Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1124[Figure 124]
otto parti, o palmi, ſe uuoi che ſiano palmi. Ma in
Athene, perche Athene sta in altra inclinatione, ſe'l
Gnomone ſarà di quattro parti, l'ombra ſarà di tre.
con
la iſteſſa ragione in Aleſſandria, & a Rodi, & in al­
tri luoghi uanno uariando le ombre Meridiane al tem­
po de gli equinottij.
dal che anche ſi puo ſapere a chi
ſi leua il Sole piu alto ſul mezo dì, perche proportio­
nandoſi le ombre al Gnomone, dalla proportione del­
l'ombra al Gnomone ſi fa l'altezza.
Ecco l'ombra del
Gnomoue in Athene è minore un terzo del Gnomone,
& in Roma un'ottauo, & perche quanto il Sole è piu
alto, tanto l'ombra dritta è minore, però ſi conclude,
che il Sole ſia piu alto in Athene ſul mezo dì al tempo
dello eqninottio, che a Roma; & tanto piu alto quan­
to è l'ombra minore d'una ſubſeſquiterza dell'ombra
d'una ſubſbſquiottaua.
Et però in ogni luogo, che noi uorremo fare
gli horologi, douemo pigliare l'ombra equi—
nottiale.
Comincia Vitr. ad inſegnarci, come ſi habbia a fare lo Analemma; & perche un ſolo Ana­
lemma non ci puo ſeruire per tutto, ſe non quanto apartiene a quelli circoli, che ſono communi a
tutti gli Analemmi (come io ho detto di ſopra) perche ſono differenti le ombre equinottiali; pe­
rò ne piglia uno, che c'inſegna di ſare quello, che ſerue a Roma.
dando prima una regola genera
le, che in qualunque luogo uolemo fare gli horologi, biſogna auuertire all'ombra equinottiale,
& intende di quell'ombra, che ſi fa ſul mezo dì dal Gnomone al tempo dell'equinottio, perche
dalla detta ombra ſi piglia anche la ragione dell'ombra Meridiana fatta, quando il Sole entra in al
tri ſegni, come ci ſarà manifeſto qui ſotto.
Et ſe ſaranno, come è a Roma, noue le parti del Gnomone, & otto le parti dell'om­
bra, egli ſi farà nel piano una linea dritta, ſopra la quale ne cadera un'altra a ſquadra, che ſi
chiama Gnomone, & dalla linea del piano da piedi del Gnomone ſi miſurano noue ſpatij
fin alla cima, & doue termina la nona parte in ſu quel punto ſi faccia il centro con la lette­
ra.
a. & aperta la ſeſta da quel centro alla linea del piano a piedi del Gnomone doue ſarà
la lettera.
b. ſi faccia un circolo, che ſi chiama il Meridiano. Dapoi delle noue parti,
che ſono dal piano alla cima del Gnomone, la doue è il centro ſe ne pigliano otto, le qua
li ſi ſegnano dal piede del Gnomone ſopra la linea del piano, doue è la lettera.
o. queſto
termine ſarà dell'ombra Meridiana equinottiale del Gnomone, & da quel ſegno doue
è la lettera.
c. per lo centro. a. ſia tirata una linea doue ſerà il raggio equinottia—
le del Sole.
Lo Analemma per Roma ſi fa in queſto modo. prima egli ſi tira una linea in un piano, la qua­
le non è Orizonte, ma è quel piano ſopra lo quale è drizzato il Gnomone, & è il piano dell'horo­
logio egualmente diſtante all'Orizonte: ſopra quella linea del piano ſi drizza il Gnomone di quel­
la grandezza, che l'huomo uuole, poi ſi fa centro la cima del Gnomone, & allargata la ſeſta
quanto è lungo il Gnomone, ſi fa un circolo, che rappreſenta il Meridiano, ſopra il quale
s'imagina, che ſia il Sole nel mezo dì al tempo dello equinottio.
Hauemo dunque fin hora il
piano, doue batte l'ombra, il Gnomone, che fa l'ombra, & il Meridiano, nel quale ſi ha da ritro­
uare il Sole.
Biſogna poi pigliare la lunghezza dell'ombra, il che ſi fa in queſto modo (parlando
della inclinatione di Roma) ſapendoſi, che di noue parti, nelle quali è diuiſo il Gnomone, otto ſi
danno all'ombra, ſi partirà il Gnomone in noue parti, & dal piede ſuo lungo la linea del piano

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