Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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212193OTTAVO.
CAP. II. DELL’ACQVE DELLE PIOGGIE.
Qui
tratta della natura dell’acque, & prima delle piouane, & poi dell’altre.
ADVNQVE l’acqua dalle pioggie raccolta è migliore, & piu ſana, imperoche prima da uapori piu
ſottili
, &
leggieri da tutte le fonti ſi ſceglie, dapoi per la cõmotione dello aere colandoſi, & disfacen
doſi
perle tempeſtati uerſo la terra diſcende.
Oltra che coſi ſpeſſo ne i piani pioue, come ne i
ti
, &
alle ſommità, perche gli humori la mattina dal na ſcimento del Sole cõmosſi, uſciti dalla terra,
in
qualunque parte del cielo, che piegano ſoſpingono lo aere, dapoi quando agitati ſono, accio che
non
ſi dia luogo, che uoto ſia, tirano dopo ſe l’onde dello aere, lequali con preſtezza, &
ſorza gli
no
dietro.
in quel mezzo lo aere precipitoſo ſcacciando l’humore, che gli ſta dinanzi in ogni luogo, fa che i ſoffi, gli
1110 impeti, &
l’onde ancho de i uenti creſchino grandemente, per ilche poi gli humori da i uẽti ſoſpinti, & inſieme riſtret
ti
per tutto portati ſono, &
dalle fonti de i fiumi, dalle paludi, & dal mare, quando ſono dal caldo del ſole toccati ſi ca
uano
, &
à queſto modo le nubi da terra ſi leuano, queſte rinforzate con lo aere, che ſi muoue, & ondeggia, quando
peruengono
a i luoghi alti, &
rileuati, come ſono i monti, perciò che in quelli impedimenti fieramente s’in-
contrano
, per eſſere dalle procelle cacciati liquefacendoſi ſi dileguano, come graui, &
pieni, che ſono, & à queſto
modo
ſopra la terra ſi diffondeno.
Ma che i uapori, le nebbie, & gl’humori eſcano. dalla terra; queſta ragione ci
appare
, perche la terra dentro di ſe raccoglie, &
calori feruenti, & ſpiriti uehementi, & ancho freddi, & gran-
de
moltitudine di acque:
dapoi quando per la notte ſi raffredda per le notturne tenebre naſcono i fiati de i uen
ti
, &
da i luoghi humidi naſcono le nebbie, & ſi leuano in alto, onde poi naſcendo il ſole col ſuo calore tocca la ter-
ra
, indi lo aere fortemente dal Sole riſcaldato con l’acque aſſottigliate leua gli humori dalla terra.
Appreſſo la ragio
2220 ne ancho prẽderemo l’eſſempio, da i bagni perciò che niuna uolta, oue ſono i caldai puo hauere i ſonti di ſopra, ma il
cielo
, che è iui fabricato, per la bocca dal uapore del fuoco riſcaldato leua l’acque da i pauimenti, &
quella ſeco por
ta
nelle curuature delle uolte, &
iui ſoſpeſa, & in pendente la tiene, perche il caldo uapora di ſua natura ſempre in al
t
o ſi caccia;
& da prima perche è ſottile, & lieue no ſi rilaſcia, ma poi, che piu d’humore ſe li aggiũge, & piu denſo di-
uiene
, come da maggior peſo grauato ſi puo piu ſoſtenere, ma gocciola ſopra le teſte di chi ſi laua;
coſi dalla ſteſſa
cagione
l’aere del cielo dal Sole riſcaldato, da tutti iluoghi à ſe tira gl’humori, &
quelli alle nubi raccoglie. Imperòche
coſi
la terra toccata dal feruore mãda fuori i uapori, come il corpo humano per lo caldo rila ſcia il ſudore, &
di ciò ſede
ci
fanno i uenti, de i quali quelli, che ſono da freddis ſime parti generati, come è Borea, &
Tramontana ſpirano nello
aere
ſpiriti attenuati per lo ſecco:
ma l’Oſtro, et gl’altri, che dal corſo del Sole prendono le forze loro humidisſimi
ſono
, &
ſempre ſeco portano le pioue, perche riſcaldati ſi partono da regioni feruenti, & per tutto quaſi leuando fu-
3330 rano gli humori, &
coſi poi li diſpergono alle parti ſettentrionali. Ma che le predette coſe à tal modo ſi facciano, pren
deſi
argomento, &
ſede da i capi de fiumi, iquali nelle particolari delcrittioni de i luoghi depinti, & da molti ſcritti
nel
giro della terra la piu parte, &
i piu grandi ſi trouano uſcire dalle parti del ſettenttione. Prima nella India, il Gan
ge
, &
lo Indo naſcono dal mõte Caucaſo, nella Siria il Tigre, & lo Eufrate, nell’Aſia, & nel Põto, il Boriſtene, l’Hyſpa-
ni
, la Tana, il Colchi, &
il Phaſi, Nella Gallia il Rodano, nella Borgogna il Reno; di qua dall’Alpi il Timauo, il .
