Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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182163QVINTO.2220
Ma ſe il luogo farà molle, ſia conficato di pali d’ Alno, di Oliuo ſilueſtre, ò di Rouere bruſtolati, & empito de carbo-
ni
, ſi come ſcritto hauemo nel fondar de i Theatri, &
delmuro.
Indi poi ſia tirata la cortina del muro di ſaſſo quadrato con longhisſima legatura, accioche ſpecialmente le pietre
di
mezzo ſiano benisſimo contenute, &
allhora quel luogo, che ſerà tra il muro riempito ſia di rouinazzo, ouero
di
muratura.
perche à queſto modo egli ſtarà ſi, che ſopra ſi potrà fabricarui una torre.
Poi che à noſtri giorni coſa perfetta non hauemo àell’ Antiche, ne alcuno studia con noui edifici imitar quelle fabriche merauiglioſe, & che pochi
ſono
tali che per arte, &
per pratica posſino animoſamente, & con giudicio abbracciare ſi alte impreſe, che facciano ò Theatri, ò Amphi-
theatri
, Circi, Bagni, Baſtliche, ò Tempi degni della grandezza dello imperio, non ſo io che mi dire, ſe non uoltarmi à quelle fabriche, che
ſecondo
la qualità di tempi noſtri ſono riputate maggiori, &
la prima grandezza, che mi ſi para dinanzi, e la fortezza della città, che con
grosſi
, &
alti muri ſopra larghisſimi, e profondisſimi fondamenti ſono, ci rappreſenta una Idea Magnifica, & eccellente delle fabriche mo
4440 derne, quiui oltra la ſuperba muraglia ottimamente fiancheggiata, oltra i Baloardi, Piattiforme, Terrapieni, Sarracineſche, à me pare che
li
grandezza delle porte tenga honorato luogo, &
perche di queſte coſe ſe ne è detto nel primo libro à baſtanza, però non ne dirò altro al pre
ſente
;
ma ricercando l’altre coſe grandi mi ſi faincontro il Nauale di Vinetiani, & la fabrica delle galere, & naui, che hoggidi ſi uſano, ne di
del detto luogo, che egli habbia grandezza per la copia i marmi, &
per la magnificenza, & ſuperbia della materia, che uſauano gli an
tichi
ne gli edifici loro, ma ben dirò, che tutto quello che apartiene all’ uſo di tutte le coſe, &
alla copia di quello, che biſogna al fatto delle ma
rinerezze
, egli auanza di gran lunga tutto quelio, che à noſtri di altroue ſi puo uedere.
1 legni ueramente, et le galere, & le naui, ridotte ſono
à
quella perfettione, che ſi puo diſiderare per l’uſo, &
facilità grande, che in eſſe ſi troua; ne uoglio, che prendiamo merauiglia della gran-
dezza
del detto luogo, come di coſa, che ſatisfaccia ad ognihuomo di giuditio, perche queſto naſce da un’ altra coſa piu ammiranda, &
degna
da
eſſer deſider ata non hauendoſi, &
di grande ſtudio, accio ſia conſeruata hauendoſi. La lunga, & inuiolata libertà di quella citt i ha partori-
to
queſta grandezza, l’uſo delle coſe maritime, le occaſioni belle, e molte ſono ſtate tali, che non è potenza ſi grande, che in poco tempo far
5550 poſſa quello, che hanno fatto i V enetiani, e creſciuta à poco à poco naturalmente (dirò coſi)queſta copia, ne ſi puo con uiolenza generare
tal
coſa, nellaquale il tempo, &
la lunghezza de gli anni n’hanno una grande giuridittione. Però non temo io, che ſi farebbe pregiudicio al-
la
mia patria, narrandola, perche chiunque uorr à drittamente giudicare, trouerà, che piu preſto io metterei in diſperatione ogni altro domi
nio
, che uoleſſe imitare queſto ſi grande apparato, che dargli animo di cominciare.
Io conciedo le ampie ſelue i dinari, l’Imperio, & la uoglia grande con molte altre commodità à gli altriprincipi, ma come potrò dar loro un lun
go
ſtudio, un’eſſercitio continuato, una prouiſione nata dalla prerogatiua del tempo, come hanno questi Signori?
Certo non è opera tanto di
grandi
Imperij, quanto di continuati, e liberi reggimenti lo artificio inuiato, &
ordinato, & ſe bene non s’introduce nelle Arene i Gladiatori,
nelle
S cene gli Hiſtrioni, nc i Circi i Corſi, &
le contentioni de caualieri, s’introduce pure nell’ Arſenale di Vinetiani un’apparato d’ acquiſtar
i
Regni, &
le Prouincie, & di leuar ancho le uoglie à chi uoleſſe in alcun modo turbare la libertà di quello ſtato, & ſi come la fortezza della
città
ha hauuto per Architetto la prouidenza diuina, &
il beneficio della natura, doue ne Muraglie, ne Foſſe, ne Fianchi, ui hanno luogo,
6660 coſi quello, che hanno fatto gli huomini, e nato dallo steſſo prouedimento diuino, &
dal grande amore, che hanno hauuto, & hanno i Cittadi-
ni
uerſo la patria, che per ornarla &
ampliarla non hanno ſparagnato ad alcuna fatica, per ilche ſi uede l’ordine merauiglioſo delle coſe, che
ad
un mouer d’occhio tutti gli armeggi d’una galera, tutti gli inſtrumenti, tutto l’apparato non ſolamente ſi uede al luogo ſuo, con ordine mera
uiglioſo
, ma ſi puo preſtisſimamente por in opera, &
oltra l’ordinario, che per cuſtodia del mare e ſempre fuori, l’apparecchio di cento, e
piu
galere con tanta facilità ſi moue dal ſuo luogo, che non ſi puo credere, le Taglie, gli Argani, le Ruote, i Naſpi ſono coſi ben collocati e or
diti
, che con grande facilità leuano ognigran peſo.
Hebbe gia l’Arſenale molto di queſte coſe, ma hora dal Giudicio del Magnifico Meſſer
Nicolo
Zeno e ſtato in tanto ordine ridotto, che non meno ci da da mar auigliare il numero, &
la grandezza delle coſe, che l’ordine antedetto,
coſa
nata da un amoreuole ſtudio, &
induſtrioſo giudicio di quel gentil’huomo.

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