, & uanno all'epiciclo, pare che la ſtella, quanto al mouimento del
lo
epiciclo, ſi ſtia, ma in una metà della circonferenza pare, che uada inanzi, & nell'altra,

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