nella Italia il Teuere, nella Mauraſia, che da i noſtri è Mauritania nominata, dal monte A tlante il fiume Dyri, ilqua-
le
nato dalla parte ſettentrionale ſcorre di lungo per l’occidente al lago eptabolo, &
mutando il nome Nigir ſi dimã-
da
, dipoi dal lago eptabolo ſotto diſerti monti paſſando peri luoghi meridionali ſorge, &
entra nella palude Coloe,
laquale
circonda Meroe d’intorno, che è il regno degli Ethiopi meridiani;
& da quelle paludi raggirandoſi per li fiu-
mi
A ſtaſoba, &
Aſtabora, & molti altri per li monti peruiene alla cattaratta, & da quella precipitandoſi giugne tra
4440 la Elephantida, &
Siene, & in Egitto tra i campi di Thebe, & iui Nilo ſi chiama. Ma che dalla Mauritania uẽga il capo
del
Nilo da quello ſommamente ſi conoſce, che dall’altra parte del monte Atlante ci ſono alti i capi, che ſimigliante-
mẽte
ſcorrendo uãno all’Oceano occidentale, et iui naſcono gl’lchneumoni, &
i Cocourilli, & altre ſimili nature di
beſtie
, &
di peſci oltra gli Hipopotami. Quãdo adunque ſia, che tutti i grandis ſimi fiumi nelle deſcrittioni del mon-
do
ci pareno hauere origine dalle parti ſettentrionali, &
i campi Africani, iquali dalle parti meridiane ſottopoſti ſo-
no
al corſo del Sole habbino in fatto naſcoſi gli humori rari fiumi, &
non molte onti, reſta, che molto migliori ſi tro
uino
i capi delle fonti, che alla T ramontana, &
à Borea riguardano; ſe però in luogo pieno di ſolfo non ſi abbattono,
&
che ci ſia dell’allume, ò del bitume, imperoche ſi mutano all’hora, & fuori mandano ò acque calde, ò fredde di catti
uo
odore, &
di triſto ſapore, per che dell’acqua calda non è alcuna proprietà, ma quãdo la fredda incorre in luogo ar
dente
, bolle, &
riſcaldata molto fuori per le uene eſce ſopra la terra, & però lungamente ſtar non puo, ma in poco tẽ
5550 po diuẽta fredda, imperoche ſe di natura ſua calda fuſſe, il ſuo calore non ſi raffredderebbe;
ma con tutto ſe li ren
de
però, ne il colore, ne il ſapore, ne l’odore di prima, perche egli è gia per la ſua rarità intento, &
meſcolato.
Chiunque niega che’l ualor celeſte
Formar
non poſſa la mondana cera.
Certo ſua ment’e d’ignoranza ueſte.
Et ſel mio dir ſalda ragion’ auera
Spero
moſtrar, ch’il lume, &
l’influenza,
El
mouimento han qui lor ſorza uera.
Quand’ à mostar ſua bella faccia riede
Non
è ſi arſiccio, &
arido ceſpuglio
Che
non rinuerdi, &
non ne faccia ſede.
Ma quando poi piu bolle il caldo Giuglio.
Ogni ſement’ al maturar s’appreſta
Per
far maggior ogni noſtro pecuglio.
D’mdi trahendo la dorata creſta,
Laſciand’
i noſtri per contrari alberghi,
Gia
la morte dell’anno è manifeſta.
Ne ſol par, ch’alla uita in alto s’erghi
O
per morir ſi pieghi ogni germoglio
S’auuien
che’l Sol’ ò quiui, ò altrou’ alberghi;
Ma quand’ ancor ſopr’ il ceteſte ſoglio
Alcun
pianeta i dritti raggi uibra,
6660 Ch’habbia uirtu contraria al freddo ſcoglio.
Ma Saturn’, & Mercurio fan lor proue
Contrarie
à quelle, &
ſtando ſopra noi
Fan
che la terra, &
lacqua ſi rinoue.
Perche fredd’ è lor forza, & ſredde poi
Sono
le qualitati mde cadute
Per
gl’humid’, &
gelati mflußi ſuoi.
7770
Non che nel ciel, ch’è padre di ſalute
Ardor’
, ò gelo ſia, come qui baſſo,
Ma
perche tal è ſua forza, &
uirtute.
Che ſe del fuoco accreſcano gl’ardori
In
una parte, poi nell’altra

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