Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1
IL SECONDO LIBRODELL'AR CHIT ETTVRA
DIM. VITRVVIO.
Proemio.
DINOCRATE Architetto conſidatoſi ne i ſuoi penſieri, & nella ſua ſo=
lertia, eſlendo Aleſſandro ſignore del mondo, ſi parti di Macedonia per
andare allo eſſercito, diſideroſo d'eſſere dalla maeſta regia commendato.

Coſtui partendoſi dalla patria, da i parenti, & da gli amici, ottenne lettere
di fauore drizzate a i principali, & potenti della corte, accioche per me
zo loro fuſſe piu facilmente introdotto.
Eſſendo adunque benigna­
mente da quelli raccolto, chieſe loro, che quanto prima lo conduceſſero ad Aleſſandro.

Quegli hauendoli promeſſo, erano alquanto tardi, aſpettando il tempo commodo.
Di­
nocrate penſando eſſere sbeffato da quelli, a ſe ſteſſo per aiuto ricorſe.
Era egli di gran­
de ſtatura, di gratioſo aſpetto, & di ſomma dignità, & bellezza.
fidatoſi adunque di
queſte doti di natura, nell'albergo ſuo depoſe le ueſti, & di oglio tutto'l corpo ſi unſe, &
ſi coprì la ſiniſtra ſpalla di pelle di Leone, coronato di fronde di poppio, & tenendo
nella deſtra la claua, ſe ne andò uerſo il tribunale del Re, che teneua ragione.
Hauen
do la nouità del fatto riuolto a dietro già tutto il popolo; Aleſſandro lo uidde, & mera
uigliandoſi commandò, che gli fuſſe dato luogo, accioche egli ſi faceſſe innanzi, & di
mandollo, chi fuſſe.
Egli diſſe. Io ſon Dinocrate Architetto di Macedonia, che a te
porto penſieri, & forme degne della tua chiarezza: percioche io ho formato il monte
Atho in figura d'una ſtatua uirile, nella cui ſiniſtra io ho diſegnato le mura d'una gran­
diſsima città, & nella deſtra un uaſo, che habbia a raccogliere l'acqua di tutti i fiumi,
che ſono in quel monte; accioche da quel uaſo ſi ſpandeſſero nel mare.
Dilettatoſi
Aleſſandro della ragione della forma, ſubito dimandò ſe d'intorno ui fuſſero campi, che
poteſſero prouedere di grano al biſogno di quella città.
Hauendo ritrouato, che non
u'era altra uia, che quella d'oltra mare; Diſſe.
Io con attentione guardo al componi­
mento di coſi bella forma, & di eſſa mi diletto: ma io conſidero, che ſe alcuno uorrà an
dare in quel luogo ad habitare, non ſia biaſimato per poco giudicio.
perche ſi come
il fanciullo già naſciuto, non ſi puo ſenza il latte della nutrice alleuare, nè creſcere; co
fi la città ſenza poſſeſsioni, o frutti, che ui ſiano portati non puo ſoſtentarſi, nè mante­
nerſi creſcendo ſenza copia di uettouaglia, nè eſſer frequentata, nè ſi puo il populo ſen=
za abondanza di uiuere conſeruare.
per il che (ſi come io ſtimo) che ſi bel diſegno me
rita lode, coſi giudico douere eſſere biaſimato il luogo.
Ma ben uoglio, che tu ſtia me
co: percioche io intendo di uſar l'opera tua.
Dall hora in poi Dinocrate non ſi ſcoſtò
mai dal Re: & in Egitto lo ſeguitò.
Hauendo iui ueduto Aleſſandro il porto per natura
ſicuro: lo egregio mercato, i campi d'intorno all'Egitto abondanti di grano, & le mol
te commodità del gran fiume del Nilo; commandò, che iui dal ſuo nome Aleſſandria ſi
fabricaſſe.
Et per queſto Dinocrate dalla bellezza, & gratia del ſuo aſpetto, & gran
dezza del corpo, a quella nobiltà, & chiarezza peruenne.
Ma a me o Imperatore la na
tura non ha dato la grandezza della perſona, & la età mi ha deformata la faccia, la infer­
mità leuato le forze; la doue eſſendo io di tali preſidij abbandonato, ſpero per mezo del
la ſcienza, & de gli ſcritti a qualche grado di commendatione, & gloria peruenire.
Ha-

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