Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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8976LIBRO
La maniera detta Siſtilos, è quella nella quale lo intercolumnio è di due groſſezze di colonna, & i Zocchi delle ſpire à
quello ſpatio ſono tanto grandi quanto ſerà tra due zocchi, come è nel tempio della Fortuna equeſtre, al Theatro di
pietra, &
ne gli altri, che ſono con l’iſteſſe ragioni fabricati.
Il zocco è la parte inferiore della baſa, detta plinthus, perche è in forma di quadrello. uuole Vitr. che il zocco ſia tanto grande quanto è lo ſpatio,
che è poſto tra due zocchi.
intende qui il Filandro, il Tbeatro di Pompeio, i cui ueſtigi ſono nel campo di Fiore, ne ualſe à Pompeio, che egli
ogni ſtudio ui poneſſe per farlo eterno facendolo di pietra, perche troppo grande è la forza del tempo, &
la ingiuria, che egli fa alle coſe.
ma quali non gli ſon ſottoposte ? il tempo iſteſſo con il tempo ſi conſuma, & quello, che col tempo prende uita. col tempo ha fine, perche l’eſ-
ſer del tempo è ſempre naſcere, &
ſempre morire. & mentre ſi uiue, altro non ſi fa, che riceur Pingiurie del tempo, allequali quanto ſi può
l’arte cerca di rimediare.
ma in fine il tempo auanza l’arte. L’eſſempio della maniera Siſtilos, è nella pianta diſopra Dipteros nominata, à fac-
cie 72.
& l’Impiè è à faccie. 78.
1110
Le due antedette maniere hanno l’uſo loro diffettoſo, perche le Matrone aſcendendo per gradi alle ſupplicationi loro
non poſſono andar appari tra gli intercolunni.
ma biſogna che pasſino à fila. l’altro diffetto è, che le porte, & gli or-
namenti loro per la ſtrettezza delle colonne non ſi ueggono, &
finalmente per la ſtrettezza de gli ſpatij è impedi-
toil paſſeggiar d’intorno il Tempio.
Potrebbeſi dire ſe l’uſo, l’aſpetto, & il caminare è coſi impedito dalle due predette maniere, à che fine Vitr. ce le ha prepoſte ? Dico io che co-
me non fi deue laſciare à dietro alcuna forma del dire per eſſer men bella.
percioche é tempo, che la oſcurita ci uiene à propoſito, & la con-
fuſione, che ſono forme oppoſte alla chiarezza, &
eleganza del dire. coſi non deue P Architetto laſciare alcuna forma, che ſia men commoda,
&
gioconda all’ aſpetto, perche hora è che nell’ animo de riguardanti per gli occhi ſi ha da porre diletto, & piacere, bora merauiglia, &
horrore ſecondo il biſogno, &
ciò non ſi può fare da chi non ſa l’effetto, che fan diuerſe maniere di fabriche. potrebbeſi ancho dire, che in
queſte maniere ſi farebbeno le colonne tanto groſſe, che quando tra colonna e colonna ùandaſſero due groſſezze, ci ſarebbe ſpatio di andar
2220 appari, ma io riſpondo che l’altezza grande paſſarebbe i termini, &
che piu di due Matrone andauano appari, & che i zocchi nella maniera
Sistilos occupariano lo ſpacio tra le colonne, &
ſariano d’impedimento al caminare. & ſimilmente le porte, che à proportione deono riſpon
dere ne piu ne meno ſariano impedite.
La compoſitione del Diaſtilos, è quando potemo noi traporre nello intercolunnio la groſſezza di tre colonue, come
nel Tempio d’Apollo, &
di Diana. Coteſta diſpoſitione tiene queſta difficultà, che gli Architrani per la grandezza
de gli ſpatij ſi ſpezzano.
O quanto eſſer deue auuertito lo Architteto, non ſolamente riſpetto alla ſorma, & ragione che nello animo, & nella mente ſua con artificioſi
modiriuolge.
ma quanto alla materia, i cui diffetti ſono infinuti, i rimedi pochi, & difficili, & tal fiata niuno, ò di niun ualore. Però è bene
che ancho Vitr.
ci propona, le diffettoſe mantere, perche pe lo contrario ci potemo guardare da gli errori. La Pianta di queſta ſpecie s’inten-
de per le coſe antedette.
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Leon Batt. nel quinto libro al ſettimo capo aſſai commodamente ha interpretato, i nomi delle cinque maniere, dicendo conſerta, ſubconſerta, ſub-
diſpanſa, Diſpanſa &
elegante.
Nelle maniere Areoſtili non ci è dato l’uſo de gli Architraui di pietra, ne di marmo, ma ſopra le colonne porre ſi deo-
no le traui di legname continue.
& le maniere di quei tempi ſono baſſe, larghe,humili, & ornano i loro Frontiſpici di
figure di terra cotta, ò di rame dorate all’ uſanza di Toſcana, come ſi uede al Circo Masſimo, il Tempio di Cerere, &

di Hercole, &
del Pompeiano Campidoglio.
Il preſente luogo è alquanto intricato per la diuerſità della lettione, perche ſi legge da molti diuer ſamente. benche ſi intenda per conietture, &
ſi habbia il buon ſentimento.
