Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1dicare in poco ſpatio di tempo: perche ſe ella à ferma nelle tempeſte, & ſtrauenti, & nel­
la State, allhora è prouata: perche quella, che non ſarà di buona creta, o che ſarà mal cotta,
ſubito che ſarà toccata dal giaccio, o dalle brine, iui ſi moſtrerà difettoſa.
Quella adun
que che ne i tetti non puo ſopportar la fatica, meno ſarà buona nella muratura a ſoſte­
ner i peſi: per il che i pareti coperti di uecchie tegole ſpecialmente potranno hauere fer
mezza.
Ma io non uorrei, che mai in tempo alcuno fuſſero ſtati riti ouati i craticci: per
che quanto giouano alla preſtezza, & tengono manco luogo, tanto ſono di commu­
ne, & maggior calamità, perche ſono come faſci preparati a gli incendij: & però pare
che ſia migliore la ſpeſa delle pietre cotte nella ſontuoſità, che lo ſparagno del tempo de
i craticci nel pericolo, & quelli anche, che ſono poſti nelle incroſtature fanno delle fiſſu
re in quelle, per la diſpoſitione de i dritti, & trauerſi.
perche quando ſe gli dà la incro­
ſtatura, riceuendo l'humore ſi gonſiano, & poi ſeccandoſi, ſi riſtrigneno.
& coſi aſſoti­
gliati, rompeno la fermezza delle croſte.
Ma perche alcuni ſono conſtretti di coſi fare, o
per la preſtezza, o per biſogno, o per ſeparare un luogo dall'altro, coſi biſognerà fare.

Fatto ui ſia il ſuolo di ſotto alto, accioche o dal terrazzo, o dal pauimento non ſia tocca­
to, perche eſſendo iui ſommerſo col tempo ammarciſce, dapoi dando in ſe, piega, & rom
pe la bellezza delle incroſtature.
Io fin qui come ho potuto, ho detto de i pareti, & del
lo apparecchio della materia loro diſtintamente, di che bontà ſiano, & che difetti hab­
biano.
Reſta, che io eſpona chiaramente quanto appartiene alle trauature, & palchi, &
con che ragioni ſi acconci la materia da farli, & come ſiano di buona durata, come ci mo
ſtra la natura delle coſe.
Io ho uoluto porre tutta la interpretatione del preſente Capo, sì perche è facile & di piana
intelligenza, sì perche mi ſon forzato nel ſoprapoſto diſcorſo mettere inſieme tutta la materia pro
poſta.
dal che ogni ſtudioſo puo da ſe ſteſſo conſiderare tutto quello, che Vitruuio ha uoluto fare
in queſta parte.
Et uederà la ſua intentione eſſere ſtata di ragionare della fabrica de i muri,
& pareti, come egli dice nel fine del ſoprapoſto Capo, hauere diuiſo queſto ragionamen­
to in piu parti: & nella prima hauer detto le maniere del murare, & hauer reſo le ragioni de i
difetti, & della bontà di quelle, quaſi compar andole inſieme.
Nella ſeconda hauere ragio­
nato della muratura de i Greci, di tre maniere di quella, & hauere comparato il modo Greco,
col modo Latino di murare.
nella terza hauere lodato il fabricar di mattoni, dimoſtrato il
uero modo, & con bella, & iſtorica commendatione hauere commendato le fabriche di Mau­
ſolo Re di Caria, & propoſtoci molti eſſempi di quelle, & finita la ſua ornata digreſſione,
accompagnata dalle leggi del populo Romano, nel qual caſo, s'è dimoſtrato non ignorante delle
leggi ciuili, & nell'ultima eſſere ritornato ad inſegnarci, quanto era neceſſario a uarie ſorti sì
di pareti, come di craticci, de i quali ne ragiona anche nel terzo Capo del ſettimo libro: con­
chiudendo finalmente quanto ha uoluto fare, & quanto intende di uoler fare nel ſeguente Ca­
po.
I uocaboli del teſto per la interpretatione, & altroue per la eſpoſition nostra ſono chiari.
leggi Plinio per tutto il trenteſimo, ſeſto libro, che trouerai molte coſe al propoſito noſtro, &
le figure delle murature ſono poſte diſopra, & ſegnate con i loro nomi.
doue non ui accade altro
rincontro.
Hora ſeguita Vitruuio & parla della ragione de i legnami.
Del tagliare i legnami. Cap. IX.
LA materia ſi deue tagliare il principio dello autunno, che ſarà fin a quel tem­
po auanti, che Fauonio cominci a ſpirare: perche da prima uera gli alberi ſo­
no pregni, & tutti mandano la uirtù della loro proprietà nelle frondi, & ne i
frutti, che fanno ogni anno.
Quando adunque per la neceſsità de i tempi ſa­

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