Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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                  ri di quelle caſtella & terre, che gli deſſero uettouaglie, & eſſendo iui un forte caſtello det
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                  to Laregno, quel li che dentro erano confidandoſi nella fortezza naturale del luogo, non
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                  uolleno ubidire; per il che l'Imperatore ſi ſpinſe auanti con lo eſſercito. </s>
                  <s id="s.001983">Era dinanzi la por
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                  ta una torre fatta di queſta materia con traui trauerſi alternamente raddoppiati, come una
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                  pira in alto compoſta, in modo, che con pali, & pietre poteua ſcacciare chi har eſſe uolu­
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                  to auuicinarſi. </s>
                  <s id="s.001984">uedendoſi poi, che quelli non haueuano altre armi, che pali, & che per lo
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                  peſo di quelli non poteuano tirarli troppo lontani, fu comandato, che ui metteſſero ſot­
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                  to le faſcine, & che ſe le deſſe il fuoco, Et coſi preſto i ſoldati ne fecero una gran raunan­
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                  za. </s>
                  <s id="s.001985">Dapoi che la fiamma d'intorno a quella materia hebbe appreſe le faſcine, leuataſi al cie
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                  lo fece credere, che tutta quella mole fuſſe caduta a terra. </s>
                  <s id="s.001986">Ma poi, che quella da ſe fu
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                  eſtinta, & ceſſata, ſi uide la torre non eſſer ſtata tocca dal fuoco, ammirandoſi Ceſare co­
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                  mandò, che lontani dalli tiri delle ſaette circondaſſero il caſtello di trincere, per il che i ca
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                  ſtellani conſtretti dalla paura ſi diedero all'Imperatore, il quale poi gli dimandò di che fuſ­
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                  ſero quelle legna, che per la fiamma non ſi conſumauano. </s>
                  <s id="s.001987">Allhora quelli gli dimoſtraro­
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                  no quegli alberi, de i quali iui è copia grandiſsima, & per queſto quella fortezza, & que­
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                  ſta materia fu nominata laregna. </s>
                  <s id="s.001988">Queſta per lo Pò ſi conduce a Rauenna nella colonia di
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                  Fano, di Peſaro, & d'Ancona, & in altri luoghi & terre, che ſono in quella regione. </s>
                  <s id="s.001989">Del
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                  la qual materia ſe fuſſe commodità di condurne a Roma, ſi cauariano grandiſsime utilità
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                  ne gli edificij, & ſe non in tutte le coſe, almeno le tauole ſotto le grondi d'intorno l'iſole
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                  cioè caſe di priuate perſone
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                  } (per eſſer tutte le caſe ſeparate l'una dall'altra) ſe fuſſero poſte
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                  di quella materia ſariano liberate di pericolo del trapaſare de gli incendij, perche queſti
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                  legni non riceueno, nè fiamma, nè carbone, & da ſe non ne poſſono fare. </s>
                  <s id="s.001990">Sono queſti albe
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                  ri di foglie ſimiglianti al Pino, la loro materia è diſteſa, & trattabile per lauori di legnami
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                  non meno della Sappinea detta di ſopra, tiene liquida raſa di colore del mele attico, laqua­
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                  le è di giouamento a i ptiſici. </s>
                  <s id="s.001991">Io ho detto di tutte le ſorti di materia, di che proprietà ſia­
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                  no per natura, & ho eſpoſto con che ragioni ſi generano. </s>
                  <s id="s.001992">ſeguita che egli ſi auuertiſca per
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                  che cauſa quello Abete, che in Roma ſi chiama ſopernate, ſia peggiore dello Infernate,
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                  il quale utilmente dura per lunghiſsimo tempo nelle fabriche. </s>
                  <s id="s.001993">Et di queſte coſe, come
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                  pare, che habbiano dalla proprietà de i luoghi bontà, o uitio, accioche manifeſte ſiano, a
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                  chi ui uorrà penſare, chiaramente eſponerò. </s>
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                  Vitruuio ci ha inſegnato quanto appartiene alla materia (che coſi egli ſi chiama il legname)
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                  il tempo di tagliar gli alberi, la ragione, il modo di tagliarli, la natura, & uſo loro. </s>
                  <s id="s.001995">ha detto
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                  dell'Abete, del Larice, & del Cedro coſe degne, di auuertimento, & ha deſcritto alcuni alberi,
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                  conchiudendo chiaramente, quanto egli fin hora ha eſpoſto, Noi ſimilmente poneremo tutta la
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                  preſente materia ſotto un'aſpetto, ſecondo che letto hauemo ne buoni auttori. </s>
                  <s id="s.001996">Nel legname adun
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                  que ſi conſidera il tempo, & il modo di tagliarlo, la natura, l'uſo, & la comparatione delle par­
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                  ti, & del tutto. </s>
                  <s id="s.001997">Secondo Theofraſto il Rouere, il Pezzo, il Pino ſi deono tagliare quando le
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                  piante sbroccano. </s>
                  <s id="s.001998">Ma l'Acero, l'Olmo, la Tiglia, & il Fraſſino dopo la uindemia. </s>
                  <s id="s.001999">Vitru. uuole
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                  che ſi taglino dal principio dall'Autunno fin auanti, che cominci à ſpirare il uento zefiro: Colu­
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                  mella da i uenti fin' a i trenta della Luna, che inuecchia; Vegetio dalla quintadecima fin' alla ui­
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                  geſima ſeconda. </s>
                  <s id="s.002000">Heſiodo quando cadeno le foglie. </s>
                  <s id="s.002001">Catone il Rouere al Solestitio, & quella ma­
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                  teria, che ha del maturo, & del uerde, quando le cade il ſeme. </s>
                  <s id="s.002002">L'olmo quando cadeno le foglie. </s>
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                  Plinio naſcendo il cane nel far della Luna. </s>
                  <s id="s.002004">& è oſſeruatione Aſtronomica, percioche per la for­
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                  za della Luna egli ſi commoue ogni humore. </s>
                  <s id="s.002005">Tirando adunque la Luna l'humore alle radici il re­
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                  ſtante della materia ſarà piu puro, & piu purgato. </s>
                  <s id="s.002006">Perche Plinio uuole che s'aſpetti la notte,
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                  che ſuccede al giorno, che fa la Luna, quando eſſa Luna ſarà ſotterra. </s>
                  <s id="s.002007">Tutti questi auttori han­
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                  no le loro ragioni; benche la maggior parte conuenga. </s>
                  <s id="s.002008">Non ſi deono uſare i legnami ſe non paſ­
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                  ſati i tre meſi, nè tirargli per la rugiada, anzi dopo il mezo giorno, cominciando la Luna a ſce-
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