Le maniere Arcostili uſano liberi ſpatij tra colonna, & colonna. & però Vitr. ha uſato il numero del piu, & non
ha detto la maniera Areoſtilos.
ma le maniere, perche eſſendo gli ſpatij, & i uani liberi poſſono eſſer piu, & meno larghi ſecondo il uolere di
chi fabrica, &
non ci è legge, ne regola alcuna. in queste non ſi uſan'Architraui di pietra, ò di amrmo, perche ſi ſpezzerebbero, il qual pericolo
4440 ſe era nella ſpecie Diaſtilos doue il uano era di tre colonne, quanto piu eſſer due, ſe ſerà maggiore ?
la doue per obuiare à queſto diffitto ſi
fan gli Architraui di legno, &
quella maniera e baſſa, humile, & piu presto ornata di mille uarietà d’ornamenti, che di grandezza d’opere.
la onde ſi può conietturare, che gli Architraui fuſſero inueſtiti d’Auorio, dicendo Vitr. barricefali, perche barri detti ſono gli Eleſanti, &
cefali ſignifica la teſta.
& è ragioneuole, che la trauatura, ch’era di legno, doueſſe eſſer inueſtita, & ornata. La onde nel quarto libro al ſettimo
capo Vitr.
dice il medeſimo. ma con altre. parole, & iui è la pianta, & l’Impiè diſſegnato di queſta maniera. L’arte di ſormar di creta le coſe
prima uenne in Ethruria, che in altro luogo d’Italia, in queſta furono eccellentisſimi Dimophilo, &
Gorgaſo. Et gli iſtesſi erano ancho Pit-
tori, &
con l’una & l’altra loro arte adornarono il Tempio di Cerere à Roma nel Circo Masſimo, & con la inſcrittione Greca ne uerſi iui
poſti dimoſtrarono, che le opere dalla deſtra erano di mano di Dimophilo, &
dalla ſimſtra, di Gorgaſi. Auante di queſto tempio tutte le coſe
erano Thoſcane.
& i Frōtiſpicij, & fastigi erano di queſte opere. Il luogo di Vitruuio, nel quarto, doue egli accenna, quello che dice in que-
ſto luogo è.
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Siano le traui incaſtrate in modo con chiaui, & rittegni, che la commiſſura habbia lo ſpatio largo due dita,imperoche
toccandoſi le traui, &
non riceuendo ſpiraculto di uento ſi riſcaldano inſieme, & preſto ſi guaſtano, ma ſopra le traui,
&
ſopra il pareti ſiano le meſole trappaſſate per la quarta parte dell'altezza della colonna ſportando in fuori, & nel
le fronti loro dinanzi fitti ſiano gli ornamenti.
Ecco che Vitr. dice ante pagmenta quelli ornamenti, che ſono apposti. & fitti alle trauature per coprirle. & Vitr. ancho dice qui ſotto, che quan-
to gli fpatij tra le colonne ſono maggiori, tanto piu groſſe eſſer deono le colonne, &
conſeguentemente minori, & piu baſſe. & però i Tempi
Areoſtili ſono humili, depresſi, &
basſi.
Deueſi hora render la ragione della bella, & elegante maniera Euſtilos nominata. Laquale, & all’uſo, & alla bellezza,
&
alla fermezza eſpedite tiene le ſue ragioni. percioche gli ſpatij tra gli interualli ſi deono fare della groſſezza di due
colonne, &
un quarto, & lo intercolunnio di mezzo tanto dinanzi, quanto di dietro ſi deue far di tre groſſezze, per-
6660 che à queſto modo hauera, &
lo aſpetto della figura leggiadro, & l’uſo della entrata ſenza impedimento, & il paſ-
feggiar d’intorno la cella grandezza.
Et la ragion di ciò coſi, ſi eſpediſſe.
Il ristretto intercolunnio impediua il caminare, Pentrare, & l’aſpetto. però le due maniere di prima erano uitioſe. il piu largo, & libero portaua
pericolo.
A dunque il giuſto, & elegante tra il piu, & il meno, che ſono eſtremi uitioſi, come uirtuoſo nel mezzo ſi deue ridurre. Se adunque
uno è mezzo, ouer due e poco.
& tre e di piu, reſta che due, & un quarto ſia conueniente. Ma perche non è coſi due, & mezzo, come due, &
un quarto ?
Riſpondo, che queſto farà la giuſta miſura del compartimento, quando ſi uorrà ſar lo ſpatio dell’intercolunnio maggiore nel mez-
zo, che ne gli eſtremi, oltra che ſe noi cauamo da una proportione ſotto ſesquialtera, una ſotto ſesquiquinta.
ne naſcera una ſotto ſesquiotta-
ua, &
non altro. ecco uno e mezzo ſono ſei quarti, due ſono otto quarti, due, & mezzo dieci quarti, tre dodici quarti. Sei ad otto ſono in
proportione ſotto ſesquialtera, dieci à dodici in proportione ſotto ſesquiquinta.
di adunque ſei uia dodici, ſettantadue, otto uia dieci ottanta.
tra ſettanta due, & ottanta cade proportione ſotto ſesquiottaua. il noue adunque è piu proportionato al ſei, & al dodici, che al dieci, noue
7770 quarti adunque ſeranno i uani della bella maniera.
hor uediamone la proua.
Se la facciata doue ſi deue fare il Tempio, ſera per farlo di quattro colonne, partiſcaſi in parti undici è mezza. laſciando
fuori da i lati i margini, &
gli ſporti de i baſamenti. Se di ſei partiſcaſi, in parti diciotto, ſe di otto in uentiquattro è
mezza.
Di queſte parti, ſia il tempio di quattro, di ſei, ō di otto colōne in fronte, ne piglierai una. & quella ferà il mo
dulo.
la groſſezza delle colonne ſerà d’un modulo. & ogni intercolunnio, eccetto quello di mezzo ſia di due moduli,
&
d’un quarto, l’intercolunnio di mezzo, ſi dināzi, come dietro, ſia di tre moduli. L’altezza delle colonne ſia di

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