Vitruvius, M. L. Vitrvuio Pollione De architectura : traducto di Latino in Vulgare dal vero exemplare con le figure a li soi loci con mirado ordine insignito co la sua tabula alphabetica per la quale potrai facilmente trouare la moltitudine de li vocabuli a li soi loci con summa diligentia expositi & enucleati mai piu da niuno altro fin al presente facto ad immensa vtilitate di ciascuno studioso
<head xml:id="echoid-head35" xml:space="preserve">C ante V</head>
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Cubiculi: e cubili, cioe lecti, e lectice parati per dor-
# mire, & eſſi loci doue entro ſi dorme. # 5.
Cubilii: cioe ſedentie, e iacimenti annexi, benche an
# chora ſi poſſiano dire lí buſi, o vero caui de li mu
# ri doue alcuna volta fano li nidi alcuni vcelli, &
# maxime li columbi, paſſere: tacquole, & corui. O
# vero queſti cubili eſſere q̃lli, doue entro ſi pone-
# no li canterii o vero trabelli, & ſimile coſe. # 17.39.
Cubica ratione: queſta procede perche ogni nume
# ro multiplicato in ſe medemo forma la ſua ſuper
# ficie cubica ſi come vole Euclides, & tutti li excel
# lenti mathematici.
Culina: cioe cocqna, o vero cuſina come ſi dice vul
# garmẽte il loco doue ſi fa foco, & ſi cucina. # 65.
Cultro: queſto evno curruleto collocato in pede, il
# quale ſi volge mediante li denti dil Timpano. Et
# e dicto cultro, per che li antiqui diceuano cultrũ,
# quaſi currum come atteſtano lí grãmatici. # 101.
Cumbe: cioe loci da dormire o vero loci facti in
# volta come ſi dice facti in croſera, o vero facti a
# pauiglione, o vero in lunete. Similmente cumbe
# non ſolum li Sabini le appellarno lectice, o vero
# lectere coperte, ma perlifondi de le naue. Ancho
# ra e ſtato dicto cumba, quaſi cymba, vulgarmen
# te Gondule. # 67.
Cumani monti: Cume ſi e Cita di Italia in Campa
# nia appreſſo ad Baia in humile colle al mare Tir
# rheno vergente, doue ſi e li appreſſo il ſubterra-
# neo thalamo di la Sibilla vaticinatrice. # 15.
Cunei: cioe parte diuiſorie exiente dal centro, & pro
# tracte a la circũferentia del circulo. # 50.
Cunei ſilacei: cioe pezi di pietre ſegate come vno
# quadrato oblungo che fuſſe compoſito de dui
# concluſi trianguli equilateri. Poi anchora inten-
# dere cuneati, cioe angularii, per che non ſi po for
# mare vno cuneo ſenza anguli. # 72.
Cupreſſo: lavirtute & perpetuitate di queſto arbore
# e notiſſima appreſſo a molti. # 20.
Curia: queſta ſi e proprio il comitio, o vero il loco
# de li ſenatori e rectori de la Republica, per che in
# quello loco perueneno le cure de tutte le coſe cb
<unsure/>
# ſe operano da li homini de le republice, o vero di
# tutto uno ſtato. # 47.
Curculioni: cioe quelli vermiculi alati, quali vola-
# no voluntiera la nocte circa lo acceſo lume. Alcu
# ni li dicono farfalla, alcuni parpagliete. Queſta e
# coſa notiſſima che naſcono in lo calore del fru-
# mento. # 65.</note>
<head xml:id="echoid-head36" xml:space="preserve">D ante A. & E</head>
<note position="right" xml:space="preserve">
Dario: queſto fu Re di Perſia di grande potentia, íl
# q̈le in guerra ſu occiſo da Aleſſando magno. # 68
Decaſtillo: cioe di dece diſtinctíone colonnare. # 24.
Decaſtilla: cioe di dece colonne. # 24.
Decenario nũero: q̃ſto Ariſtotile dice eſſere pfecto,
# & comprehendere ogni numero de li numeri. # 22
Decore: cioe vna decente pulchritudine, o vero bel
# lezza. Vede Ariſtotele doue il dice coſi: La forza
# ſta in li nerui & ne li oſſi, ma il decore e vna certa
# cõmenſuratione de li membri. # 5.
Decurioni: cioe baſtoni, o vero legni facti come q̃l
# li che portauano li Decurioni al tẽpo di Roma-
# ni, li quali adeſſo ſono dicti capi di guarda come
# ſaria vno bariſello, o vero vno capo di zaffi, o ve
# ro birri. E ſono dicti decurioni per che hãno dece
# homini ſotto diſe. # 70.
Decuſſatione: cioe per tranſuerſo ſe faciano altre li-
# nee che circundano eſſo trabe, talmente che per
# le linee de la longitudine, & perle linee de la rotũ
# datione ſe faciano quadreti, o vero ſpacii equal-
# mente diſtanti, & li finiti puncti ſiano facti in cia-
# ſcuni loci, doue le decuſſatione ſecarano le recte
# linee, cioe doue farano le ſopradicte linee croce,
# quale ſono dicte decuſſe per che ſignifica ciaſcu-
# ne dece, & e deducto a decuſſe denario, che vale-
# ua dece aſſi. E decuſſare ſignifica diuidere per trãſ
# uerſo. # 9.101.
Dei immortali: e da notare ben che molti autoti di
# cono indiffe rentemente Dei, & Dee, nõ o
<unsure/>
imeno
# eſſere ſe non vno Dio invna trinitate come tutto
# il mondo crede, ma queſta diuerſita non e venu
# ta da altro ſe non dale diuerſe virtute & poteſta-
# te diuine, quale ſono infinite & incomprehenſi-
# bile. # 34.
Deliquie: cioe canale grande da receuere laqua. # 61.
Delphino: queſto e vno ſigno in cielo in forma di
# Delphino, il quale ſopra il capo, & corpo, & cau-
# da e ornata di alcune lucide ſtelle. # 89.
Delo: queſta e vna inſula del peloponẽſe, o vero neſ
# mare Egeo come Strabone ſcriue, ne la quale li
# era vno magno templo di Apollo, oue lo oracu
# lo daua reſponſo. # 85.
Delumbati: cioe deperfilati, o vero diſtincti cõ il cir
# cino. Ben che delumbare ſignifica debilitare ſeu
# extrahere li lumbi corporei Ma ſi po ancho-
# ra intendere delumbati, cioe delimbati, per che
# limbus ſi e quella faſcia che circuiſſe la extremita-
# te de le veſte. # 63.
Demetrio: queſto fu Re di la Aſia, e fu figliolo di An
# tigono, e fu grande expugnatore de Cita, e pero
# fu dicto Poliorcetes. # 109.
Democrito: queſto fu vno grande phíloſopho, e fu
# di vna terra chiamata Abderita in grecia. # 14.68
Denario: queſta era vna moneta quale valeua dece
# aſſi. # 23.
Depalatione: cioe diuagatione, che vol dire quotti-
# diano incremento, per che palari in latino ſigni
# fica vagare. # 90.
Denticulo: queſto vocabulo e notiſſimo a li mo-
# derni, & e dicto denticello. # 30.
Deſerto: cioe derelicto, e abandonato. # 12.</note>