Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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1915PRIMO.
Qui Vitr. dichiara quello che egli diſſe di ſopra appartenere alla fedeltà, & giuſtitia dell’Architetto, dico adunque che quella parte di Filoſo-
fia
, che ci da laregola del ben uiuere, tratta di diuerſe maniere di beni, tra quali è la uirtù de coſtumi, poſta nella parte ragioneuole, ò uero
in
quella, che alla ragione ubidiſce.
In queſta parte di Filoſofia ſi tratta de gl’affetti humani, delle potenze dell’anima, nellequali ſono gl’af-
fetti
, de gli habiti di quelle potenze, ſieno quegli eccesſi, ò mancamenti, ò mediocritati:
trattaſi ancho dell’arbitrio, della elettione, del con-
1110 ſiglio, dell’appetito, in cui è la cupidigia, l’ira, &
la uoglia: trattaſi delle coſe, che uogliono alle uirtuti asſimigliarſi, ò uero, che di quelle
principij
ſono, per le quali coſe l’huomo è baſteuole à ſe ſteſſo:
dapoi riguarda il prosſimo ſuo come parte di ſua famiglia, & come parte di
ſuo
uniuerſal gouerno, &
nella famiglia ritroua l’ufficio del Patrone, & del ſeruo, della Moglie, & del Marito, del Padre, & del figliuo-
lo
, acquista, diſpenſa, uſa, &
adorna il tutto, ma nella ciuile, & publica amminiſtratione contenuta da un ſolo, ò da grandi, ò da molti con
legittimo
reggimento, ucde i ſaggi eſſere in uece di ragione, i Soldati in luogo d’iracundia gli arteſici in cambio della cupidigia, che ſi troua
in
noi.
De i ſaggi ſi fanno i Capi, i Magiſtrati, i Sacerdoti, i Senatori, i Giudici, ne i quali ha ſondamento la ragion ciuile, perciò, che da
quelli
ſi fanno le leggi, &
le eſſecutioni, perche altro non è ragion ciuile, che quella che, è fatta da ciaſcuna Città ſecondo il fine del propio
gouerno
.
La ſomma di queſta ragione è raccolta ne i libri delle Pandette, che coſi chiamate ſono, perche raccolgono tutte le parti della ra-
gion
ciuile:
la doue ſotto il primo titolo ſi ragunano i Principi, ſotto il ſecondo i Giudicij, ſotto il terzo le Coſe, ſotto il quarto le Hypoteca-
tion
, ſotto il quinto i Testamenti con le coſe à quelli appartenenti, ſotto il ſeſto uarij Titoli delle Poſſesſioni de i beni cogniti;
i danni, le fabri-
2220 che rouinate, le inſidie di quelle, la legge delle gronde, &
dell’ acqua piouana, parte all’ Architetto neceſſaria, & finalmente ſono altri capi,
che
lungo ſarebbe à nominarli.
Nell’ultimo titolo ſono le ſtipulationi, i contratti, i malleuadori, l’opere publiche, imercati, i cenſi, & al-
tre
coſe ne i grandi uolumi de Legiſti compreſe, delle quali ſecondo il biſogno eſſer ne deue l’ Architetto ammaeſtrato, come di coſe pertinenti
al
uiuer in pace, &
ſenza litigio. Ma piu alto ſalire, è, neceſſario per bene de gl’ Huomini, & però dice Vitr.
Quanto uero ſia, che lodar non ſi debbia coſa alcuna, prima che egli dimoſtrato non ſi habbia, quello, che ella è, chiaramente ſi uede per le coſe
4440 fin’hora dichiarate, perciò che niuno hauerebbe degnamente potuto lodare l’ Architettura ſenza la cognitione della natura, &
delle propietà,
che
le conuengono, &
ſe ſcioccamente egli posto s’haueſſe à lodarla, prima ſaputo non hauerebbe, poi non gli ſarebbe stato creduto, & fi-
nalmeute
costretto à renderne ragione fuggito ſarebbe, ò uero à ſe ſteſſo contradetto hauria, &
in queſto caſo con gli ignoranti al pari ſareb-
be
ſtato.
Ma prouiamo noi ſe con ragione posſiamo lodare l’ Architettura, ſi ueramente, & primo quanto alla cognitione, poi quanto al-
l’operationi
, perche nel conoſcimento, &
nel giudicio ella può eſſere con la Sapienza, & con la prudenza, meritamente paragonata, & per
l’operare
tra le arti come Heroica Virtù chiaramente riluce.
Mirabil coſa è il potere à cõmune beneficio raunare gl’huomini rozzi, & quelli
ridurre
al culto, &
alla diſciplina, ſicuri, & tranquilli nelle Città, & nelle fortezze: poi con maggior uiolenza fatta alla natura tagliare le
Rupi
, forare i Monti, empire le Valli, ſeccare le Paludi, fabricare le Naui, drizzar i Fiumi, munire i Porti, gettare i Ponti, &
ſuperar la
ſteſſa
Natura, in quelle coſe, che noi uinti ſiamo leuando peſi immenſi, &
ſatisfacendo in parte al deſiderio innato della Eternita, dilettando
chi
nõfabrica, &
molto piu chi fabrica, ornando i Regni, le Prouincie, il Mondo, per ilche ſi può dire di eſſa, che molto piu ſi puote con l’ani-
5550 mo penſarne, che con la penna ſcriuerne, ò con la lingua ragionarne;
Ma perche alcuno piu oltre non ſapendo può dinanzi à gl’occhi l’in-
finito
, &
l’imposſibile proporſi, argumentando che non cape in animo Humano tanta cognitione, & uarietà di Scienze, però Vitr. ci dimo-
ſtra
in che modo, &
inſino à che termine biſogna hauer le predette Scienze, & dice.
Ma forſe à gli imperiti puo imposſibil coſa parere, che la Natura apprenda, & s’arricordi tanto numero di dottrine.
Et però Pythio uno de gl’antichi Architetti, quello che in Pirene ſi nobilmente fece il Tempio di Minerua, dice ne i
7770 ſuoi Commentarij, che l’Architetto piu deue potere operare in tutte l’arti, &
dottrine, che quelli, iquali ciaſcuna co-
ſa
con loro induſtria, &
eſſercitio hanno al ſommo della eccellenza, condotto.

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