Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1alcune ſimiglianze di coſe, non è impoſſibile, a chi per tempo comincia, & s' affatica riconoſcere
la detta communanza, & fare di piu coſe ſimiglianti lo iſteſſo giudicio.
& però puo eſſer'un ter­
mine, & una ſobrietà (dirò coſi) di ſapere, che hauendo noi tanto poſſiamo commodamente ſer
uirci.
Vedremo di ſotto per eſempio quello, che hora s'è detto. Fin tanto Vitr. riprende Pythio
Architetto, ilquale haueua opinione, che lo Architetto poteſſe meglio in opinione partitamente, che
i proprij profeſſori ciaſcuno nella ſua.
dice adunque.
Et però Pythio uno de gli antichi Architetti, quello che in Priene fece coſi nobilmente
il tempio di Minerua, dice ne i ſuoi commentari, che lo Architetto piu deue operare in
tutte l'Arti, & dottrine, che quelli, i quali ciaſcuna coſa con la loro induſtria, & eſſerci­
tio hanno a ſomma chiarezza condotto.
Ma queſto con effetto non ſi uede chiaro, percio
che non deue nè puo l'Architetto eſſer Grammatico come Ariſtarcho, ma bene non ſenza
letteratura.
Nè come Ariſtoxeno Muſico, ma non lontano dalla Muſica. nè pittore co-
me Apelle, pure habbia diſegno.
nè qual Mirone ſtatuario, o Policleto lauoratore di ſtuc
chi, ma non ignorante di tale Arte.
nè di nuouo Medico come Hippocrate, ma non ſenza
ragione di Medicina.
nè nelle altre dottrine ſingularmente eccellente, ma in queſte non
ſia nuouo, & imperito.
percioche non puo alcuno in tanta uarietà di coſe conſeguire ſin­
gular ſcieltezza, perche apena cade nel potere noſtro il conoſcere, & perfettamente capi­
re le lor ragioni.
Nè però non tanto gli Architetti non poſſono hauere in tutte le coſe gli
ultimi effetti, ma anche quelli, che ad una ſola ſcientia ſi danno, & priuatamente tengono
le proprietà delle Arti, non poſſono fare, che tutti riportino il ſommo principato della
lode.
Se adunque non tutti in ciaſcuna dottrina, ma pochi in molti anni apena ottenuto
hanno la nobiltà, come l'Architetto, che eſſer deue in tante arti perito, non farà coſa
grande, & merauiglioſa accioche egli non habbia biſogno di alcuna delle predette coſe?
& di piu ſe egli anderà inanzi à tutti gli Artefici, i quali con ſomma induſtria hanno preſta
to grande ſollicitudine in ciaſcuna dottrina.
Le parole ſecondo la interpretatione ſono chiare. proua con argomenti, non eſſer uero il detto
di Pythio.
Molto piu ragioneuole pare, ch'un'huomo conſeguiſca la perfettione d'una ſola ſcien­
za, che di molte; & pure di raro ſi truoua, che queſto auegna, cioè, che uno ſia in un'arte ſola
perfetto: però ſe non è quello che pare piu ragioneuole, che ſia meno ſarà quello, che manco ci pa­
re, cioè, che un'huomo ſolo ottenga il ſommo grado in molte, & diuerſe cognitioni.
La onde ſi
conchiude da Vitruuio. {Per il che pare, che in queſto Pythio errato habbia} cioè ſe Pythio
è ſtato eccellente Architetto, ſe ha detto molte belle coſe, in queſto però pare, che errato hab­
bia, in queſto non gli do fede, eſſendoci il ſenſo, & la ragione contraria.
Et per piu ſtabilire i
detti ſuoinon ſi ſcorda Vitr. delle coſe ſopra poſte da lui, quando, ci diße, che nell'Architettura,
come in ogni altra peritia erano due coſe da eßer conſiderate, cioè la coſa ſignificante, & la ſi­
gnificata, però dice il medeſimo con altre parole.
Pare adunque, che in queſto Pythio habbia errato, non hauendo auuertito, che ogni
arte partitamente è di due coſe compoſta, cioè dell'opera, & della ragione di quella.
&
di queſte due una è propria di coloro, che in ciaſcuna coſa particolare ſi ſono eſſercitati:
& queſto è lo effetto dell'opera.
l'altra è commune con tutti i dotti, cioè la ragione.
Non è alcuno, che ricordandoſi delle coſe dette di ſopra non intenda quello, che dice Vitru. in
queſto luogo, & ſe egli non haueſſe anchora appreſo bene che coſa è Fabrica, & diſcorſo, la
coſa ſignificante, & la ſignificata, l'opera, & la ragione dell'opera: legga et conſideri lo infraſcrit­
to eſſempio dell'autore, che intenderà il tutto, & conoſcerà il giro, & la raccommunanza delle
ſcienze.
dice adunque. Come adiuiene a i Medici, & a i Muſici, & ſopra il numeroſo bat­
tere de polſi, & del mouimento de i piedi.
Ma ſe egli accaderà medicare una ferita, ò bi­
ſognerà trarre di pericolo un'ammalato, non uerrà il Muſico, ma ſarà opera del Medico
propria, così nell'organo non il Medico, ma il Muſico canterà, accioche dal ſuono le orec-

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