Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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203184LIBRO ſti il legname, & coſi gettar biſogna il primo fondamento di pietra non meno di quanto cape la mano, e sgroſſare col Terrazzo.
Vſauano due ſorti di Terrazzo, il nouo, che ſi ſa di pietra allbora peſta, ò di teſtole aggiugnendoui una parte di Calcina, à due di quelle, il
uecchio rinouato fatto di pauimenti gia ruinati, nella cui meſcolanza ui ua à cinque di terazzo due di calcina.
Gettato il terrazzo, e neceſſario batterlo bene, però à queſto officio gli antichi eleggeuano un numero di buomini fin à dieci, perche ſi poteua-
no accommodare in una stanza, che uno non impediua l’altro, &
ſi faceuano tante decurie, cioè tanti dieci buomini, quanti era neceſſa-
rio, di modo, che uno commandaua, &
ſopraſtaua à dieci.
Questo modo di battere, raſſodare, e ſpianare il terrazzo noi chiamamo Orſare. L’altezza, ò groſſez za di quella materia coſi peſta, e bat-
tuta eſſer deue non meno di once noue, che Vitr.
dice Dodrante, & queſto è il primo ſgroſſamento, & la prima crosta, ò letto del pauimen-
to.
Sopra ilquale di piu ſottile, & minuta materia ſi deue indurre un’altra mano, che come anima, & ſodezza eſſer s’intende, & è di teſtola
ben pistata, che di due parti, ne habbia una di calce.
Sopra queſta crosta s’induce il pauimento, ò di pietra cotta, ò d’altra pietra, & que-
1110 ſta, ò ſerà minuta come muſaico, ò di quadri grandi, ſecondo la grandezza, ò bellezza, che ſi deſidera, ben ſi deſidera opera, che le pietre
di che forma ſiano, ò quadretti, òritondi come ſcudi, che Vitr.
dice Scutulis, ò Triangulari, ò di ſei anguli, che Vitr. chiama faui, perchei
faui, &
le caſelle delle api 4ono in ſei anguli, ò di che ſi ſieno, ſian tutte eguali in un piano uni-
99[Figure 99]L’Antico.
Filandro.
te, &
ſi ſcontrino à punto, che una non ſia piu alta deli’altra, che i lati, & gli anguli ſieno uni
ti, ilche ſi fa con il fregarli molto bene, &
liſciarli con diligenza. Vſauano gli antichi alcune
croſte fatte di Arena, &
di calce, & minute teſtole, nellequali ui andaua la quarta parte di Te
uertino pesto, uſauano ancho alcuni quadrelli grosſi un dito larghi due, lunghi altrettanto, che
ſtauano in taglio, asſiimigliando le ſpiche, queſte polite figure, &
luſtre erano ſi, che nõ ſi uede-
uano le commſſure, ne una minima pietra, che ucciſe de i termini, però erano mirabilmente
piane, &
diſteſe, & ſpecialmente uaghe, coſi eſpongono glialtri, ma io dico che uanno altra-
2220 mente queste erano nel pauimento poste, accioche l’acqua, &
l’humidità non paſſaſſe alla tra-
uatura, erano piane, &
ſopra queſte era una mirabil croſta di marmo peſto d’Arena, & di cal
ce, che Vitr.
chiama Lorica aſſai ben groſſa, laquale copriua quel lauoro fatto à ſpiche, co-
me ſi uede nelle ruine antiche, e quel lauoro à ſpiche non è come pone il Filandro, ma come è
per la prosſima figura dimostrato, ſecondo l’eſſempio tolto dallo antico, &
erano della gran-
dezza di queſto quadro che contiene la figura, e groſſe un’oncia, &
queſte coſe ſi uſauano al
coperto.
Maſotto Paere ui biſognaua altra manifattura, eſſendoui maggior pericolo ꝑ li ghiacci, per la humi
ditȧ, &
per l’ardore, però biſogna fare due mani di tauolati uno attrauerſo de l’altro, che ſia
no bẽ chiodati inſieme, dipoi col terrazzo nouo biſogna meſcolar due parti di testa peſta, et due
3330 parti di calce à cinque riſpondino nella meſcolanza che ſi fa col detto terrazzo, fatto il letto
di ſotto indur ui biſogna la ſeconda croſta alta un piede, ſopra laquale ui ua l’anima, ſopra
l’anima il pauimento come è ſtato detto, che nel mezzo ſia gonfio, e colmo ſi, che in dieci
piedi habbia due dita di colmo, ilqual pauimento ſia fatto, de quadri grosſi due dita, con que
ſta manifattura noipotemo asſicurarſi dal danno delle pioggie, &
de i ghiacci.
