Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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1814LIBRO
La Filoſofia ueramente ſa lo Architetto. Nella Filofofia, che è Studio, & amore di Sapienza, cioè del bene, & del uero é la ſpecula-
tione delle coſe, &
la regola delle attioni, l’una, & l’altra è neceſſaria allo Architetto, quanto alla regola delle attioni dice Vitr. che.
La Filo ſofia fa l’Architetto. Cioè dimoſtra allo Architetto il modo di coſtumatamente uiuere, & dichiara in che principalmente ſi con-
uenga questa regola, &
dice, che prima. La Filoſoſia lo fa d’animo grande. Si per abbracciar le grandi impreſe, come per non
temer le grandi offeſe;
ma perche la grandezza dell’animo pare che ſeco apporti il diſpregio d’altrui, & una certa ſeuerità, & appreſſo l’ar-
roganza, però ſia l’ Architetto di grand’ animo ſenza arroganza, che è uitio alla uerità opposto, che oltra il debito attribuiſce à ſe ſteſſo:
ſia
piaceuole ſi nell’udire, &
ſatisfare alle dimande de gl’imperiti, ſi nel ſopportare i loro diſſetti: ma perche nell’ eſſere piaceuole egli potrebbe
inchinarſi ad alcuna coſa men giusta però come maeſtro di proportione ſia egli giuſto, &
eguale à ogmuno, & nella egualità dimoſtri ſede
nel conſigliare:
non ſia auaro nel riceuere i doni, ne cupido nel deſiderargli, hauendo queſte belle conditioni l’ Architetto conſeruerà il gra-
do ſuo, reſterà honorato, &
laſcierà fama immortale, & però Vitr. hauendo conoſciuto in ſe steſſo quanto ſia bello, & degno l’ornamento
1110 delle predette uirtù, &
deſorme la macchia de gli oppoſti errori: in molti luoghi dell’opera ſua dimoſtra stimare piu la Verità, che le ricchez-
ze piu la Gloria che l’utile, &
biaſima gl’adulatori, arroganti, & auari Architetti, come da tutti i Proemi de i Dieci Libri ſi può uedere,
iquali ueramente, come ſe fuſſeno un Proemio ſolo di tutta l’opera ſi deono leggere, &
conſiderare. Quanto adunque alla uirtù de coſtumi
grandemente ci gioua la Filoſofia, &
pero Vitr. dice.
La Filoſoſia ueramente fa lo Architetto d’animo grande, ſenza arroganza, piaceuole, giuſto, & fedele, non auaro, il-
che è coſa grandisſima, la doue ſenza ſede, &
caſtità ueramente niuna opera ſi può ſare. Anchora la Filoſofia leua
la cupidigia, &
non laſcia l’animo occupato nel riceuer doni, ma fa, che con grauità ſi difenda la propria dignità, &
ſene riporti buon nome.
Queſte coſe dalla Filoſofia preſcritte ci ſono.
Quanto alla parte, che al uero aſpetta dice Vitr. ancho quella eſſer’utile all’Architetto.
Appreſſo la medeſima cognitione ci dimoſtra la Scienza delle coſe naturali, la quale con iſtudio ſi deue grandemente
2220 cercare, come quella, che in ſe contenga molte, &
diuerſe dimande naturali, come ancho ſi uede nel condurre l’acque,
perche ne i corſi, &
ne i giri, & ne i piani liuellati, & ne gli eſiti le uſcite, & gli ſpiriti naturali à molti modi ſi fanno,
à i difetti delle quali coſe niuno può rimediare, ſe non chi dalla Filoſofia preſo hauerà i principij della natura delle
coſe.
Oltra di queſto chiunque leggerà i uolumi di Thesbia, ò d’Archimede, non conſentirà loro, ſe prima di tali coſe
non ſarà da i Filoſofi ammaeſtrato.
