Vitruvius Pollio
,
I dieci libri dell?architettura
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1567
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chap
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subchap1
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subchap2
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s.000538
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23
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chie prendino la dolcezza, & dilettation ſua. </
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s.000539
">
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italics
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Molti eſſempi ci adduce Vitr. per li quali ſi comprende, come ſi ſtia la communanza delle ſcien
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lb
/>
ze; & prima dimoſtra quella tra due ſcienze, & poi tra molte. </
s
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s
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="
s.000540
">La Muſica, & La Medicina ſo
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lb
/>
no ſcienze, o Arti che uogliamo. </
s
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s
id
="
s.000541
">l'officio del Medico in quanto Medico, è di indurre, & di con
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lb
/>
ſeruare la ſanità; l'opera del Muſico in quanto Muſico è dilettare col ſuono, & col canto le orec
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lb
/>
chie de gli aſcoltanti. </
s
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<
s
id
="
s.000542
">in queſti ufficij, & effetti ſono differenti, ma nelle ragioni poſſono eſſer
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lb
/>
conformi. </
s
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s
id
="
s.000543
">la conformità naſce da una regola commune, che all'uno, & all'altro puo facilmente
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lb
/>
ſeruire, perche conſiderando il Medico la eleuatione, & la depreſſione de i polſi, la uelocità, &
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lb
/>
tardezza, la egualità ouero la diſaguaglianza, conuiene col Muſico, ilquale nelle uoci conſi
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lb
/>
dera le iſteſſe coſe riguardando a i piedi delle parole che ſono ne i uerſi, o al mouimento de i piedi,
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lb
/>
che ſi fa al ſuono di qualche inſtrumento. </
s
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<
s
id
="
s.000544
">percioche lo eſſer tardo o ueloce, che riſponde al tem
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lb
/>
po, alto o baſſo, che riſponde al tenore, & a i gradi della noce eguale o diſeguale, che riſponde
<
lb
/>
all'uno, & all'altro ſono termini communi, che a molte coſe di natura diuerſe, ſi poſſono appli
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lb
/>
care: però non è incommodo alcuno che nella ragione conuenghino molti artefici, i quali ſiano
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lb
/>
nelle opere differenti; & queſto naſce dal ualore de i principij, i quali eſſendo uniuerſali, & in
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lb
/>
differenti abbracciano piu coſe, & non dipendeno da ſoggetto alcuno. </
s
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s
id
="
s.000545
">Eguale adunque ſi puo di
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lb
/>
re, de i tempi, de gli ſpatij, de i mouimenti, de i corpi, de i numeri, delle uirtù, & di molte altre
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lb
/>
coſe che a diuerſi Artefici con ragione diuerſamente conferme aſpettano. </
s
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s
id
="
s.000546
">dico diuerſamente con
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lb
/>
forme; percioche il principio è uno; come ſe io diceßi. </
s
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s
id
="
s.000547
">Lo eguale giunto allo eguale fa il tutto
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lb
/>
eguale, ma l'applicatione ſi fa in materie, & ſoggetti diuerſi: perche il Medico applicherà il det
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lb
/>
to principio alle qualità, & uirtù dell'herbe, il Muſico a i tempi delle ſillabe, il filoſofo naturale
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lb
/>
a i moti, il Geometra alle grandezze, & altri ad altre coſe; come anche il Medico pigliando dal
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/>
Geometra, che gli angoli facilmente ſi uniſceno, & la circonferenza non coſi. </
s
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s
id
="
s.000548
">dice per queſto le
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/>
ferite circolari eſſer difficili da ſaldare, & unire, & i tagli migliori; & in queſto il Medico s'ac
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lb
/>
compagnerà col Geometra, nè però il Geometra oſera metter le mani addoſſo d'un ferito, nè il
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lb
/>
Medico come Medico ardirà opporſi al Geometra.
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emph.end
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="
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"/>
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s
>
<
s
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="
s.000549
"> Simigliantemente tra Muſici, & Aſtro
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lb
/>
logi è commune il diſputare del conſenſo delle ſtelle, de i concenti & conſonanze Dia
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lb
/>
teſſaron, & Diapente nominate, che ſono ne gli aſpetti quadrati, o triangolari. </
s
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">
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="
s.000550
">
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="
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Io deſidero laſciarmi intendere, percioche il Philandro benche ſidelmente eſponga le parole
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lb
/>
dello interprete di Tolomeo; ci laſcia però di ſiderio di maggior intelligenza. </
s
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s
id
="
s.000551
">Dico adunque, che
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lb
/>
uolendo gli Aſtrologi dimoſtrare come i corpi celeſti concordano a mandar qua giu nel centro i
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lb
/>
diuini loro influßi, hanno pigliato alcune figure di Geometria tra ſe proportionate, & riſponden
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lb
/>
ti. </
s
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s
id
="
s.000552
">La prima è quella, che ha tre anguli, & tre lati eguali, la ſeconda che ne ha quattro, la ter
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lb
/>
za, che ne ha ſgi. </
s
>
<
s
id
="
s.000553
">hanno poi miſurato gli angoli di quelle figure, & ritrouato tra quelli eſſere pro
<
lb
/>
portione, & corriſpondenza mirabile; & per quelle hanno giudicato la conformità, & conſo
<
lb
/>
nanza, che hanno le ſtelle nel mandar qua giu le loro diuine uirt uti, & per maggior chiarezza,
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lb
/>
io dico, che gli angoli ſi miſurano dalla circonferenza compreſa, che tengono le linee, che gli
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lb
/>
fanno. </
s
>
<
s
id
="
s.000554
">Dico dapoi, che gli antichi chiamauano Aße ogni coſa intiera atta ad eßer miſurata, o
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lb
/>
partita, & la diuideuano in dodici parti. </
s
>
<
s
id
="
s.000555
">L'una era detta onza; le due, ſeſtante: perche entra
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lb
/>
uano ſei fiate nel tutto, che era dodici. </
s
>
<
s
id
="
s.000556
">Le tre, quadrante, perche entrauano quattro fiate nel
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lb
/>
l'Aße. </
s
>
<
s
id
="
s.000557
">Le quattro triente, perche u'intrauano tre fiate. </
s
>
<
s
id
="
s.000558
">& non denominauano altrimenti le cin
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lb
/>
que, che Quincunce, perche non entrauano egualmente a far il tutto come le due, le tre, & le
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lb
/>
quattro. </
s
>
<
s
id
="
s.000559
">Ma le ſei erano dette ſemißes, quaſi la metà dell'Aße. le ſette, ſettunce, per la iſteßa
<
lb
/>
ragione delle cinque. </
s
>
<
s
id
="
s.000560
">le otto, beßem, perche alli ſei ne aggiugneno duc. </
s
>
<
s
id
="
s.000561
">Le noue dodrante, le dieci
<
lb
/>
Deſtante, & le undeci deunce, perche in quelle non era moltiplicatione, nè aggiunta, che egual
<
lb
/>
mente entraße a finire le dodici. </
s
>
<
s
id
="
s.000562
">Stando le coſe nel ſopradetto modo, io dico che lo angolo dritto
<
lb
/>
del quadrato giuſto, & intiero occuperà dodici parti, l'angolo del triangulo, che èmaggiore, &
<
lb
/>
piu largo ne abbraccera ſedici, l'angolo della figura di ſei, come piu ſtretto, ne tenirà otto. </
s
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s
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="
s.000563
">lo an-
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emph.end
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"/>
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subchap2
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chap
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archimedes
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