Ma per le politure, e ſpianamenti egli ſi piglia un pezzo di piombo, ò di ſelice, di molto peſo ſpia
nato, &
quello con funi tirato ſu, & giu, di qua, & di la ſopra il pauimento ſpargendoui ſem
pre della Arena aſpera, &
dell’acqua iſpianail tutto, & ſe gli anguli, & le linee del ſelica-
to non ſono conſormi, queſto non ſi puo far commodamente, &
ſe’l pauimento, e con oglio di
lino fregato rende un luſtro, come ſe ſuſſe di Vetro.
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Similmente ſer à buono ſpargerui della Amurca, ò gettarui piu uolte ſopra dell’acqua, nellaqua-
le ſia ſtata eſtinta la calce, &
ſe uuoi acconciare un terrazzo rotto prendi una parte di tego-
le peſte, &
due di bolo armeno, & incorpora con raſa preſſo al fuoco, & ſcaldato, che ha-
rai il terrazzo, gettaui ſopra questa materia, &
poicon un ferro caldo ſtendila gentil-
mente.
Et coſifarai ancho ſe col marmo polucrizato meſcolerai Calcina bianca cruda in acqua boglien-
te, &
laſciate ſeccare fatto queſto tre, ò quattro fiate impaſterai con latte, & con quel
colore, che ti piacerà di dare, &
ſe uoleſti far parere l’opera di muſaico, poni la detta ma-
teria nelle forme, dandoli quel color che ti piace, ma poi dalli l’oglio caldo, ouero impaſta con
colla di cacio il marmo tamiggiato, pur che la colla ſia stemperata con chiara d’uuoua ben bat-
5550 tuta, poi ui metti la calce, &
impaſta.
CAP. II. DI MACERAR LA CALCE
PER BIANCHEGGIARE ET
COPRIRE I PARETI.
QVANDO dal penſiero di far ipauimenti ci ſaremo partiti, allhora biſogna dichiarire il modo
di biancheggiare, &
polire le opere, & queſto è per ſucceder bene, quando molto tempo inanzi il
6660 biſogno i pezzi di buonisſima calce, &
le ſcheggie ſeranno nell’acqua molliſicate, e macerate, accio-
che ſe alcuna ſcheggia ſerà poco cotta nella ſornace per la longa maceratione coſtretta dal liquore à
sboglire, ſia con una egualità digeſta.
Perche quando ſi piglia la calce non macerata, ma noua, & fre
ſca, dapoi che è data à i pareti hauendo Ciotole, ò Calculi, crudi a ſcoſi manda fuori alcune puſtule,
&
queſte Ciotole quando nell’opera poi ſono rotte egualmente, e macerate diſcioglieno, & disfanno le politezze
delle coperte.
Ma poì che ſi hauerà ben prouiſto alla maceratione della calce, & ciò con diligenza ſerà nell’opera preparato, piglieſi
una Aſcia, che noi cazzuola, altri zapetta chiamano, &
ſi come ſi ſpiana, e poliſce il legname, con la ſpiana, coſi la
calce macerata nella ſoſſa ſia aſciuta, &
riuoltata con la cazuola, ſe i calcoli ſi ſentiranno dare in quello ſtrumento,
ſegno ſera che la calce non è ben temperata, ma quando il ſerro ſi trarra ſuori ſecco, e netto, ſi moſtrera quella uani
da, &
ſitibonda, ma quando ſera graſſa, & ben macerata attaccata come colla à quel ferro, dara ottimo inditio di
7770 eſſere ottimamente temperata.
Fatte, e preparate queſte coſe trouati gli ſtrumenti, & l’armatura ſiano eſpedite le diſpoſitioni de i uolti nelle ſtanze,
quando ſia, che non uogliamo fare i ſoffitti.
Nel ſecondo capo Vitr. ce inſegna à preparare la calce accioche, commodamente la potiamo uſare alle coperte, & biancheggiamenti de i pareti,
&
coſi eſpediti i pauimenti, & loro bellezze uiene ad ornar i muri, io nel ſecondo libro ho detto a baſtanza della calce, & quello, che iui s’e
detio, rende piu facile il preſente luogo, che da ſe ancho è piano, però eſponeremo il ſeguente, che adorna i uolti, &
i pareti.

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