Vna parte della Filoſoſia Naturale è chiamata Hiſtoria Naturale, & una Scienza; la Hiſtoria Naturale è ſemplice narratione de gl’effetti, et del
l’opere di Natura, l’eſſempio ſi può da gli ſcritti di Plinio commodamente pigliare, perche Plinio narra tutto quello, che ſi uede nelle coſe fatte
dalla Natura, cominciando da eſſo Mondo, &
dalle parti principali di eſſo come ſono i Cieli, & gl’Elementi. Venendo alle coſe particolari de
i Paeſi, delle Pietre, de i Metalli, delle Piante, de gl’Animali, &
dell’Huomo che e fine di tutte l opere di Natura. La Scienza è cognitione del-
le cauſe, &
de i principij di tutte le predette coſe, della quale ordinatamente, & con mirabil dottrina il buouo Ariſtotile ne è ſtato maeſtro.
3330 Tanto l’hiſtoria quanto la cognitione è buona per lo Architetto. Vitr. hebbe l’una, & l’altra, come ſi uede nel quarto cap. del Primo doue ſi
tratta de i principij delle coſe, &
nell’Ottauo Libro, & nel Secondo, & nel restante di quel Libro, & in tutta l’opera doue egli parla de gli
Alberi, delle Pietre, delle minere, de gl’ Animali, delia uoce, dell’udito, del uedere, &
di molte opere di Natura, le cagioni delle quali ſono in
molti luoghi dell’ Architettura cercate, &
ſpecialmente nella materia dell’acque, come ſi uede nell’ Ottauo Libro.
Della Muſica eſſer deue pratico l’Architetto à fine, che egli conoſca la regolata ragione, & la Mathematica, & acciò,
che egli ſappia drittamente dare la tempera à gli inſtrumenti da Pietre, ò Saette, come ſono Baleſtre, Catapulte, &

Scorpioni.
Qui Vitr. dimoſtra la Muſica eſſer’utile allo Architetto, & quanto alla pratica, & quanto alla ſpeculatione come ſono l’altre Mathematice,
quanto alla pratica dice quella parola.
# Regolata. # Che nel Latino dice. # Canonica. # Quanto alla ſpeculatione dice quellaltra.
Mathematica. Io dichiaro l’una, & l’altra con l’autorità de i buoni Autori. La Canonica appartiene all’orecchie, come la proſpettiua à
4440 gl’occhi, &
è preſa da i Muſici come per ſondamento della loro arte uſitata, & è quella, che miſura le altezze, & le lunghezze delle uoci, &
da Greci la miſura del durare delle uoci è detta, Rithmus, cioè numero, &
la miſura dell’altezza, è detta, Melos, cioè canto. Tiene anco la Ca-
nonica un’altra parte, Metrica nominata, cioè arte di comporre i uerſi, che ſono effctti delle predette miſure nelle ſillabe, &
nelle parole; arte
ueramente diletteuole, &
conforme alla Natura Humana, è detta Canonica cioè regolatrice (come dice Boetio) nella ſua Muſica, perche non
ſi deue dare tutto il giuditio à i ſenſi, perche ſono fallaci, &
alterabili per ogni minima offeſa, benche ſieno principij, cioè occaſioni dell’Arti,
&
ci facciano auuertiti delle coſe, però la perſettione, & la forza della cognitione e poſta nella ragione, la quale con certe regole eſſendo ſer
mata non ci ſa errare in modo alcuno, &
però è detta Canonica, & regolata. La Mathematica è quella, che non piu riguarda al ſenſo, ma è
facultà di giudicare ſecondo la ſpeculatione, &
la propoſta ragione conueniente alla Muſica de i numeri ſonori, & de i modi, & delle maniere
delle Canzoni, &
de i meſcolamenti, & de i uerſi de Poeti, forſi piu alto ſalẽdo la Humana, & Mondana conuenienza de i Cieli, & dell’ Ani-
ma uà conſiderando.
