Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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5446LIBRO
Deonſi fare la Primauera, ouero l’autunno, accioche parimente ad uno iſteſſo tenore ſi ſecchino, perche quelli, che
ſi fanno al tempo del Solſtition ſono diffettoſi, perche la lor coperta ſuperficiale eſſendo cotta dal Sole, ſà che pa-
rino ſecchi, &
aridi, ma di dentro non ſono aſciutti, & poi, che ſeccandoſi ſi reſtringono, le parti aride crepa-
no, &
coſi fesſi ſi fanno debili, & però ſommamente buoni ſeranno quelli, che due anni prima ſi formeranno,
percioche non piu preſto ſeccar ſi poſſono quanto biſogna, &
pero quando freſchi, & non ſecchi ſono poſti in
lauoro indottaui la croſta, eſtando quella rigidamente ſoda, dando quelli in ſe, non poſſono tener la iſteſſA al-
tezza, che tiene la coperta, ò la croſta, ma ſono dalla congiuntione di quella ſeparati, &
però la intonicatura della
fabrica ſeparata non potendo ſtar da ſe per la ſua ſottigliezza ſi rompe, &
i pareti per ſorte dando in ſe ſtesſi ri-
ceueno mancamento, per queſta ragione gli Vticeſi nel fare i pareti uſano, &
in opera mettono il mattone,
quando è bene aſciutto, &
ſecco, & fatto cinque anni prima, & che poſcia queſto ſia del magiſtrato preſiden-
1110 te approuato.
Dal preſente luogo ſi può moderare la ingordiggia di quelli, che non prima penſato hanno difabricare, che in un punto uogliono hauer finita l’o
pera, ſenza conſideration, ò ſcielta della materia.
Ma giuſtamente poiſono castigati, quando per la loro traccuraggine, qualche ſinistro
gli aurene, là onde infinitamente ſi dolgono, che della loro negligenza eterno teſtimonio ſi ſerbi nella memoria della genti, è ſpecialmente
nelle opere publiche, che ſono piu riguardate.
Tre maniere di mattoni ſi fanno, una che da Greci Didoron ſi dice. Quella che da noſtri ſi uſa lunga un piede,
larga mezzao.
L’altre da i Greci adoperate ſono ne gli edificijloro, dellequali una è detta Pentadoron, l’altra Te-
tradoron, Doron chiamano il Palmo, &
il dare de i doni in Greco Doron ſi dice, & quello, che ſi da ſi porta nel-
la palma della mano.
Benche Vit, dica eſſer tre maniere de mattoni, pure non pone una ſerma legge, che piu non ſe ne uſino, imperoche imaggiori edificij ſi faceua-
2220 no con maggiori mattoni, &
s’è ueduto gli antichi hauer uſato più grandi, e minori mattoni ſecondo la commodità. Denominarono i mat-
toni dal palmo, col quale erano miſur ati, come noi dalla forma quadra, Quadrelli i nominamo nel Greco idioma il Palmo ſi chiama Do-
ron, &
perciò il dare de i doni, e ſimilmente Doron detto, perche quello, che ſi da ſi ſuole portar nella Palma, & peròi mattoni ſono
denominati dal Palmo, perche ſi poſono con una preſa di mano portare, anzi piu preſto perche ſi miſurano col Palmo, Quello adunque che
in lunghezzaſer à d’un piede, &
in larghezza mezzo chiamdaſi Didron, cioè di due palmi, che ſon mezzo piede, come nel terzo libro
ſi far à manifesto, doue d’ogni miſura, &
proportione parleremo à bastanza. Palladio al luogo ſopracitato uuole, che i mattoni ſian get-
tati in una forma longa due piedi, larga uno, alta oncie quattro.
Plinio, che piglia tutto il preſente luogo di Vit. dice, che’l mattone Dio-
doro detto era longo un piede è mezzo, largo un piede, &
coſi il Filandro dice rittrouarſi ſcitto in unteſto di Vit. ma gli piace piu che Vit.
habbia hauuto riſpetto alla larhezza, & che egli habbia inteſo del Palmo minore, doue due palmi fanno mezzo piede.
Quello adunque che per ogni uerſo, e di palmi cinque Pentadoron, & quello di quattro Tetradoron ſi di-
3330 manda, &
le opere publiche ſi fano di quelli, che ſono di cinque palmi, & le priuate di quelli, che ſono
di quattro.
Et in uero con ragione, perche de i maggiori edificij maggiori eſſer deono i membri, & de i maggiori membri le parti maggiori eſſer con-
uengono.
Fannoſi appreſſo de i detti quadrelli; mezzi quadrelli, iquali quando ſi mettono in opera ne i corſi da una parte ſi
pongono gli intieri dall’altra i mezzi, &
però quando dall’una, & l’altra parte poſti ſono à drittura i pareti cam-
bieuolmente con gli ordini, &
corſi legati ſono, & i mezzi mattoni ſopra quelli conſtrignimenti collocati, & fer-
mezza, &
aſpetto non ingrato fanno dall’una, & l’altra parte.
