Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

Table of contents

< >
[31.] CAP. II. DI CINQVE SPECIE DI TEMPI.
[32.] LA META’ DELLA PIANTA DELL’ASPETTO DEL TEMPIO SCOPERTO DETTO HYPETROS.
[33.] CAP. III. DEL FONDARE, ET DELLE COLONNE, ET DEL LORO ORNAMENTO, ET DE GLI ARCHITRAVI.
[34.] IL FINE DEL TERZO LIBRO.
[35.] LIBRO QVARTO DELLA ARCHITETTVRA DI M. VITRVVIO.
[36.] PROEMIO.
[37.] CAP. I. DI TRE MANIERE DI COLONNE, ET DELLE ORIGINI ET INVENTION LORO.
[38.] CAP. II. DE GLIORNAMENTI. DELLE COLONNE.
[39.] CAP. III. DELLA RAGIONE DORICA.
[40.] CAP. IIII. DELLA DISTRIBVTIONE DI DENTRO DELLE CELLE ET DELL’ANTITEMPIO.
[41.] CAP. V. DI FAR I TEMPI SECONDO LE REGIONI.
[42.] CAP. VI. DELLE RAGIONI DELLE PORTE, ET DE GLI ORNAMENTI DELLE ERTE, O PILASTRATE CHE SI FANNODINANZI A TEMPI.
[43.] CAP. VII. DELLE RAGION THOSCANE DE SACRI TEMPI.
[44.] CAP. VIII. DELL’ORDINARE GLI ALTARI DE I DEI.
[45.] IL FINE DEL QVARTO LIBRO.
[46.] DELLA ARCHITETTVRA DI M. VITRVVIO.
[47.] PROEMIO.
[48.] PROEMIO.
[49.] CAP. PRIMO DEL FORO.
[50.] CAP. IL. DELLO ERARIO, DELLA PRIGIONE, ET DELLA CVRIA COME SI DEONO ORDINARE.
[51.] CAP. III. DEL THEATRO.
[52.] CAP. IIII. DELL’ARMONIA.
[53.] CAP. V. DE I VASI DEL THEATRO.
[54.] CAP. VI. DELLA CONFORMATIONE DEL THEATRO.
[55.] CAP. VII. DEL COPERTO DEL PORTICO DEL THEATRO.
[56.] CAP. VIII. DI TRE SORTF DI SCENE.
[57.] CAP. VIII. DI TRE SORTI DI SCENE.
[58.] CAP. X. DELLA DISPOSITIONE ET DELLE PARTI DE I BAGNI.
[59.] CAP. XI. DELLA EDIFICATIONE DELLE PALESTRE, ET DE I XISTI.
[60.] CAP. XII. DE I PORTI, ET DE GLI EDIFICI CHE NELL’ACQVA SI DEONO FARE.
< >
page |< < (28) of 325 > >|
3428LIBRO.
Quelle coſe, che piaceno nell’opere, uengono ò uerò dall’ingegno, ò uerò dalle mani, ò dalla natura: dallo ingegno uiene l’elettione, il compartimen-
to
, &
le ſei coſe dichiarate di ſopra. Dalle mani il tagliare, ſegare, conficcare, polire, il dipignere. Dalla natura il peſo, la leggerezza, la den-
ſità
ò uerò la rarità.
Tutte queſte coſe ſono abbracciate dalla edificatione, dalla regolata ragione de gli ſtili, & dalla mecanica, & mirabil coſa
è
, à, chi ben conſidera le coſe dette nel primo Cap nel ſecondo, et nel terzo, il ueder quanto ogni coſa concorda, et riſponda, &
ſi uede dalla dif-
finitione
, dal naſcimento, dall’ufficio dell’Architettura, come è neceſſario l’ordine, la diſpoſitione, la bellezza, l’utilità, &
la uenuſtà, le quali tre
1110 coſe unitamẽte ſi deono hauere, perciò che non perfetta ſarebbe quell’opera, che util fuſſe per poco tempo, ò uerò che per molto non fuſſe com-
moda
, ò uerò che niuna gratia conteneſſe, però Vitr.
nel ſecondo all’ottauo Cap. nel terzo al ſecondo, & nel ſeguente Cap. & nel quinto del pre
ſente
Lib.
nel quarto, & undecimo del ſeſto, & in molti altri luoghi, ſecondo l’occaſione parla delle tre dette coſe, & quando ragiona della ue-
nuſtà
egli intende di quella gratia, che dalle proportioni procede, &
non di quella bellezza, che nel ſettimo, è data à gli adornamenti, & pittu
re
, perciò che la uera bellezza eſſer deue interna, propia, &
con l’opere nata, ma l’ adornamento è coſa esteriore, ſatta da poi, & accidente del
la
bellezza, come chiaramente nelle belle Donne di natura ſi uede, le quali alla natia uenusta aggiungono gli ornamenti eſteriori, la uenuſta pro
cede
dalla intelligenza dell’Architetto, l’utilità, &