Ma noi ci riſerimo al Quinto Libro doue chiaramente di parlar intendemo circa la Muſica, & Harmonia, credendo à
5550 Vitr.
come far deue chiunque impara, fino che il giuditio, & la eſperienza ſi faccia, perche al ſuo luogo uedremo acconciamente quello, che
dice hora Vitr.
di uaſi di rame nel Quinto, & de gl’inſtrumenti d’acqua nel Decimo.
Quei uaſi ancho di Rame, che nei Theatri ſotto i gradi nelle Celle con ragione Mathematica ſi fanno, & le differenze
de i tuoni ſi accordano à i riſuegliamenti de i dolci ſuoni Muſicali, &
ſi compongono à Cella per Cella, in quei giri,
con quelle conſonanze, che da i Muſici, Diateſſaron, Diapente, Diapaſon nominate ſono, acciò, che la uoce de i ſuoni
ſcenici nelle diſpoſitioni conuenienti quando toccherà l’udito piu chiara, &
piu ſoaue à gli aſcoltanti peruenga.
Gli inſtrumenti d’acque ſenza ragione di Muſica drittamente non ſi fanno.
Et ſimilmente ſi uedrà del Decimo Libro al cap. X VIII. quello che egli ha detto di ſopra la Muſica eſſer neceſſaria all’ Architetto
Acciò che egli ſappia drittamente dare la temperatura à gli inſtrumenti, che tirano Pietre, ò Saette, come ſono Baleſtre
grandi, &
piccole nominate Baliſte, Catapulte, & Scorpioni, imperoche ne i capi dalla deſtra, & dalla ſiniſtra ſono i
6660 pertugi, ò fori de i pari tuoni, per li quali le torte funi di neruo tirate ſono con molinelli, ò naſpi, iquali non ſi chiu-
dono, ò legano ſe prima fuori non mandano determinati, &
eguali ſuoni all’orecchie di quelli, che le fanno, perche le
braccia ſi ſerrano nelle carcature, &
nel tirare di eſſe funi, quando poi ſi ſtendono, ſi ſchiudono con egualità, &
parimente d’ambe le parti mandar deonole ſaette, la doue ſe non ſaranno di pari tuoni impediranno il tirare
drittamente.
Non è luogo ne tempo di dimorare ſopra le predette coſe, percìò, che la dottrina eſſer deue ordinata, & quel che uuole maggiore introduttio-
ne eſſer non deue nella prima ſronte collocato.
Certo è nella Muſica chella egualità del ſuono dimoſtra egualità di ſpatio, & quella propor-
tione che è tra ſpatio, e ſpatio, ſi troua ancho tra ſuono, &
ſuono, & però eſſendo il ſuono eguale, dall’uno, & l’altro braccio ſeguita che
la fune dentro le braccia ſie eguale, dalche naſce la bontà dello instrumento, &
l’uſo di eſſo, come prouano gli Arcieri, & i Balestrieri tut-
to il giorno, e ci ſerà manifeſto nel Decimo.
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La medicina deue dal buono Architetto eſſer appreſa pet conoſcere le inclinationi del Cielo, & l’aere de i luoghi ſalu-
bri, ò mal ſani, &
per l’uſo delle acque, percioche ſeuza tali ragione ſtanza non ſi può fare, che buona ſia.
Le inclinationi del Cielo dette Climata da Greci, ſono ſpatij del Cielo poſti tra due circoli egualmente diſtanti detti Paralelli, come ſi dirà poi, par
lando de gl’Horologij nel Nono Libro.
Vitr. ueramente hebbe qualche notitia della Medicina; come ſi uede nel Primo Libro doue egli di-
moſtra quali inſermità da quai uenti ſonoingenerate, &
in altri luoghi del medeſimo Libro, & de gl’ altri dichiara le qualità de paeſi quanto
all’aere, all’acque, all’herbe, à gl’animali, à gl’Huomini, coſe alla cognitione del Medico ſottoposte.

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