Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1Geometria la linea: dalla naturale la ueduta: & ne fa una ſola, che io chiamerei Raggio. ma
queſte coſe altroue ci ſaranno manifeſte.
Stando adunque quanto ſi è detto, & la raccommu­
nanza delle ſcienze, Vitr. conchiudendo ci preſcriue il modo, & il termine del ſapere, & dice.
Et però aſſai parerà hauer fatto colui, che di ciaſcuna dottrina hauerà mediocremente
conoſciute le parti, & le ragioni di quelle, & quelle che neceſſarie ſono all'Architettura:
accioche egli non ſia laſciato, & ſi perda & manchi, quando di coſe tali, & di tal'Arti bi­
ſognerà far giudicio, & proua.
Perche non deue, ne puo lo Architetto eſſere perito nella Grammatica come Ariſtarcho, &
il reſto, che Vitr. ſi ricorda d'hauer detto di ſopra, doue diſſe {non deue.} percioche ſe bene
lo Architetto poteſſe eſſer perfetto in tante arti, non però per quella perfettione ſi douerrebbe
propriamente chiamare Architetto, perche uſcirebbe ſuori de i termini dell'Architettura; &
per queſto molto piu forte ſi fa l'argomento di Vitr. contra Pythio, perche prima s'è dimoſtrato,
che la ſua oppinione per la iſperienza non è uera, poi per ragione non è poſſibile, & in fine ſe be­
ne fuße poſſibile non è conueniente.
Simili argomenti uſa Platone, Ariſtotele & Galeno, ragio­
nando quelli dell'Oratore, & queſto del Medico, ſecondo il propoſito loro: & però quiui dirò
coſa, che a me pare degna di conſideratione, per fare auuertiti quelli, che ſi danno ad alcuna ſcien
za; che chi ſapeſſe bene quali fuſſero i termini di ciaſcuna ſcienza, & conoſcer poteſſe quando
altri ne uſciſſero, ſenza dubbio egli conoſcerebbe, & ritrouerebbe tante, & coſi belle coſe in
ciaſcuna, che egli ci darebbe da merauigliare; percioche chi ha bene le proprietà, & le diſtin­
tioni delle coſe, puote anche & le raccommunanze, & le ſimiglianze conoſcere.
Ma quelli, a i quali la natura benigna tanta di ſolertia, & uiuezza d'ingegno, & di me­
moria hauerà conceduto, che poſsino inſieme, & la Geometria, & l'Aſtrologia, & la Mu=
ſica, & le altre diſcipline perfettamente conoſcere, certamente paſſano i termini, & gli of­
ficij dello Architetto, & ſi fanno Mathematici, doue facilmente poſſono diſputare contra
quelle diſcipline, perche di piu arme di ſcienze armati ſono.
Egli ſi ſuole diſputare de i principij d'una ſcienza, & ſi ſuole anche diſputare delle coſe con­
tenute ſotto que' principij contra chiunque le negaſſe.
ſe egli ſi diſputa de i principij, biſogna uſci­
re de i termini di quella ſcienza, & uſare una ſcienza commune, & uniuerſale: perche ſe le
proue naſceno da i principij, come ſi puo contra chi gli niega diſputare ſtando ne i termini di quel­
la ſcienza, non eſſendo coſa inanzi i principij?
& però dice Vitr. che chi è armato di piu armi di
ſcienze puo diſputare contra le ſcienze, cioè contra coloro che di quelle ne faceſſero profeſſione.
& per queſto Ariſtotele non come Filoſofo naturale diſputa contra Parmenide, & Melißo, i
quali negauano i principij della Filoſofia naturale: ma come Dialettico, & ſopra naturale.
Ma
ſe egli ſi diſputa delle coſe contenute ſotto i principij di alcuna ſcienza, puo bene alcuno non uſcen­
do de i termini di quella ſcienza diſputare contra chi ragionaße male delle coſe à quella pertinen­
ti, perche egli ſi ſeruirebbe de i principij di quella ſcienza; & però quelli che ſono in molte ſcien­
ze periti, ſempre armati ſono, & all'offeſa, & alla difeſa, percioche uſcendo o ſtando nella
propoſta quiſtione, ſi poßono ſaluare con auantagio.
Ma rare uolte ſi truouano ſimili huomini, come fu Ariſtarcho Samio, Philolao, & Ar­
chita Tarentini, Apollonio Pergeo, Eratoſthene Cireneo, Archimede, & Scopinas Sira­
cuſani, i quali per uia di numeri, & di ragioni naturali molte coſe ritrouate circa gli in­
ſtrumenti, & le regole & gli ſtili, a i poſteri degnamente laſciorno.
Quando adunque
ſia, che dalla ſolertia naturale non a tutte le genti per tutto, ma a pochi huomini conce­
duto ſia l'hauere coſi buoni ingegni, & l'ufficio dello Architetto ſia eſſere in tutti gli am­
maeſtramenti eſſercitato, & la ragione della coſa permetta, che non ſecondo la neceſsità
le ſomme, ma le mediocri cognitioni delle diſcipline egli habbia: io ò Ceſare, & a te, & a
quelli, che leggeranno i miei uolumi, dimando, che ſe alcuna coſa poco ſecondo le re­
gole di Grammatica ſarà da me eſplicata, egli mi ſia perdonato.
perche non come ſom­

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