la ſermezza dal potere; colui adunque ſar à le coſe utili, belle, et durabili, che ſa-
prà
, uorrà, &
potrà fare, come in ogni operatione ſi richiede.
2220
DELLA ELETTIONE DE I LVOGHI. sANI. ET DE I
CONTRARII ALLA SANITA CAP. IIII.
NEL fabricar le mura queſti principij ſi deono oſſeruare.
Hauendo Vitr. ſondata la trattatione dell’Architettura ſopra i princi dichiar ati di ſopra, comincia hora à fabricar-
ui
ſopra, &
ſecondo la ſua diuiſione comincia à ragionar dell’opere publiche, & delle ſei coſe, che appartengono alla ſor-
ma
tocca la diſtributione, &
il decoro naturale, & delle tre che deue heuer ogni fabrica; ragiona prima dell’utilità, perciò
che
l’utilé precede alla duratione, &
la dur atione alla uenuſtà dell’opere. Sei coſe ſono; come dice il dotto Leonbatiſta, da
eſſer
conſiderate da chiuuol ſabricare, la prima è l’ampiezza di tutta la terra poſta d’intorno, &
la facciata doue ſi debbe
fabricare
, detta Regione, la ſeconda è il campo, &
l’area, & lo ſpatio, et determinato della Regione, da eſſer con l’opera circondato, laterza è
il
compartimento del detto ſpatio;
la quarta è tutto quello, che ſi leua dal piano, parete ò muro nominato, la quinta è tutto quello, che ci ſtà ſo-
3330 pra il capo, ò che ci cuopre in qualunche modo.
La ſeſta è l’apritura doue, & le perſone, & le coſe entrano, & eſcono. Vitruuio comincia à di-
re
della Regione cio è della elettione de i luoghi ſani, perche gran forza, et uirtù é poſta nella natura de luoghi, &
dell’aere, come quello, che da
noi
non ſi puote ſeparare, &
il luogo é come padre della generatione, in quanto da eſſo con le qualità del cielo ogni coſa procede, & però le co
ſe
naturalmẽte piu ſi conſeruano ne i propi luoghi, doue eſſe naſceno, che altroue, della Regione adunque primieramẽte ſi ragiona.
Noi con bre
ue
, &
utile diuiſione proponeremo tutta la preſente materia ſotto uno aſpetto ſpedito, et prõto, dalche manifeſto ſi render i quello, che ne dice
Vittr
.
& ſe alcuna coſa dubbia, ò uerò aſcoſa, & difficile ſi trouer à nello Autore, ci sforzeremo di darle luce, & ſacilità, non uagando in co-
ſe
, che utili non ſieno allo intendimento dell’Autore.
La Regione conticne alcune qualità, delle quali altre ſono paleſe, altre naſcoſe. Delle
paleſi
alcune ſono ree, &
queſte ſi cognoſcono per le buone. Alcune ſono buone, & di queste altre ci ſerueno al commodo come è il paeſe abbon
dante
di acque, di frutti, di grani, &
di paſcoli, che ha buoni uicini, porti, entrate, & commodo al contrattare, & condurre le merci. Altre ue-
ramente
ſono buone alla ſanità, ſi perche hanno l’acque mobili, lucide, non uiſcoſe, ſenza qualità di odore, ſapore, &
colore, ſi anche perche, i,
4440 uenti non uengono troppo freddi, troppo caldi, ò da luoghi inſetti, ſimilmente ſe la temperatura ſar à alquanto humida, et dolce cioè tempera-
ta
dopo la quale, è, piu ſana la fredda, et ſe lo aere ſarà puro, purgato, peruio alla uiſta, mobile, et uniforme, et il Sole non cuocerà troppo, ò non
ſarà
troppo lontano, ma potr à col ſuo calore digerire le fredde aure matutine.
Le naſcoſe qualità poſſono eſſere buone, et ree, le ree ſi cono-
ſcono
per le contrarie delle buone, et le buone ſi attendono da gli animali grandi, gagliardi ſaporiti di carne, et di fegato buono, et da gli huomi-
ni
quando dell’uno, et dell’altro ſeſſo ſono copioſi, et belli, quando uiueno ſani, et lungamente, et che ſono coloriti, et gagliardi, et di compleſ-