Vit. dimostra una bella uſanza di poner i mattoni uno ſopra l’altro, & perche la uarietà proge diletto in qualunque opera, & la confor-
mità continua partoriſce ſaſtidio;
però trouando egliuna forma di quadrelli differente inmiſura daipredetti, ce inſegna accompagnar
4440 queſti, &
quelli in modo che habbiano del buono, & durino aſſai, perche queſti minori con quelli, ne i corſi, & ordini che lui dice Co-
ria, ſono accompagnati in modo, che doue ſi congiungono dalle teste di due quadrelli maggiori uengono di ſopra quelli ad incontrar il mez-
zo de i quadrelli minori, &
queſto dice in altri luoghi, & nelle figure de diuerſi tempi noil’hauemo diſſengato. lo fra tanto diſidero, chenel
preſente luogo ſia conſiderato, che Vitr.
molto à propoſito ha uoluto nel precedente cape eſponer la oppinione de gli autichi cercai princi-
pij delle coſe, perche douendo egli render la ragione di molti effetti, non potea ciò fare commodamente ſenza la intelligenza della natura di
quei principij, &
delle loro qualità come detto hauemo.
Sono nella Spagna di la Calento, & Masſia, & nell’Aſia Pitane, doue i mattoni quando ſpianati ſono, & ſecchi, po-
ſti poi nell’acqua ſopranuotano.
Ma perche posſino coſi nuotare, queſta mi pare, che ſia la ragione, perche la terra
di che ſi fanno, e come pomice, &
pero eſſendo leggiera, & dallo aere raſſodata non riceue, & non aſſorbeil liquore,
&
però eſſendo di lieue, & di rara propietà, ne laſciando entrar l’humore nella ſua corporatura, ſia di che peſo ſi uo-
5550 glia, e da eſſa natura forzata come la poimce ad eſſer dall’acqua ſoſtenuta, &
à queſto modo ne hanno grande utilità,
perche ne troppo peſano nelle opere, ne quando ſi formano delle pioggie ſono disfatti.
Strabone nel terzo decimo libro della ſua Coſmograſia coſidice. Dicono che appreſſo Puane i quadrelli poſti in acqua ſopranuotano, ilche quuie
ne ſimilmente iu Etruria in una certa Iſola, imperoche eſſendo la terra piu lieue, che l’acqua accade che eſſa è portat.
Poßidonio riferiſce
hauer ueduto, che i quadrelli fatti d’una certa certa, che netta le coſe inargentate, nuotano ſopra l’acque.
Ma la cagione del nuotare dette
da Vitr.
& ad Strabone à me non ſatisfa; ſe forſe Strabone non intende quella creta in particulare eſſer piulieue dell’acqua, ilche an-
cho non è aſſai, perche biſogna render il perche quella terra è piu lieue, che l’acqua, &
ſe Vitru, riſponde, che quella terra è come po-
mice, che tanto è quanto à dir leggiera, non però compie di aſſegnar la cagione del ſopra nuotare, &
ſe ben queſto conciede alla natura
de i principij, de quali quella terra abonda, dicendo che ella è raſſodata dallo aere, ne laſcia penetrare adentro l’humore, non però queſta puo eſ
ſer la cagione, percioche queſto puo auuenire per la ontuoſità, &
graßezza della terra, & ancho per troppo ſiccità, & per eſſer la terra
6660 cauernoſa, e piena di fori, come è la pomice.
CAP. IIII. DELLA ARENA.
MA nelle opere de Cementi prima biſogna hauer cura di trouar l’Arena, accioche ella ſia buona à me-
ſcolar la materia, cioè la calce, &
non habbia ſeco terra meſcolata. Le ſorti dell’Arena che ſi caua ſon
queſte, la nera, la bianca, la roſſa, il carbuncino.
Di queſte ottima è quella, che ſtroppicciata con le
dita, cigola, ma quella, che ſerà con terra meſcolata non hauerà dell'aſpro, non ſerà buona, dapoi
7770 quella ſerà idonea, che ſparſa ſopra le ueſti, &
poi crollata non la ſcierà macchia, ne iui reſterà terra
diſotto, ma ſe nõ ſeranno bucche di arena, allhora da i fiumi &
delle ghiare ſerà neceſſario cernirla,
&
ancho dal lito del mare, ma quella nelle murature, & opere ha queſti diffetti, che difficilmentes’aſciuga, ne doue
ella ſi troua, il parete ſopporta di eſſer continuamente di molto peſo aggrauto, ſe con qualche intermisſione
dell’opera non ripoſa, &
oltra di queſto nõ riceue le uolte, & l’Arena del mare ha queſto male di piu, che quando i pa
reti ſeranno coperti, &
intonicati, mandãdo fuori la ſalſugine ſi diſcioglierãno. Ma l’Arene che ſi cauan di foſſe,

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