ſione
temperata, et dalle piante, quando ſon belle ben nutrite, non offeſe da i uenti, et non ſono di quelle, che naſcono in luoghi paludoſi, ò ſtra-
ni
, &
dalle coſe Diuine, come dal Genio, & buona ſortuna del luogo, e dalle naturali, quando le coſe ſi conſeruano, le merce, i ſrutti, dalle
artiſicioſe
quando gli edificijnon ſono corroſi da i uenti ò dalla ſalſugine.
Questa è la ſomma delle coſe pertinenti all’elettione de i luoghi ſani
però
dice Vitruuio.
Nel fabricare le mura queſti ſono principij, primieramente la elettione de luoghi ſani, & queſti ſono glialti, eleuati,
5550 non nebuloſi, ne carichi di freddi uapori, ma che riguardino quelle parti del Cielo, che troppo calde ſono, trop-
po
fredde, ma temperate.
Dipoi, che lontane ſieno da paludi, perche alla Città col naſcente Sole uenendo l’aure ma-
tutine
, &
con quelle aggiugnendoſi le nate nebbie, & i fiati delle beſtie paluſtri meſcolati ne i corpi mandando i ue
lenoſi
uapori, faranno il luogo peſtilente, &
mal ſano. Anchora ſe appreſſo il mare ſaranno le mura, & riguarderan
no
al merigge, ò uero all’Occidente, non ſaranno i luoghi ſalubri, perche nella ſtate l’area, che è uerſo il merigge na-
ſcẽdo
il Sole ſi riſcalda, nel mezzodì arde, &
ſimilmẽte l’aere, che è uerſo il Ponẽte naſcẽdo il Sole s’intepidiſce, ſalẽdo
al
mezzodi ſi riſcalda, &
cadendo abbrugia; onde per le mutationi del freddo i corpi, che ſono in quei
luoghi
, s’infermano, &
queſto ſi può uedere nelle coſe inanimate, perciò che nelle cãtine coperte niuno prẽde il lume
dal
mezzodì, dal Ponente, ma dal Settentrione, imperò che quella parte à tempo alcuno mutata non ſi uede, ma
è
ferma ſempre, &
immutabile, & però i grãnari, che riguardano il corſo del Sole, preſto mutano la bontà loro, & le
6660 coſe da mangiare, &
i frutti che non ſono alla parte oppoſta al corſo del Sole non ſi conſeruano lungameute, perche
ſempre
il calore cocendo alcuna coſa perfettamente leua la fermezza delle coſe, &
con i feruenti uapori ſugge le uir-
naturali, &
le diſcioglie, & quelle perlo caldo ammollite ſi fannodebili, & impotenti, corne ſi uede nel ferro, il qua
le
, bẽche ſia di natura forte, &
duro, pure nelle ſornaci dal fuoco riſcaldato, s’ammolliſce in modo, che in ogni for-
ma
ſi puote ageuolmente piegare, &
fabricare, & lo ſteſſo eſſendo molle, & rouente poſto nell’acqua fredda ſi rindu-
ra
, &
nella primiera ſua propietà ritorna. Egli ſi può anchora conſiderare coſi eſſere da che nel tempo dell’eſtate
tutti
i corpi per lo caldo s’indebiliſcono, non tanto ne i luoghi peſtilenti, quanto ne i ſani;
& per lo contrario nel uer
no
, quantunque le regioni ſieno molto mal ſane, diuentano però ſane, &
habitabili, perciò che i freddi le fortificano
grandemente
.
Simigliantemente ſi uede, che i corpi da i freddi luoghi in calde parti trapportati poco durano, & ſi di-
ſciolgono
;
ma quelli, che ſono di caldi paeſi ſtando ſotto il Settentrione, che è luogo freddo, non ſolamente non ſi
7770 infermano mutando luogo, ma ſi confermano;
per il che nel porre le mura della Città molto bene egli ſi deue auuer-
tire
di ſchiuar quelle parti, che poſſono i caldi fiati ſpargere ne i cotpi humani, Perche da queì principij, che chia-
mano
elementi.

Text layer

  • Dictionary

Text normalization

  • Original
  • Regularized
  • Normalized

Search


  • Exact
  • All forms
  • Fulltext index
  • Morphological index